Come noto è successo, banalmente, che uno dei più importanti eventi politici europei dell’anno, le elezioni in Francia, sono state banalmente, brutalmente,
“bucate” la sera dei risultati elettorali. È successo e sta succedendo che la
notizia non è più l’informazione RAI nel suo complesso ma una piccola appendice
ai limiti dell’insignificante visti i numeri che la interessano ovvero la NON
copertura di RAI News24 (il 7 luglio in quella fascia oraria ha fatto lo 0,37%
di share con circa 55 mila telespettatori a fronte di una platea delle 3 reti generaliste RAI nella stessa fascia di circa 4 milioni). Per la cronaca, La7 ha fatto il 9% di share con oltre 1,4 mln di telespettatori.
Il Corriere di oggi titola per fatal combinazione “Caso RAI News. Intervengono i
vertici” mentre quasi tutti gli altri giornali titolano su “il caso Francia” anche se lo raccontano però in relazione a quanto successo con RAINews24. Rimane insoluto
un punto centrale che quasi nessuno ha toccato: perché non è stato programmato
per tempo un evento largamente prevedibile? Perché non era in palinsesto uno “speciale”
se non proprio su RAI Uno almeno sul Due o sul Tre? Perché invece è stato
deciso, e da chi, di mandare in onda un insulso filmetto e una replica di Report?
In questi termini, la questione di RAI News è del tutto irrilevante e
subordinata nella forma e nel contenuto. E però viene rigirata e raccontata
come centrale. Per quale motivo? Difficile venirne a capo. Sul perché Aldo Grasso
sul Corriere trova una risposta: non ci sono conduttori televisivi, o giornalisti
che dir si voglia, in grado di reggere il confronto con La7, con la maratona Mentana
che peraltro ha raccolto oltre il 7% di share. Evidente però che la risposta
non può essere solo questa: un conduttore qualsiasi si trova e se non si trova in
un Azienda con oltre 2000 giornalisti è meglio lasciar perdere tutto. E infatti.
Il tema è che non si è voluto scientificamente prevedere
una copertura giornalistica di approfondimento su questo tema. Eppure, i “sondaggi”
(e sarà necessario pure capire perché la destra di Le Pen era largamente data
per vincente e invece sappiamo poi come è andata) e sarebbe stata una
eccellente “vetrina” per la destra televisiva nazionale. Però, attenzione, non tutta
la “destra” e non tutta Telemeloni ma solo quella dichiara fede leghista. Se avesse
vinto la Le Pen, come i sondaggi prevedevano, la scena televisiva nazionale sarebbe
stata rubata da Salvini e non dalla Meloni che invece non ha grandi simpatie
per quella parte destra di oltralpe. Se, viceversa, si poteva supporre una
vittoria del fronte opposto meglio ancora far finta di nulla. Allora, tanto vale
far finta di niente e lasciare che se ne occupi, appunto, RAINews24 che almeno
gli consente di mettere la foglia di fico pure se non la vede quasi nessuno.
Alcuni lettori sostengono “Fa comodo a tutti prendersela con l’anello debole della catena”. Già, ad esempio è comodo per alcuni non prendersela ad esempio anzitutto con Monica Maggioni, nientepopodimenoche "Direttrice Editoriale per l'Offerta Informativa" e tutti a chiedersi cosa ha "offerto" in questo caso. E poi il direttore "Approfondimento" Paolo Corsini che non si capisce bene perchè non ha voluto "approfondire" questo tema. E Mario Orfeo, direttore del Tg3 che avrebbe potuto e forse dovuto chiedere la linea ben prima delle 23.23 invece di mandare in onda una inutile replica di Report utilizzata come piccola foglia di fico. È comodo infine non prendersela con l’AD che governa tutta l’Azienda e avrebbe potuto e forse dovuto prevedere e disporre uno “Speciale elezioni Francia”. Rimane insoluto l’interrogativo: perché fa comodo e si sceglie la facile scorciatoia di prendersela con Petrecca e il suo “speciale” paesano dove peraltro era prevista la sua partecipazione diretta insieme ad un altro direttore RAI.
Colpisce quindi constatare che buona parte dell’opposizione è
stata preda di questo abbaglio, di questa clamorosa inversione della gerarchia
della notizia. Colpisce ancora constatare che buona parte dell’opposizione è in
preda ad una specie di accanimento terapeutico sul destino della RAI e del
Servizio Pubblico quando auspica “la riforma della RAI e della governance” senza
mai azzardarsi a dire una parola su cosa, come, quando e con chi potrà mai
essere fatta. Sono stati dimenticati persino i fantomatici “stati generali”
anche quelli senza capo ne coda e nessuno ne parla più. Qualcuno ha sentito una
parola, elaborare una proposta, formulare un concetto compiuto sul canone, la transizione
tecnologica prossima ventura (fine agosto), la vendita di RAI Way o la crisi
ascolti ed altri temi strategici del Servizio Pubblico da parte dei vari Conte,
Schlein, Bonelli&C? Noi no. Qualcuno, a proposito di governance, li ha mai
sentiti dire chiaro e tondo che non parteciperanno alla lotteria dei nomi dei quattro
consiglieri da far eleggere in Parlamento? Noi, semplicemente, no.
In questo periodo Bloggorai viene seguito da un numero sempre
crescente di lettrici e lettori e spesso “copiato” almeno nei ragionamenti che
propone. Sei anni di pubblicazioni ininterrotte cominciano a dare frutti. Ci fa
piacere. GRAZIE !!!
bloggorai@gmail.com
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