sabato 22 luglio 2023

L'incredibile storia di uno scaldabagno, di un capicorda Faston e una guarnizione a muro - 2


Per gli appassionati e insaziabili divoratori di notizie Rai chiediamo ancora un po' di pazienza. Ci sono tante cose che meritano grande attenzione e pari necessità di approfondire. Se non che, in giro, i nostri amici, parenti e conoscenti sembrano tutti alquanto distratti. Comunque, c’è tempo, forse è proprio necessario prendere tempo, rallentare. Proprio come sarà necessario fare sul Contrato di Servizio.

Speriamo che più tardi sarà possibile scrivere un post solo sui nostri temi, però, nel frattempo, la Piccola storia dello Scaldabagno sembra aver appassionato le nostre lettrici ei nostri lettori. Andiamo avanti ... sarà dura!

Salvatore emerge, lentamente, dall’antro buio e polveroso con una busta in mano. Tira fuori una resistenza che somiglia alla mia. Somiglia …ma non è uguale. E allora? Che facciamo? Lo sguardo vale più di tante parole: aspetta, stai tranquillo. A Roma si dice che “Tranquillo” è morto di pizzichi. Qui non siamo a Roma, tutto è più lento. Salvatore apre un cassetto che mi genera subito un moto di invidia: c’era praticamente una mini ferramenta con tutti gli attrezzi possibili e immaginabili. Smucina e smucina e tira furi un calibro. Misura i lati della bocchetta, solo con un attimo di ritardo si accorge che c’è ancora la guarnizione che, da sola sarà almeno 1 mm e mezzo. Salvatore sentenzia: si, è questa e, mi dice, che sono pure fortunato perché da quasi 20anni non le fanno più. Ahhhhhhh…. Che fortuna!!! Ve bene…

Attenzione: il bagno deve essere in ordine entro oggi, cascasse il mondo… ce la devo fare a tutti i costi. Faccio rapidamente mente locale se mi occorre altro … no… addirittura rinuncio a passare all’edicola .. oggi la dieta mediatica sarà “leggera” solo radio e Web.

Dispongo tutti gli attrezzi su un tavolo meglio di una camera operatoria: si tratta di fare un intervento a “impianto aperto” sia elettrico che idraulico. Anzitutto la sicurezza, verifico ancora una volta che l’interruttore generale sia staccato e la chiave acqua chiusa. Bene … anzi malissimo … decido di tornare all’attacco del flessibile lato acqua fredda: dannato … deve venire giù. Riprendo tutta la batteria di chiavi inglesi, aperte, chiuse, a morsetto, pappagalli e serratubi svedese… tutto … mi compiaccio con me stesso e per tutte le volte che, dovunque vado nel mondo, prima ancora di vedere il monumento più importante vado a cercare un ferramenta locale. Lo ammetto: sono leggermente malato, disturbato mentale. Gli attrezzi sono tutto, uno stile di vita, una sicurezza per la mente, un comodo rifugio esistenziale. Le altre mie “disfunzioni mentali” sono gli orologi (insana passione, in particolare per quelli meccanici da tavolo o a muro, le “macchine” nude), le bussole e le torce tascabili a batteria. Si, è vero: ho fatto il Boy scout e lo rifarei ancora.  

Bene, mi sento carico. Guardo il flessibile con intensità: ti butto giù. Prendo le chiavi e lo affronto a muso duro. La 20 non entra e la 22 sciacqua. Dannato ci vuole proprio la 21. Bene, mi prendo una pausa e mi rivolgo alla parte elettrica. Il nuovo Faston regge bene seppure non è curvato, piego leggermente il filo e gli faccio fare un giro largo. Nel frattempo rivolgo lo sguardo laterale (avete presente?) verso il sanitario dove dal bocchettone a muro esce acqua quando si scarica. Un lampo: mi accorgo che il sanitario traballa, non sembra fissato al pavimento! Panico! Mi gira la testa, faccio pausa e mi prendo un bel bibitone di potassio. E mò che faccio ??? o telefono agli ospiti in arrivo e gli dico di tornarsene a casa con tante scuse oppure… oppure avete capito bene…sistemo pure il sanitario.

Piano di battaglia: guarda a Oriente e attacca ad Occidente. Rimuovo il sanitario, lo fisso al pavimento, cambio il manicotto e via. E via un corno. Inventario: occorre una cartuccia di silicone, una guarnizione a rondella da 0,8 mm per il manicotto, i bulloni speciali per sanitari (molto speciali) e, già che ci siamo, pure una chiave del 21. Allora chiedo a mia moglie un intervento rapido: scendere giù a valle, andare allo smorzo (ormai in dismissione, pure quelli si stanno estinguendo come i dinosauri). Inizia l’Odissea del 21 luglio in Bassa Val Tiberina. Con il vecchio titolare che conosco da 30 anni non ci si capisce. Ma c’è un perché. I bocchettoni di una volta sono diversi da quelli attuali e la guarnizione, i ring da 0,8, non ci sono più. È tutto vecchio. Non basta una diretta con “what’s app”. Non ci capiamo. Non ci sono più i "bocchettoni e i manicotti di una volta" ...ahhhh bei tempi !!!

Calma e gesso, ragioniamo. Si stanno incrociando i due cantieri: quello elettrico dello scaldabagno con quel dannato flessibile e il sanitario che deve essere fissato al pavimento e quello “idraulico” con il manicotto che perde acqua.  Ho bisogno di fiducia in me stesso, conseguire una piccola vittoria, e decido di attaccare il sanitario. Vado in officina (antro) e tiro fuori l’artiglieria pesante: un trapanone da miniera, un Bosh che pesa 7 Kg, che fora pure il granito perché il pavimento del bagno è di gres durissimo. Alloro, la procedura prevede che anzitutto si debba prendere la misura dei fori da fare al pavimento al millimetro, senza margine di errore. Poi “sterilizzare” tutto per stendere il silicone, predisporre il manicotto dello scarico entrata/uscita, rapidamente rimettere tutto in sede e serrare. Pare facile: è solo l’inizio di una lunga e drammatica battaglia dall’esito tutt’ora incerto. Il numero 21 incombe.

La storia prosegue e gli esiti sono ancora del tutto incerti …

Per quanto riguarda la RAI… rimanete sintonizzati, siate fiduciosi.

bloggorai@gmail.com

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