mercoledì 30 agosto 2023

Il canone RAI come quello della BBC


Quando succede, come stamattina, che sulla RAI non c’è quasi nulla di interessante da leggere non sappiamo mai bene se rallegrarci o preoccuparci. Siamo propensi alla seconda ipotesi.

Da segnalare solo un articolo di Italia oggi con il titolo "Tv, l'eccesso di canali fa fuggire i telespettatori".

Allora, succede, che andiamo a rivedere appunti e ritagli lasciati in un angolo, in attesa di poterli riprendere al momento buono. Ovviamente, abbiamo sempre bene a vista il Post dello scorso 19 agosto dove, al primo posto della lista, c’è il canone.

Su questo tema non ci sono novità se non che a settembre si dovrà riattivare il famigerato “tavolo tecnico” al ministero incaricato di formulare proposte su come rimodulare il canone per i prossimi anni. Forse, ma solo forse, sembra scongiurata almeno per quest'anno l’ipotesi di cui abbiamo scritto più volte (l’Europa ci avrebbe chiesto di riscuoterlo in modo diverso dal sistema attuale) ma non siamo del tutto certi che sia stato chiarito il tema.  

Rimane certo invece il fatto che una parte consistente dell’attuale Governo, la Lega, ha decisamente preso l’iniziativa per la sua progressiva riduzione (20% annuo fino alla soppressione definitiva) con una proposta di legge. Come abbiamo scritto, al momento, l’unica notizia sul canone è che non ci sono notizie e questa non è una buona notizia. Se c’è un punto fermo sul quale ogni azienda dovrebbe poter contare è la certezza delle risorse e il canone RAI oggi è tutto meno che un punto fermo, anzi visibilmente traballante. Se poi questo tema si aggiunge alle risorse da pubblicità in calo costante, il quadretto che emerge non dovrebbe far dormire sonni tranquilli. Investimenti? Piano Industriale? Nuovi prodotti? Con quali risorse?

Bene, torniamo ad oggi e, appunto, spulciando tra gli appunti, abbiamo ritrovato un articolo interessante pubblicato lo scorso luglio da The Guardian con il titolo “La BBC deve affrontare la revisione del modello di canone prendendo in considerazione metodi alternativi”. Leggiamo: “Il rapporto annuale della BBC , pubblicato la scorsa settimana, ha rivelato che il numero di licenze attive è diminuito di 500.000 a 24,4 milioni rispetto allo scorso anno. Una fonte governativa ha detto al Times : “La prova che c'è una crescente riluttanza a pagare è mostrata ogni anno dalle cifre. Il modello del canone sta diventando insostenibile”. Ad agosto il Daily Time on line rincara la dose e titola “La BBC si trova ad affrontare una rivolta di massa da parte dei telespettatori con 2,8 milioni che affermano di non aver più bisogno di pagare il canone televisivo” e si legge “…Un record di 2,84 milioni di persone ora insistono sul fatto che non sono più obbligate a sborsare 159 sterline per la tassa annuale perché non guardano i canali della BBC o qualsiasi tipo di TV in diretta. Questa cifra rappresenta un aumento di oltre 360.000 rispetto ai dodici mesi precedenti. Questo abbandono della BBC inasprirà il dibattito sul futuro sia dell’emittente che del canone. Toby Young, fondatore e direttore della Free Speech Union, ha dichiarato: "Queste cifre mostrano che il canone televisivo non è un modello di finanziamento praticabile per la BBC in futuro".

Per tornare a casa nostra, necessario ricordare alcuni passaggi del ministro Giorgetti (nb. Lega!) recentemente in Vigilanza: 1: “pluralità di ipotesi di riforma del canone Rai allo studio”- 2: “scorporare dal pagamento del canone una quota relativa agli investimenti sostenuti dalla Rai, a sostegno per esempio della capacità trasmissiva. Attualmente si tratta di circa 300 milioni annui che verrebbero posti a carico della fiscalità generale, riducendo il canone di abbonamento” – 3: “Qualora il presupposto diventasse il possesso di un’utenza telefonica mobile, si avrebbe un aumento della platea e quindi una riduzione del costo pro capite del canone. Oggi sono 21 milioni i cittadini che lo pagano, mentre le utenze telefoniche attiva sono 107 milioni”. – 4: “Ulteriori risorse di finanziamento della Rai potrebbero arrivare ricorrendo al mercato dei capitali”.

Quest'ultima frase è di particolare rilevanza e ci riporta direttamente a quanto abbiamo scritto nei giorni scorso sul nuovo Contratto di Servizio. Cosa intendeva dire esattamente il Ministro? Quale "mercato" ha in mente e in che modalità ricorrervi? Che tempi prevede per una ipotetica operazione del genere?

Possiamo stare sereni: questo argomento rimarrà in testa alla classifica per molto tempo a venire.

bloggorai@gmail.com

 

 

 Ps: attenzione: sul Corriere di oggi due righe molto importanti sulla RAI che potrebbe finire sul "mercato". Giorgetti fa scuola.

 


 

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