Per essere più vicini alle nostre riflessioni, il nero non è
solo il colore della destra destra, i fascisti più o meno rivisti e corretti,
ma anche il segno cromatico che meglio rappresenta e simbolizza il vuoto, il buio,
il vicolo cieco dove si colloca la situazione del Servizio Pubblico, della RAI. Lo zero non è solo un termine matematico ma il segno distintivo del livello di
riflessione e dibattito sul futuro della RAI.
Oggi c’è molto da dire. Cominciamo da ieri. Il ragionamento che
abbiamo proposto per cercare di capire il buco informativo di domenica 7 luglio
e la foglia di fico di RAI News24 utilizzata da molti, giornali e politici,
abbiamo riscontrato avere un suo fondamento, una sua intrinseca plausibilità. Non
si è voluta programmare la copertura di Parigi perché, comunque sarebbe andata,
avrebbe “illuminato” la scena non certo alla Meloni ovvero a Salvini se avesse vinto
la Le Pen o la Schlein se avesse vinto Mélenchon. Non ci sarà mai prova provata ma l’ipotesi merita
attenzione. Se non che, ieri prima una lettrice e poi un lettore insieme alla lettura
dei giornali di oggi, suggeriscono un argomento complementare quanto pure
interessante.
Mettiamo in ordine. La prima, in sintesi, ci scrive “E’ più facile guardare il dito anziché la luna”. Il secondo, pure in sintesi scrive “Perché il Parlamento non calendarizza il voto per i nuovi quattro consiglieri?”, poi leggiamo i giornali di oggi: il pezzo più interessante lo propone Il Messaggero che titola “Cda Rai, il rischio del lungo stallo: vertice tra i leader del centrodestra” e si legge che “Perché ora che torna (la Meloni) dall'America deve mettere testa, e dicono nel centrodestra che ha deciso di metterla, sullo stallo Rai, uno dei principali rompicapo vigenti. La partita Rai ha dunque mille implicazioni, e mille livelli di gioco. Quale gioco giocare, in questo guazzabuglio, Elly Schlein non lo ha ancora deciso. Sta studiando la pratica e vedendo se le conviene la via entrista, ovvero non cedere il posto in Cda a Roberto Natale dei rosso-verdi ma avere una vice propria, autorevole e forte; oppure se optare, come sembrerebbe, per l'auto-esclusione dal «banchetto Rai»”. Chissà se l’autore dell’articolo legge Bloggorai come noi leggiamo lui. Comunque molto interessante. Poi segue il Corriere che pure suggerisce uno spunto di lettura suggestivo e titola: “Floridia da soft a oltranzista Il nuovo passo M5S sulla Rai” dove si intravvede un cambio di passo del M5S con una nuova “influenza” di Grillo salvo poi “buttare la palla in tribuna” sulla riforma dell’Azienda. poi La Repubblica con "I dubbi di Meloni sul dg Rossi travolto dai disastri dei suoi". Infine Il Foglio con un titolo e un occhiello che già dicono molto se non quasi tutto: “Rossi di Rai. I dubbi di Fazzolari, il silenzio di Meloni, l'idea Gubitosi come AD. L'agonia del dg Giampaolo Rossi. Perché Meloni attende ancora? Perché Meloni non dice chiaramente: "Giampaolo Rossi sarà il futuro AD Rai. Ho scelto lui. Finitela"? Perché non lo dice? Non lo dice perché al suo Fazzolari non convince questa scelta, non lo dice perché Fazzolari, e non solo, pensa che Rossi sia troppo debole per governarla. Non si ripeta che "Meloni ha altro a cui pensare", che la "Rai non è una priorità". E' falso. E' lei che sta lasciando umiliare Rossi da giornali, balordi, dirigenti Rai che malignano: "Lo sai che Meloni pensa ora all'ex ad Gubitosi?". Il veleno è il suo tacere”. LE PARTITE A SCACCHI DI PD E FDI”. Chissà se pure al Foglio leggono Bloggorai come noi leggiamo loro.
Nota a margine: avete letto bene Gubitosi, e non è la prima volta che viene citato e forse non a caso. Piace a molti e non solo a destra.
Bene, mettiamo insieme i punti e cerchiamo di tirare un filo
conduttore. Perché abbiamo attaccato con il nero e lo zero? Perché oltre il ragionamento
sulla “convenienza” al buco e alla foglia di fico di RAINews24 sul 7 luglio, si
cela il cuore del problema: nessuno sa cosa fare della RAI e del suo futuro.
A partire dalle nomine del Cda: nero e zero. Perché il Parlamento pur potendo
non ha votato? Non certo perché attendeva l’esito prima del ricorso al TAR e poi
al Consiglio di Stato. Se avessero avuto le idee chiare ovvero conclusi gli
accordi sia interni alla maggioranza, sia con l’opposizione, non avrebbero avuto
un attimo di esitazione: una volta insediato il Cda non lo schioda più nessuno
per i prossimi tre anni, con buona pace pure del MFA che non ha poteri di
revoca. È più comodo per tutti, compreso PD, M5S e AVS, buttare la palla in
tribuna e parlare di improbabile futuristica “riforma” o di RAINews24 invece
che andare a muso duro sui vari grandi problemi della RAI, a partire dai criteri
di nomina dei nuovi amministratori che sono OGGI all’ordine del giorno e non quando
mai ci potrà essere una “riforma”. A muso dire sta a significare, ad esempio,
esporre una “teoria generale sul canone” e su cosa si deve chiedere in cambio
alla RAI oppure con quei soldi cosa si è in grado di realizzare. A muso duro
sta a significare esporre una “teoria generale” sulle nuove piattaforme di produzione
e distribuzione dei contenuti. E così via. E invece leggiamo quanto già
sappiamo e abbiamo intuito da tempo: c’è chi trama sottotraccia e ci tocca
rileggere nomi di amici candidati al Cda in “quota” a qualcuno. Lo sapevamo e
lo abbiamo scritto più di una volta (temiamo più il silenzio degli amici e che
il fragore dei nemici): se il ricorso ha subito una battuta di intralcio al CdS
non ci sono solo termini giuridici pure opinabili, discutibili e opponibili ma
anche perché il ricorso ha “remato contro” molti, troppi, tanti che faticano ancora
a citare e ricordare le ragioni per cui è stato promosso. Ne abbiamo avuto un piccolo
indizio già da quando, mesi addietro, in una manifestazione USIGRAI di fronte
al cavallo, sono intervenuti tutti su tutto ma del ricorso che pure in quei
giorni era la sola notizia concreta non gli è venuta fuori nemmeno una sillaba.
Sarà stata solo una semplice “dimenticanza” salvo poi dover leggere ancora oggi,
appunto, che un suo ex segretario è “papabile” in Cda in “quota” AVS.
Forse non solo “nero” e “zero”. C’è di meglio, di più.
bloggorai@gmail.com
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