Sperammo … invano…
E invece no! O meglio, non del tutto. Sicchè ci siamo posti
un piccolo dilemma: annotiamo tutto e ne riparliamo a fine mese oppure prendiamo
di petto le notizie che arrivano e ci divertiamo in presa diretta? Facciamo una
via di mezzo: scriviamo qualche nota essenziale e poi approfondiremo.
1.
Due, ben due improvvide proposte di legge di
riforma della governance RAI. Una nientepopodimenoche rivista e corretta da una
precedente del 2015, 8 anni addietro. La seconda del PD, forse anch’essa rivista
e corretta (non sappiamo ancora se aggiornata) delle precedenti proposte
avanzate nella scorsa legislatura. In entrambe si parla di “fondazione” che, a
nostro modesto avviso e salvo approfondimenti e affinamenti, non sembra proprio
la soluzione del problema. Entrambe soffrono di una visione limitata e parziale:
l’organo di gestione, il Cda, non è un fine ma uno strumento di una missione o
visione del Servizio Pubblico prossimo venturo che ancora nessuno si sforza di
proporre. Comunque si tratta di iniziative
improvvide e temerarie perché avvengono quando è in corso una durissima
battaglia sul Contratto di Servizio, propedeutico alla futura Convenzione in
scadenza nel 2027 e, ancora più rilevante, quella sul canone.
In soldoni: il povero toro preso per la
coda e non per le corna: fuori tempo e fuori luogo.
2.
Il ministro Urso è andato nei giorni scorsi in
Vigilanza e ha sparato a palle incatenate contro Report e giurato che il
giornalismo d’inchiesta è e sarà, nei secoli fedele, scritto nel granito del
prossimo Contratto di Servizio. Non ci sembra proprio così. Il famigerato art.
25 del precedente contratto dove esplicitamente veniva indicato tra gli “OBBLIGHI”
del Contratto, semplicemente è sparito, puffete, come un palloncino bucato. Tutti
gli obblighi derubricati in un allegato, una nota margine, un appuntino scritto
su un calepino da danza, un affare tra privati, senza vincoli e senza
controlli. Di cosa stiamo parlando?
3.
Il direttore generale della RAI, Giampaolo
Rossi, sul quale tutti, rigorosamente tutti, hanno taciuto sulla sua natura,
sulla sua funzione, sulla sua “fonte di nomina” e legittimità normativa è stato
nominato nel Consiglio direttivo di Confindustria Radio TV. Due note: la prima
è perché proprio lui? E la seconda: non sarà il caso di affrontare prima o poi
il tema della presenza di RAI in un contesto del genere?
Ci segnalano che proprio stamattina il Senatore Gasparri ha
dichiarato chiaro e tondo che di riforme Rai non se ne parla, ne ora ne mai…
Alla faccia della sincerità e delle lunghe vedute: Hic Manebimus Optime… tradotto:
e chi se move ... stamo tanto bene così…perché cambiare?
Care lettrici, cari lettori, non ci perdiamo di vista,
frequentiamoci, scambiamoci il numero di telefono e magari ci prendiamo un
chinotto fresco con una scorza di limone al chioschetto.
Bloggorai@gmail.com
ps: non ci siamo dimentica che Bruxelles ci degna attenzione ... ne riparliamo
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