sabato 26 agosto 2023

La RAI peggio di prima

Foto di Annette da Pixabay

Questa mattina Giovanni Valentini sul Fatto ha pubblicato questa frase: “Manca meno di un anno alla fine di questa avventura in Cda. Sono complessivamente deluso, lascio una Rai peggio di come l'ho trovata. Responsabilità diffuse, ma in tasca conto le mie" (da un WhatsApp di Riccardo Laganà, ex dipendente ed ex consigliere di amministrazione della Rai - 8 luglio 2023.

Già … di chi le responsabilità "diffuse"? A qualcuno potrebbe tornare comodo addebitare alla "nuova destra" i problemi della RAI di oggi. Se ognuno di noi volesse pubblicare le conversazioni private che sono state intrattenute in questi anni tra tutti noi ne uscirebbe un quadro devastante sulla storia della Rai. Non riguarderebbe solo il periodo in cui Riccardo è stato consigliere ma molti anni precedenti. Con una differenza: lui lo ha sempre ammesso di battersi contro forze oscure, potenti e impari, del presente ma anche del passato. Altri invece, tanti, fanno come se nulla fosse: le colpe sono sempre al di fuori, diverse e distanti da loro. Comunque, quelle di Riccardo sono parole granitiche: è vero, la RAI di oggi è molto peggio di quella di un “allora” indefinito.

Senza lambiccarsi troppo il cervello, limitiamoci ad un solo quanto rilevante aspetto: il Contratto di Servizio. A nostro giudizio, quello oggi in discussione è molto, molto peggio dei precedenti (e infatti Riccardo ha votato contro). Anche qui con una grande differenza: nei precedenti contratti c’è stato un dibattito, piccolo o rilevante che sia stato, ma c’è stato. In questo caso, almeno finora, nulla … quasi il vuoto pneumatico di confronto più o meno istituzionale. Tappeti d’oro alla Vigilanza RAI (che invece qualcuno improvvidamente vorrebbe abolire – vedi proposte del 2 agosto) che almeno è tenuta a fornire un parere (vedi Post di ieri). Altrimenti, dalle grandi firme del giornalismo nostrano non abbiamo ancora letto una riga.

Bene. Ieri ci eravamo lasciati con una domanda: “Perché in questa occasione invece si è scelta la via della fretta e della riservatezza?” per cercare una risposta occorre fare qualche passo indietro e altri di lato. Il passo indietro si riferisce alla nomina di parte di questa consiliatura. I componenti del Cda (ovviamente a parte Sergio) sono stati nominati da Draghi nel contesto della sua famigerata “agenda” da tanti lisciata e pelata. In quell’ambito, appena insediato, dopo pochi giorni (tre settimane per l’esattezza) Fuortes si affretta a ratificare una parte del precedente Piano industriale firmato Salini, se ne appropria e resuscita la cosiddetta “riforma per generi”. Chi l’ha vista? Lasciamo perdere.

Alla fine di agosto 2021 eravamo agli sgoccioli dell’era Covid e il Cda appena insediato non aveva la più pallida idea delle incombenze a cui far fronte. Un esempio su tutti? Il famoso incontro/scontro con la Fedeli in Vigilanza sul tema canone: l’uno che chiedeva all’altro cosa fare. Surreale. Tutto agli atti.

Arriviamo all’autunno 2021. Il 14 ottobre viene costituito un “gruppo di lavoro” Rai incaricato di predisporre una bozza di documento sul nuovo Contratto di Servizio a il coordinamento viene affidato a Stefano Luppi, considerato in Azienda tra i pochi “esperti” dell’argomento (poi promosso e rimosso). Nello stesso periodo viene nominato Direttore alle Relazioni istituzionali Rai Luca Mazzà che, dal “… maggio 2022 è coordinatore delle attività del Gruppo di lavoro per il Contratto di Servizio 2023-2027”. Contestualmente, sempre ad ottobre, viene contrattualizzata dall’esterno Cinzia Squadrone, ex marketing Rai, anch’essa incaricata di “seguire” il Contratto di servizio. Inizia il porto delle nebbie. Nessuno sa più nulla e la sola bozza è quella che abbiamo pubblicato su Bloggorai a fine gennaio 2023.

Rimane ancora senza risposta la domanda: perché la segretezza e riservatezza? Ci arriviamo, lentamente ma ci arriviamo. Nulla succede per caso, tutto e sempre ha un prologo, uno svolgimento ed un epilogo.

Premessa d’obbligo (già esposta in altri Post): questo Contratto è una pietra miliare sul futuro della RAI per almeno due buoni motivi. Il primo è perché costituisce la premessa indispensabile, la cornice, del Piano Industriale (nb: nella bozza in discussione, all’art. 20, si parla di “…2.A tal fine Rai, nei propri piani industriali,” come se ce ne fosse più di uno) e poi perché la scadenza di questo Contratto andrebbe ad affiancarsi proprio alla scadenza della Concessione del 2027, considerata a torto o ragione, il crocevia del futuro del Servizio Pubblico per i noti “appetiti” di messa all’asta del nuovo documento. 

Si capisce bene allora come questo Contratto, nelle intenzioni o nelle proiezioni progettuali di alcuni, potrebbe costituire una sorta di anticamera di un possibile percorso di privatizzazione strisciante, di lungo periodo. Vedi il tema del famigerato “allegato 1” della bozza in discussione. Perché “tiralo fuori” dall’oggetto del contratto? Notoriamente, ribadiamo, l’oggetto del Contratto deve essere inserito nel Contratto stesso altrimenti si tratta di altra cosa e la prevista esclusione della pubblicazione dell’Allegato 1 in Gazzetta Ufficiale rafforza questo sospetto.

Rimane una zona d’ombra sulle resistenze e reticenze sul Contrato di Servizio presenti all’interno di Viale Mazzini. Anche di questo, ne abbiamo già parlato. Sarà utile ritornarci sopra.

bloggorai@gmail.com

 

ps: tenetevi aggiornati, da ieri siamo in possesso di un documento importante che merita un Post a parte: lo stiamo studiando.

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