lunedì 28 agosto 2023

Buon Anno !!!


Ad un certo punto, alla fine della stagione del Maggio ’68, sui muri di Parigi comparve questo manifesto. Era tutto finito, o quasi, e si tornava ad una presunta “normalità”? No, non era tutto finito e la “normalità” era solo presunta. Nulla sarebbe stato più come prima. Era iniziata una nuova era che ancora allunga la sua ombra fino ai giorni nostri. 
Ogni inizio di "Nuovo Anno", vi proponiamo questa immagine (ormai da oltre 5 anni).

Ora ci troviamo all’inizio di una nuova stagione che interessa e coinvolge tutto il perimetro del mercato audiovisivo nazionale e sarà veramente difficile intravvedere cosa potrà venirne fuori. Anzitutto è in corso la grande partita TIM e già questa, da sola, impatterà non poco su tutto il resto del mercato. Poi, la scomparsa di Silvio Berlusconi e l’eredità televisiva che ha lasciato è ancora molto confusa. Cosa farà la famiglia? Vende, rilancia, non tocca nulla se non piccoli aggiustamenti editoriali? Al momento, si registrano tensioni tra le due componendi del Governo (FI e FdI, con la Lega che scalpita). La Meloni ha posizionati i suoi uomini migliori a Viale Mazzini (Rossi e Chiocci). Le “piattaforme” sembrano dare segni di instabilità e faticano a mantenere il numero di abbonamenti.  

Questi i tratti salienti che si intravvedono per le prossime settimane. Il calendario e il memo sulla RAI ve lo abbiamo già scritto (il 19 e il 24 agosto): teneteli bene a mente.

Oggi, complice una pioggerella rinfrescante quanto ancora tropicale, non c’è molto da riferire se non il “caso Morgan”. Robetta da bassa cucina, non merita attenzione. Interessante invece l’articolo di Domani con il titolo “Verso la nuova stagione. Da Merlino a Berlinguer e Porro. Chi rischia nella guerra dei talk. Riparte la stagione dell'approfondimento nel primo anno della Rai sovranista”. Da notare che RAI, con l’uscita di Berlinguer, non ha più un programma di informazione/intrattenimento da prima serata.

Ne approfittiamo per fare un passo avanti e tornare ancora su Contratto di Servizio, la cui discussione riprenderà nelle prossime settimane. Ci siamo proposti di fare una lettura dettagliata e comparata con quello precedente. Intanto però vi proponiamo una riflessione generale, di contesto, sulla sua “architettura”, sul modello di RAI che ne viene fuori. Anzitutto è necessario ribadire un elemento del quale vi abbiamo appena accennato: il Contratto, da sempre, è stato “vissuto” all’interno di Viale Mazzini più come una somma di vincoli piuttosto di opportunità. Vi abbiamo già scritto sulla presunta “paternità e maternità” di questa bozza, prevalentemente tutta interna al palazzo. A suo tempo, ci vennero suggeriti nomi e cognomi di chi, con molta enfasi, non vedeva l’ora di liberarsi dei tanti obblighi che il Contratto impone. Inoltre, è stato sostenuto, questi vincoli sono onerosi a fronte dei quali non si garantivano risorse adeguate a farvi fronte. Vedi, ad esempio, nel precedente contratto il canale istituzionale. Anche Bloggorai, a suo tempo, ha sostenuto questa tesi: troppi impegni e poche risorse. Il precedente Contratto, comunque, appunto, nella sua “architettura” era un buon Contratto nelle premesse, nell’articolato e nelle intenzioni (vedi il  “ … piano di riorganizzazione che può prevedere anche la ridefinizione del numero delle testate giornalistiche…”).

La prima differenza rilevante si legge già nelle Premessa del nuovo Contratto dove si marca subito un indirizzo significativo:  5.ain coerenza con le risorse economiche pubbliche derivanti dal canone riconosciute a Rai, indicare con chiarezza gli impegni e gli obblighi del contratto di servizio …” e c “assicurare una maggiore cogenza degli obblighi assunti nel contratto di servizio, in particolare attraverso l’introduzione di obiettivi misurabili nonché potenziando le modalità, gli strumenti e gli organi di verifica dell’attuazione dei suddetti obiettivi.

È la prima volta che compare nel Contratto di Servizio questo principio che lega l’erogazione del canone in relazione ad obiettivi misurabili e raggiungibili, si tratta dei famigerati KPI. Cosa significano in un contesto di Azienda pubblica radiotelevisiva che ha, o dovrebbe avere, l’assicurazione della fornitura di un servizio pubblico ispirato a dettagliati principi generali, dettagliatamente indicati all’art. 2 sia del precedente Contratto quanto della nuova bozza.

Vediamo prima però l’art. 1: nel Contratto 2018 si legge che “ …il presente Contratto ha per oggetto l’attività che la Rai svolge ai fini dell’espletamento del servizio pubblico e, in particolare, l’offerta radiofonica, televisiva, e multimediale diffusa attraverso le diverse piattaforme in tutte le modalità, l’impiego della capacità trasmissiva necessaria, la realizzazione dei contenuti editoriali, l’erogazione dei servizi tecnologici per la produzione e la trasmissione del segnale in tecnica analogica e digitale, la predisposizione e gestione dei sistemi di controllo e di monitoraggio”. Nel nuovo Contratto invece si legge “il presente Contratto ha per oggetto l’attività che la Rai svolge ai fini dell’espletamento del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale definita anche in relazione allo sviluppo dei mercati, al progresso tecnologico e alle mutate esigenze culturali, nazionali e locali”. Ecco emergere la grande novità: la Rai opera “anche in relazione allo sviluppo dei mercati” ovvero il Servizio Pubblico è posto in relazione ad un concetto relativamente nuovo nella sua storia. Come direbbero gli esperti giuristi, si comincia a configurare un “combinato disposto” (KPI e mercati) perfido e malefico che non lascia immaginare nulla di buono.

Ci fa tornare in mente qualcuno che, negli anni passati, ha immaginato la RAI come una "fabbrica di bulloni". Chi era?

Andiamo avanti.

bloggorai@gmail.com

 

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