Allora, succede, che per quanto riguarda la RAI e il Servizio
Pubblico, come prevedibile, in questi giorni siamo in presenza del consueto vuoto
pneumatico, almeno ancora per pochi giorni. Tutto “normale”, tutto già visto.
Allora invece, succede, che il pieno notiziabile di questi giorni sia stato occupato dall’affondamento del veliero milionario Bayesian. L’avvenimento, per quanto drammatico, ha occupato una quantità di spazio televisivo e cartaceo talvolta pari o superiore a quello delle due guerre messe insieme.
Poniamo però solo questo interrogativo: cosa giustifica
tanta attenzione mediatica per una notizia che potrebbe interessare solo un ambito
di lettori e telespettatori molto ristretto? La tragedia di sette vittime è
certamente meritevole di avere spazio anche per la “rilevanza” delle persone
coinvolte. Ma la "notizia" si estende ben oltre: si ipotizzano trame e complotti
tra spioni di tutto il mondo: CIA, Mossad, MI5 insieme alla Spectre, ai Poteri
Occulti megagalattici intercontinentali. “Punti oscuri”, “Misteri” “Cause
occulte” e “Responsabilità dell’equipaggio” sono stati e sono tutt’ora i titoli
prevalenti. Poi la "notizia" si estende in ambito strettamente marinaro: l’ormeggio in rada
o alla banda, i portelloni aperti, il meteo, la chiglia retraibile, l’albero di
65 metri e così via. Tutti ad indagare e dibattere se le sartie dell’albero
hanno contribuito alla stabilità della barca, se la tempesta era prevedibile e
così via. Infine l’aspetto finanziario: compravendite milionarie di barche e
Società offshore, software sofisticati per guidare bombe intelligenti, assicurazioni
ciclopiche e studi legali dalle parcelle astronomiche.
La somma di questi tre ambiti quanto può interessare la
stragrande maggioranza dei lettori/telespettatori? Difficile avere prove e
numeri su quali ragionare. È pur vero che il nostro Paese sembra alquanto suscettibile
di “tuttismo”: volta per volta tutti diventano esperti di tutto che sia la vela
(Azzurra o Luna Rossa), di sport olimpici semisconosciuti (il curling) o
tennisti sulla cresta dell’onda (Sinner). Ma qualcosa non torna: l’unica
semplice, forse banale, spiegazione, è che quando si crea un vuoto (si crea perché
altrimenti non esiste) qualcosa lo deve riempire necessariamente. Il problema è
“come” si riempie. Lo spazio di un Tg o le pagine di un giornale, “devono” essere
comunque riempite di qualcosa e allora il tema è la scelta redazionale dello
spazio da occupare. Con quali temi, con quali notizie? E con quale “peso” da assegnare ad ognuna di esse?
Tv, radio e televisione hanno occupato questo spazio per
questa notizia in modo, a nostro giudizio, anomalo, ingiustificato e sproporzionato
rispetto ad altre tragedie del mare che, quotidianamente, avvengono nei nostri
mari. Abbiamo provato a fare una ricerca su quanto rilievo ha avuto questa notizia
sui “social” e non ne abbiamo ricavato gran che. Sulla carta stampata non ci sono
tracce di commenti e riflessioni, abbiamo trovato un solo commento significativo
sul Blog del Fatto Quotidiano ( https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/08/21/naufragio-bayesian-palermo-migranti-morti-mediterraneo-si-sanno-solo-numeri/7664808/
). Conclusione: non abbiamo una risposta completa e convincente. Avvertiamo la dimensione del
fenomeno ma non siamo in grado di spiegarlo compiutamente.
bloggorai@gmail.com
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