lunedì 21 ottobre 2019

Il senso delle Cose


Sul Servizio Pubblico radiotelevisivo sembra calata una spessa nube di silenzio, grigio e minaccioso. 

A che punto è la notte? I giorni precedenti sono stati utili a mettere a fuoco alcuni elementi. Il primo, ca va sans dire, è la politica, quella alla quale, tanto per intenderci,  fa riferimento l’AD Salini quando si reca in pellegrinaggio da Zingaretti, a seguito del quale avviene il “miracolo” della bollinatura da parte del Mise del Piano Industriale. Tra leopolde e manifestazioni di piazza, tra veleni e intrighi in tutte le componenti del Governo, la situazione non sembra proprio delle più rosee (da rileggere un interessante fondo di Francesco Verderami sul Corriere di venerdi) e, per quanto riguarda la Rai, siamo alla vigilia della conclusione delle audizioni in Vigilanza sul Piano industriale, dell’avvio delle “trattative” sulla prossima finanziaria dove si capirà cosa si intende fare dell’extragettito ricavato dal canone, della possibile conclusione degli accordi per la nomina del futuro presidente AgCom e, non ultimo, della nomina del sottosegretario alle Tlc.

In questo quadro si capisce e si interpreta il “torpore” che sembra diffondersi a Viale Mazzini. Tutti i riferimenti “politici” traballano e nessuno sa bene a chi Santo votarsi. In ordine: chi fa riferimento, chi è in “quota” al M5S, avverte un vago senso di indeterminatezza. Per intenderci: Di Maio è stato (almeno fino a giugno insieme a Salvini) un sostenitore dell’abolizione del canone. Durante il suo Governo, in Vigilanza il capogruppo era Paragone, presentatore insieme alla Paixa, di un disegno di legge che appunto si dirigeva in quella direzione. Paragone viene sostituito ma il dubbio rimane: da che parte sta il M5S rispetto al Servizio Pubblico? Da questa domanda ne discende una complementare: è noto che al punto 11 del programma di Governo si intende procedere alla “riforma del sistema radiotelevisivo …” quindi non solo della Rai. Ebbene, su questo tema non trapela una virgola. Sappiamo solo che per il prossimo 8 novembre è stato convocato un appuntamento per valutare e confrontare le proposte precedenti (De Zelueta, Gentiloni e Fico). Il primo che “sembra” avvertire” questa sensazione è l’uomo solo al comando che dovrebbe procedere rapidamente ad applicare il Piano industriale e, appunto, tentenna, in attesa di indicazioni e chiarimenti che non sembrano arrivare da palazzo Chigi. Infine, e non è domanda da poco, molti si chiedono: Salini è sempre nelle grazie di Di Maio & Co?

Chi invece guarda al mondo del PD, poverino, si trova in ben peggiori difficoltà. Già … quale PD? Quello di prima o quello di dopo? Quello di Zingaretti o quello degli ex? Attenzione: a Viale Mazzini e nelle strade adiacenti non sono pochi quanti sono stati e forse sono ancora sotto l’ombrellino protettivo del renzismo e sono proprio questi quelli che incutono timore agli uni (PD Doc) e agli altri (M5S). Siamo alla vigilia (si fa per dire) di una tornata di nomine “pesanti”, quelle che dovrebbero dirigere le nove superdirezioni della nuova Rai “verticale” (sic!). I bocconi sono grossi e le belve non lasceranno briciole. Ma il tema del PD, in verità, si ricollega a quanto detto prima e alla madre di tutte le battaglia prossime venture: le nomine che il Governo dovrà fare nelle partecipate e nelle autorithy, tra le quali di primario interesse quella di AgCom, dove, appunto,il PD (quale PD? ) è fortemente interessato a portare a casa il nome di Giacomelli (che farebbe tanto felici i renziani non solo in Rai ma anche nella concorrente Mediaset). A questo proposito, vale la pena riportare un curioso articolo comparso nel giorni scorsi su un giornale on line, Il sussidiario.net. Si racconta di un presunto incontro tra Salini e Confalonieri avvenuto ad Assisi nelle settimane scorse. L’autore del testo, Gennaro Da Varzi, suppone che la conversazione sia stata interessante e possa aver riguardato il Piano industriale Rai e la ricerca di “sintonia” per appoggiare la nomina del prossimo presidente AGCom. Sarebbe, per quanto si legge, stato raggiunto un accordo per sostenere Giacomelli, appunto. Ovviamente non crediamo a nulla di tutto questo, ma crediamo che alla partita Piano industriale e nomina di AgCom la concorrenza  sia fortemente interessata. Dopo di che, ognuno gioca la sua partita, come meglio crede.

Quanto basta per non dormire sonni tranquilli. A Viale Mazzini dopo il semi inutile e fumoso Cda della settimana scorsa dedicata al calo degli ascolti (“monitoraggio e attenzione”) dopodomani ne è previsto un altro. Stanno già tremando i muri e si preparano i materassi (M.Puzo) dove si parlerà, forse, dei nuovi canali previsti dal Contratto di sevizio: inglese e istituzionale, nonché delle rispettive nomine. Entrambi potrebbero e dovrebbero partire  rapidamente ma non tira aria. Capita l’antifona, la Maggioni si vorrebbe sfilare da Rai Com e magari vorrebbe partecipare ad un banchetto più sostanzioso e magari con un occhio al possibile rimpasto dei Tg. Sul  canale istituzionale problemi con la nomina del direttore che, peraltro, già compare nel sito Rai. Per le reti, non ne parliamo: dopo tanto parlare sulla direttora di rai Uno De Santis che non ha alcuna voglia di passare alla storia come la trapanatrice della rete ammiraglia (nel senso del trapano che fora la chiglia della barca che affonda) tutto si rimette in altro mare e si attende intanto che pure il genio di Freccero vada finalmente a godersi la meritata pensione. I prossimi direttori di rete saranno addetti a passare le fotocopie provenienti dai direttori verticali: quanto saranno felici !!!

Veniamo alla cronaca, ahimè. Sempre venerdì scorso si è svolta la conferenza stampa per la fiction del futuro Rai: ecco qualche titolo. Dante, Il Conte di Montecristo, Elsa Morante, Leonardo … il popolo giovane del Servizio Pubblico attende con ansia …che meraviglia … che brivido di sottile piacere… da comprare una scorta di pop corn, un paio di comode ciabatte e un plaid di lana scozzese e che la festa cominci. Nelle case, gatti e cani di tutta Italia saranno felici. Tanto per capirci: il colpo di genio della fiction di questa stagione poggia su due pilastri. Il primo è la ventesima replica di Montalbano, il secondo è Imma Tataranni, la cugina “povera” presa a sua immagine e somiglianza. Questo porta alcuni a dire “grande soddisfazione per la tenuta degli ascolti Rai” ma non induce alla minima riflessione su come e su quanto questi ascolti allontanano progressivamente una parte consistente di pubblico dalla Rai. Per non dire della prima serata di Rai Uno, affidata ancora per alcune settimane ad Alberto Angela. Sabato scorso, mentre Canale 5 straripava con il 28% di share con la De Filippi, Rai Uno rispondeva con un documentario sui luoghi de Il gattopardo che ha fatto gongolare con il 18% di share. Non ci occupiamo di numeri che, solitamente, sono opinabili mentre siamo interessati a capire cosa succede in questo Paese e come la Rai accompagna la sua crescita. Sembra quasi che ci sia una specie di colpevole abdicazione verso la parte strategica e consistente di questa società: i giovani. Tutto induce a ritenere che siano marginali nelle scelte editoriali del Servizio Pubblico. Vedi il prossimo esordio di Fiorello. Sarà interessante leggere la composizione degli ascolti dopo il suo esordio per lanciare Rai Play.  Magari ci sbagliamo, ma facciamo fatica a ritenere che sia un personaggio che “parla” al pubblico giovanile. Vedremo

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