Allora, per cercare di capire già dal pomeriggio di ieri abbiamo convocato d’urgenza il Comitato
Scientifico Bloggorai (CSB) dopo aver chiesto e cercato notizie su quanto
successo al vertice Meloni/Salvini/Tajani per quanto riguarda la RAI. Tutti brancolano
nel buio, le agenzie hanno taciuto e questa stessa mattina nessuno è in grado di
sapere nulla di preciso se non generici titoli e poche righe su Repubblica,
Messaggero e Fatto.
Cominciamo dal principio: il comunicato ufficiale parla
di “intesa su tutti i dossier”. Una balla clamorosa e il primo dossier non inteso
è quello sull’Ucraina che, nonostante le correzioni, lascia intendere benissimo
la diversità di pensiero tra Salvini e i suoi alleati. Sui tanti dossier
aperti la sola cosa che è emersa dal vertice è che non è emerso nulla. Dunque,
apparentemente, anche sulla RAI: silenzio totale, il dossier sembra scomparso
nonostante cha mancano solo pochi giorni al 12 settembre.
Cosa è successo? Il CSB ha sintetizzato tre ipotesi.
Accordo si. I governanti hanno trovato l’accordo ma
non lo fanno sapere. Meglio giocare a carte coperte, sottotraccia. Nella trattativa
di ieri mattina qualcuno ha rinunciato a qualcosa ed è più “garbato” non farlo
sapere o, viceversa, qualcuno ha ottenuto quello che voleva ed è “carino” non strombazzarlo
in giro, non si sa mai, gli invidiosi sono sempre dietro la porta. Forse, ci dicono, mancano dettagli da affinare. Si tratterebbe
allora, secondo questa ipotesi, di arrivare prima al 10 settembre (capigruppo al
Senato) e poi al 12 alla Camera e fare il blitz, con o senza l’opposizione in
Aula (posto che sia possibile, sono in corso accertamenti). Questo teorema regge,
o dovrebbe reggere, se nel frattempo non si avvertono strappi e se, nel
frattempo, si riesce a mettere in cantiere la trattativa sulla Presidenza. Cosa
non facile e non immediata. Quando si sostiene “accordo si” si dovrebbe
chiarire se questo riguarda solo il Governo oppure anche quello con l’opposizione
che, sul tema, a quanto sembra, non manda segnali di fumo. “Fumo”.
Per quanto abbiamo capito e saputo, questa ipotesi non gode
di grande consenso. Ci risulta che la Lega non si è mossa da un palmo dalla
sua posizione e lo stesso hanno fatto gli altri. Punto. Vediamo dunque l’ipotesi
completare ed opposta.
Accordo no. Sembra essere l’ipotesi prevalente. L’accordo
non c’era già dai giorni precedenti e non poteva essere trovato ieri mattina
last minute. Gli scogli da superare e le difficoltà sono tante e pure
interne agli stessi partiti di maggioranza. Sappiamo, ad esempio, da tempo che il
destino di Sergio/Rossi non è per nulla scritto sul granito, anzi, più passano i
giorni e più la sabbia sotto i loro piedi è mobile e pericolosa. La Lega si
impunta sul DG? Si, forse ma non solo. E pure il “suo” uomo (Marano o Ciannamea
che dir si voglia) non è ancora chiaro chi possa essere il predestinato ad
assumere un ruolo “pesante” e quale. Il tema è dare un segno tangibile del suo
peso a Viale Mazzini, quale che sia. Altrimenti, minaccia, il canone lo
decidiamo noi. Il capitolo FI/Berlusconi
poi sembra un caso a parte: apparentemente si sono impuntati sulla Agnes (leggi
Letta) ma, a quanto sembra solo apparentemente: dipende … dipende dalle poste
di scambio e ce ne sono tante sul tavolo. A proposito: divertente leggere il
quadretto pubblicato ieri da Dagospia sul personaggio.
Accordo forse. Parliamo di un accordo sottinteso, e magari
che vede coinvolto un “pensiero” di una parte dell’opposizione secondo il teorema
“prima la riforma della governance e poi le nomine”. Tutti sanno però (e forse
temono) che il prossimo 23 ottobre ci sarà l’udienza al TAR che potrebbe mescolare
le carte qualora venisse accolta la richiesta di applicare criteri aperti,
trasparenti e non discriminatori secondo quanto richiesto dal MFA. Potrebbe allora
essere opportuno comunque prendere tempo e rinviare a tempi migliori e quindi, secondo
alcuni (una teoria che va molto in voga all’interno di Viale Mazzini) meglio lasciare
questo Cda in prorogatio almeno per un anno ancora. Una ipotesi plausibile che
gode di un grande vantaggio: poggia sulla granitica confusione e incertezza
generale (cosa far del Servizio Pubblico) e in particolare su tutti i fronti,
su tutti i dossier aperti. Chi ha la forza e la capacità di affrontare il tema
risorse? Chi ha la forza e la capacità di affrontare il tema Piano Industriale?
Chi ha la forza e la capacità di affrontare il tema ascolti? E così via.
Prima di chiudere, ci sono tre cosette da riferire. L'altro ieri Le Monde ha pubblicato un ampio articolo/inchiesta con il titolo “L’offensiva
della destra sulla RAI”. Si tratta di un documento molto interessante che è
raro leggere sulla stampa nazionale. A gentile richiesta, lo possiamo fornire
ai nostri lettori. Poi, nei giorni scorsi, ci siamo dilettati a vedere due
trasmissioni: Noos di Alberto Angela e Newsroom di Monica Maggioni. Meriterebbero
di qualche riga, in particolare la seconda. Oltre la noia (segnalata da ascolti
da prefisso telefonico) c’è di più, molto di più. Prima vedere e poi credere.
bloggorai@gmail.com
Nessun commento:
Posta un commento