Potrebbe valere la pena riavvolgere il nastro degli ultimi tre anni per capire come nasce questa presidenza e per cosa passerà alla storia per quanto ha fatto o non ha fatto, per quanto avrebbe potuto e per quanto non ha voluto. Lasciamo perdere. Un quadretto interessante su questo periodo e sulla sua esperienza però lo ha fatto Antonella Baccaro sul Corriere (il giornale dedica al tema una pagina intera) dove, ad un certo punto scrive “Soldi, cui molti attribuivano il favore dell'ex premier Matteo Renzi, sembrava invece venire da Marte … Nel biennio che la vede accanto a Fuortes, Soldi appare poco”. Due punti non irrilevanti che dicono molto, se non tutto, di lei e della sua presidenza che, insieme al suo “standing very Brit” (“A 18 anni fallisce la selezione per entrare a Cambridge”) dipingono bene il quadro che si è illuminato ieri.
Con una piccola nota a margine: la BBC è un fornitore ufficiale di prodotti televisivi venduti a RAI (tra i quali uno non da poco: “Ballando sotto le stelle” ora prodotto da Ballandi). Allora, come riferito ieri, un conto è essere nominata nel Board consultivo dell’emittente britannica, altro conto essere nel suo Board Commercial, ovvero proprio laddove si negoziano i diritti televisivi. “Conflitto di interessi” ??? Certo, qualche zona d’ombra ci potrebbe pure essere.
Ultima nota: la Soldi insieme Fuortes è stata fortemente voluta dal Governo Draghi, a quel tempo luglio 2021 da poco insediato a Palazzo Chigi, con grande plauso anche a sinistra e malmostio della Lega. Anche allora si voleva chiudere la partita subito e sappiamo poi come è andata a finire.
Certo pure che era tutto già scritto da tempo. La sua assenza a Napoli ai palinsesti era già il segnale che il passo era fatto e chi voleva e poteva sapere era già a conoscenza di tutto. Mancava però un anello: la possibilità che la partita si potesse chiudere in bellezza con la nomina di chi gli avrebbe succeduto, da molti auspicata entro breve, fine mese. In questo caso, la notizia di BBC Commercial sarebbe passata in secondo piano. Invece no: quando poi tutti si stavano convincendo che di nomine se ne sarebbe parlato forse, forse, a settembre (vedi quanto scrive Bloggorai da tempo) allora si sono rotti gli ormeggi. Nota bene: ieri l’Ufficio stampa Rai ha dato prima la notizia della BBC e poi quella delle dimissioni. Per chi è pratico di queste faccende può facilmente intuire che non è del tutto lineare.
C’è poi un’altra interpretazione: alcuni sostengono che ci possa essere stato un “suggeritore” a spingere verso le sue dimissioni. Certo è che non sono pochi quanti spingono a “nominare subito”, presto, prima possibile. Per questi è utile e conveniente ratificare quanto si legge da tempo: Rossi AD e Agnes presidente. Ma, come noto, non è per nulla semplice. Si continua a confondere “la contraddizione principale e quelle subordinate, tra quelle interne al popolo e quelle esterne” (il Grande Timoniere). Se non si risolvono le prime rimangono irrisolte le seconde. E le prime, forti tensioni tra tutti i partiti di governo, non lasciano intravvedere alcun segnale di possibile soluzione in tempi rapidi.
Certo, c’è sempre la possibilità che si possa convenire, la dove di puote ciò che si vuole, ovvero che possa valere la pena “fare uno strappo” ovvero lasciare fuori la Lega dalla stanza dei bottoni e lasciargli un posticino prestigioso ad Antonio Marano come consigliere semplice, magari compensato con una direttore di un Tg e poi si vedrà quale. A Viale Mazzini tutto è possibile, lo è sempre stato e non stupirebbe che pure questa volta, complice il caldo di fine luglio, si possa trovare una quadra. Lo riteniamo un “razionale” improbabile per logica e convenienza politica però, obiettivamente, non escludibile a priori.
C’è poi un aspetto che merita essere messo a nota. Per l’opposizione, per PD e M5S, cosa può significare questa situazione e quali mosse si possono intuire? Al momento non risultano dichiarazioni. Grosso modo, ci si può attendere qualcosa del genere “fare subito la riforma RAI …” e, di conseguenza, “non lasciare il Servizio Pubblico senza una guida” ovvero, fare le nomine subito. In tal senso ci potrebbe essere una convergenza di interessi tra Governo e opposizione che vedrebbe spazzare via d’un tratto la minaccia della Lega e, al contempo, occupare subito posizioni vantaggiose (ad esempio un “presidente di garanzia? Un Di Bella della situazione?)
Veniamo al dettaglio con il calendario in mano. Oggi, mercoledì 24 luglio, il tema nomine RAI non è in calendario alla Camera e al Senato che chiudono il prossimo 7 agosto, e rimangono una manciata di giorni. Pochi, troppo pochi. Nel frattempo il Cda RAI non può rimanere senza presidente e prassi vuole che potrebbe subentrare il consigliere anziano, in questo caso Sergio. È un dettaglio che però complica la partita perché, recentemente, l’ AD ha ricevuto una sorta di “endorsement” dalla Lega che su questo piano complicherebbe non poco i piani di “nomine subito” come piacerebbe a Meloni/Rossi. Delle due l’una: o si conferma l’ipotesi che Sergio sia assegnato in quota alla Lega (magari a sua insaputa) e allora si vedranno sorci verdi o Sergio rimane ancorato al suo primo amore, democristiano nell’anima, e allora si potrebbe prestare ad addivenire a più miti consigli e condividere l’ispirazione di Gianni Letta a sostenere la Agnes che farebbe subito il praticantato da Presidente. Ci sono bottiglie di champagne in frigo in attesa di essere stappate. Attenzione, non si tratterebbe di “nominare” un nuovo presidente come si prevede con le normativa in vigore ma solo di assumere pro tempore un incarico in sostituzione come invece prevedono i regolamenti consiliari. Poi, con calma, con il fresco si vedrà.
Però, avevamo scritto che la partita era appena all’inizio ma non siamo stati così bravi da immaginare colpi di scena già dal su inizio. Rimanete sintonizzati, da oggi in poi può succedere la qualunque.
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