Le danze sulla RAI si apriranno questa mattina alle 10 con
un Cda di Viale Mazzini convocato dal Presidente protempore e AD Roberto Sergio
in gran “riservatezza”, in modo apparentemente anomalo e inconsueto. Pochi ne
sapevano qualcosa e nessuno ne ha scritto nulla. Fini a ieri sera era difficile
saperne di più come, ad esempio, l’ordine del giorno. Chi sa tace e chi non sa
tace lo stesso. Comunque, qualche telefonata l’abbiamo fatta lo stesso, tanto
per capire.
Di che si tratta? Per quanto è stato possibile sapere ci
dovrebbero essere in discussione “… alcuni contratti che per importo devono
passare dal Cda, nessuna nomina e forse un aggiornamento sulla gestione di San
Marino Tv…” (da ilgiornaleditalia.it). Apparentemente robetta, quasi di
ordinaria amministrazione tanto da rendere difficilmente comprensibile la
necessità di questa convocazione. Perché allora e perché proprio alla vigilia del
tanto atteso vertice di maggioranza previsto per il 30? Ci è stata data una
possibile risposta: “E’ un segnale chiaro e forte, potrebbe essere stato raggiunto
un accordo e il 12 si voterà”. Ipotesi plausibile seppure ancora non
verificabile. Non è chiaro chi ha accordato cosa e con chi ma tant’è. Insistiamo:
e allora perché questo Cda oggi? “per un buon motivo sottinteso: sostenere e
dimostrare che l’Azienda deve essere governata e non può essere lasciata allo sbando
per molto tempo ancora”. Risposta convincente. Quindi un Cda solo “formale”
dove il sostanziale è tutto nel contesto di una situazione/trattativa in corso
d’opera. La logica del “bene dell’Azienda”, ci aggiunge un’altra fonte,
potrà essere il grimaldello con il quale si “scasseranno” gli accordi di
maggioranza e di opposizione. Con buona pace di coloro che sostengono invece
che “… ci vorranno tempi lunghi, mesi… ovvero lasciare questo Cda in proroga
almeno per un anno…”. Cioè? Un Cda con un sostituto presidente e un consigliere
in meno di fronte a problemi e sfide epocali? Intendiamoci, tutto si può fare e
qualcosa del genere è pure avvenuto in passato ma tutto ha pure un limite. Questo il limite che la maggioranza, a quanto sembra, non ha alcuna intenzione di superare. Ecco
l’accelerazione, ecco il Cda di oggi ed ecco profilarsi il prossimo 12
settembre come appuntamento con la storia di Viale Mazzini, per ora previsto
solo alla Camera (al Senato il voto ancora non è stato calendarizzato). Se mai
fosse vero questo teorema, per il “campo largo” si profilano sorci verdi. Forse, dipende.
Veniamo ora ad una notizia che riporta Italia Oggi che
titola: “Tv, nuovo digitale terrestre al via. Da domani il passaggio di un mux
Rai. Basterà risintonizzare. 5 mln di famiglie non pronte”. Si legge poi
“I grandi broadcaster nazionali non hanno mai visto di buon occhio questo
passaggio per il timore di perdere ascolti (e di favorire il passaggio alla
fruizione online): ancora oggi in Italia ci sono 12,6 milioni di tv non
Dvb-t2 nelle prime case (il 28,9%), contro i 31 milioni di apparecchi già
adeguati, secondo gli ultimi dati Auditel della rilevazione da gennaio a maggio
2024. In termini di famiglie, sono 5 milioni quelle i cui schermi
diventerebbero neri se ci fosse un passaggio totale di tutti i canali al nuovo
sistema”. Per RAI il passaggio previsto da domani si tratterebbe “solo” di
rendere difficile la visione di Rai Storia, Radio2 Visual e RAI Scuola per chi
non possiede ancora un apparato idoneo alla ricezione in T2. “Numeri
insignificanti di canali marginali” ci dissero a suo tempo, quando abbiamo
chiesto spiegazioni durante il dibattito sul nuovo Contratto di Servizio che imponeva
questo passaggio. Non ne siamo convinti, vedremo quanto peseranno questi 5
milioni di famiglie non pronte. Ricordiamo sempre che questo obbligo del
Contratto di Servizio è imposto solo a RAI.
bloggorai@gmail.com
Ieri ci ha lasciato un caro collega: Bepi Nava.
Ciao!
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