10 settembre: dovrebbero riprendere le audizioni in
Vigilanza RAI per il parere “obbligatorio ma non vincolante” sul nuovo
Contratto di servizio. Il calendario dettagliato non è stato ancora fissato. Memo: secondo
l’AD Sergio si dovrebbe concludere questa fase entro il 30 settembre anche se non
esiste nessun vincolo normativo che impone questa data (nota bene che in un
precedente Contratto 2013-2015 c’è stato un notevole ritardo). La nostra personale
opinione sostiene che, semplicemente, si vuole chiudere rapidamente un dossier
iniziato male in epoca Fuortes quando è stato costituito un “gruppo di lavoro” sotto il coordinamento
della Presidente Soldi e della collaboratrice esterna, Cinzia Squadrone, contrattualizzata
per la bisogna, e del contestuale “promoveatur ut removeatur” di Stefano Luppi,
già direttore delle relazioni Istituzionali e grande esperto dell’argomento. Da
allora, è stata impressa una forte impronta di riservatezza, di chiusura ad
ogni confronto e dibattito pubblico, fino al documento finale reso noto ai
primi dello scorso luglio. Da allora in Vigilanza ci sono state diverse
audizioni (ultima quella del ministro Urso) e ne mancano ancora altre molto
importanti (i sindacati RAI dovrebbero presentare una nota congiunta ma della quale
ancora non ci sono tracce, visto anche quanto successo lo scorso 26 maggio con
lo sciopero generale poi improvvidamente revocato). Sintesi: quasi nessuno ne
ha parlato o scritto o proposto riflessioni o approfondimenti. C’è da
auspicare che la Vigilanza si prenda tutto il tempo possibile per rendere trasparente
e partecipato tutto ciò che invece, finora, è stato opaco e riservato.
14 settembre: è prevista la prima riunione del Cda
RAI dopo la scomparsa di Riccardo Laganà. La sua sostituzione, come abbiamo
scritto, sarà molto complessa e politicamente quanto aziendalmente “delicata”.
Come abbiamo scritto i possibili scenari sono due: A - il Cda, seguendo il dettato
delle Legge 220 del 2015, “deve” avviare il meccanismo di elezione del nuovo
rappresentante dei dipendenti. Ma la Legge non specifica entro quando la
procedura deve essere avviata. Posto e non concesso che si possa avviare già da
questa data della prima convocazione del Cda, se tutto va bene e senza intoppi,
occorrono almeno 3 mesi per concludere tutta la complessa macchina elettorale
(presentazione candidature etc) ovvero si andrebbe a fine dicembre, ovvero a
pochi mesi dalla scadenza naturale. Abbiamo sentito parlare di un patto di
ferro che si vorrebbe stipulare tra le sigle sindacali: proporre un candidato
unitario con il vincolo della sua rielezione a giugno. Un azzardo e molto
complesso da realizzare. B – il Cda rimanda, rinvia, allunga i tempi fino a rendere
del tutto irrilevante la nuova elezione. Si assumerebbe un grave rischio di
inadempienza normativa ma potranno trovare un artificio che li possa supportare.
In questa ipotesi si colloca anche un possibile “percorso virtuoso” cioè un
atto di garbo istituzionale da parte di SergioRossi: convocare tutte le parti
interessate e porre una semplice domanda: “Che volete fare?”. Certe sono almeno due
considerazioni: la prima è che il Cda nelle condizioni attuali è monco di una
voce rilevante in un momento strategico per l’Azienda. La seconda è che un candidato
forte, autorevole e di notoria indipendenza dalla politica come è stato
Riccardo non sarà facile da trovare. L’articolo che abbiamo citato del Corriere
dei primi di agosto non lascia presagire nulla di buono: il Governo vorrebbe
che fosse una persona di suo gradimento.
15 settembre: è prevista la nomina del nuovo
direttivo ADRAI (sindacato dirigenti RAI). finisce l’epoca Meloni e si apre un nuovo
capitolo di assoluto rilievo strategico proprio nel momento in cui l’Azienda si
appresta ad entrare in una nuova era di diversi paradigmi economici, normativi
ed editoriali. il nuovo vertice del sindacato, anzitutto, dovrà essere audito
in Vigilanza RAI (l’ultima volta è avvenuto ad aprile quando ancora non era
noto il testo del Contratto) e sarà interessante sapere e capire come questa
parte del “partito RAI” entrerà in gioco. Si schiererà dalla parte della
maggioranza di Governo o si collocherà dalla parte degli interessi del Servizio
Pubblico che potrebbero non essere proprio coincidenti, anzi? Ad esempio: cosa
dirà sul tema cruciale dell’allegato 1 del nuovo Contratto che prima era
dettagliatamente prescritto nell’art. 25 del precedente Contratto? Oppure, cosa
dirà della scomparsa del “giornalismo d’inchiesta” ora svanito nella nuova bozza? Da non dimenticare
mai che questo Contratto aprirà la strada al rinnovo della prossima Convenzione
la cui scadenza è prevista per il 2027 e che questo stesso Contratto sarà la
cornice obbligatoria del nuovo Piano Industriale (Bloggorai ha sostenuto allo
strenuo che non era sensato fare il contrario).
Per tutto il mese di settembre qualcuno lavorerà
A- al proposito di convocazione di una sorta di “stati generali” del
Servizio Pubblico. Sia il M5S e sia FdI lo hanno annunciato mentre il PD si è
limitato a riassumere una proposta di riforma della Governace RAI vecchia almeno
di un paio d’anni, salvo poi, in questo mese “aprire il dibattito”. Auguri. Per come la vediamo noi, ogni iniziativa
che estende il confronto e punta a definire le linee guida di una nuova
missione del Servii Pubblico è benvenuta. Vedremo. B- in questo mese potrebbero
emergere novità sul tema canone. Esclusa la revisione della modalità di
riscossione diversa dalla bolletta si tratterà di capire come la componente “abolizionista”
o riduzionista che dir si voglia (Salvini &C) sarà in grado di imprimere un
indirizzo.
bloggorai@gmail.com
Nessun commento:
Posta un commento