sabato 12 ottobre 2019

cCome le foglie d'autunno

Oggi è sabato, andiamo lunghi, abbiamo tempo.
Il mondo è bello perché è avariato e non fai in tempo a stupirti di una cosa che subito ne arriva una nuova migliore della precedente. In poche parole, non ci si annoia e a Viale Mazzini lo sanno bene, tutti, da sempre.

Che succede? Succede che qualcuno lancia anatemi, minaccia scomuniche, promette gomme bucate perché la situazione in Rai è grave, tutto sembra andare per il verso sbagliato e il povero spettatore, il sottoscritto in buona compagnia di tanti altri buontemponi, attende con ansia cambiamenti epocali, bombe atomiche minacciate, direttori che saltano e invece … zacchete … contrordine compagni!!! Tutto fermo!!!

Cominciamo dai ricorsi: un ricorso non si nega a nessuno. In ordine: alla Corte Costituzionale, ai Presidente di Camera e Senato, al Presidente della Vigilanza, alla Corte dei Conti, al Giudice ordinario, al Tar, ad un semplice avvocato, alla Croce Rossa e alla Protezione Civile. Inutili faldoni che giacciono inermi e silenti negli androni bui e polverosi.

Tutto questo pistolotto per arrivare al dunque: per quanto è dato di leggere e sapere, a seguito dell’approvazione del Piano industriale, sembra di capire che rimarrà tutto fermo e le minacciate nomine o rimozioni di direttori di rete o testate verrà rimandato a tempi migliori a partire da quella del Presidente Foa (ricordate Primo Di Nicola del M5S: “deve preparare gli scatoloni”). Ieri abbiamo cercato di capire – invano - il senso del voto in Vigilanza sul codice per i dipendenti Rai sull’uso dei social: sembrava un segnale significativo che il Parlamento ha dato alla Rai. “è normale che sia così .. tutto tranquillo” ci dicono i pompieri della situazione e ora ci aspettiamo che l’Usigrai che l’aveva definita una invasione di campo proponga l’ennesimo, inutile, ricorso.   

Mentre, a proposito di Vigilanza, una notizia ce l’abbiamo. Pur ribadendo  ancora una volta che i parlamentari non hanno l’obbligo di esprimere un parere sul Piano Industriale, dallo scorso giugno sono iniziate una serie di audizioni non ancora terminate e per la fine del corrente mese è atteso in Vigilanza il ministro Patuanelli (che ancora non ha conferito le deleghe alle TLC). Dunque le audizioni non sono finite e non è dato sapere quando finiranno. Il Piano è stato “bollinato” e dunque, a parere di alcuni, è pronto per essere avviato. C’è un però che intralcia: Il Piano Industriale si accompagna pari pari a quello sull’informazione che invece è di piena competenza della Commissione parlamentare. La notizia è che, se tutto va bene, la Vigilanza potrà calendarizzare l’argomento non prima di qualche mese in quanto andiamo dritti dritti incontro al periodo caldo della Legge di bilancio che, notoriamente, ha la prevalenza sui lavori parlamentari.  Ecco i tempi migliori di cui sopra ed ecco che cominciano a tornare alcuni ragionamenti fatti su questo blog sul “calendario della crisi”. Nello scacchiere mancano pedine importanti che dovranno partecipare ai giochi: la prima, come scritto, è quella del Sottosegretario alle Tlc e la seconda, non meno importante è quella di AgCom. Se queste non iniziano a giocare la partita non inizia.

A viale Mazzini intanto agiscono con la velocità di un criceto alla vigilia del letargo. Tutti concordano che è in corso una grave crisi di ascolti e allora cosa ti fanno: il CdA scorso se ne doveva occupare e il tema è stato rinviato al prossimo. Tanto per capirci: Mediaset, appena si è resa conto che alcune produzioni non andavano, hanno impiegato mezza giornata per modificare il palinsesto!

E veniamo ad un articolo  apparso nei giorni scorsi sul sito lettera43.it dove si legge, a parte amenità di gossip, una storiella che ci ha incuriosito ed abbiamo cercato di saperne di più: il Dg Matassino non avrebbe ancora le procure, cioè i poteri di firma sulle spese. Un paio di telefonate per verificare e, in effetti, ci hanno detto “ fino a pochi giorni fa era vero ed ora, sembra, siano state firmate”. Non è interessante ciò che sembra ma quello che è: la sua nomina, oltre che essere “abusiva” in quanto non prevista da alcuna Legge che anzi la Legge del 2015 sostituisce il DG con l’AD, di fatto, ha allungato la catena di comando tra l’AD e le strutture strategiche operative. Il CTO e il CFO ora hanno un riporto intermedio tra loro e il vertice aziendale con una figura, fino a prova contraria, che sul Servizio Pubblico Radiotelevisivo italiano fino a poco prima, forse, non ne sapeva quasi nulla. E poi c’è chi si lamenta perché magari qualcuno”rema contro”. Come dargli torto? Questa figura, magari con l’ennesimo ricorso  magari alla Corte dei Conti (il suo modesto compenso si poteva anche risparmiare, individuando una risorsa interna), potrebbe pure tornare pure a casa al termine del suo contratto, insieme a chi lo ha nominato, fra poco più di un anno e mezzo. Cioè … Nulla.

Cronaca di oggi: il quotidiano La Notizia pubblica un articolo,a firma Clemente Pistilli, dove si parla di “relazione sulla gestione della società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo inviata ai presidenti delle Camere, Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati”. Sembra esserci un errore in quanto si riferisce a quella dello scorso anno. Curioso. Ma intanto ci rinfresca la memoria: leggiamo che i magistrati contabili “esaminando il bilancio 2017 e le principali decisioni prese successivamente dalla spa, hanno constatato che l'esercizio si è chiuso positivamente al 31 dicembre di due anni, con un utile netto in crescita e pari a 5,5 milioni di euro. Aumentato anche il patrimonio netto, passato in dodici mesi da 799,4 a 808,4 milioni. Ma i ricavi sono diminuiti del 7%. Male le entrate legate al canone radiotelevisivo, passato da 1,9 a 1,7 miliardi, e quelle pubblicitarie, che si sono ridotte da 615,7 a 567 milioni. La Corte dei Conti ha così raccomandato alla Rai di insistere in tutte le misure "organizzative, di processo e gestionali" utili ad eliminare inefficienze e sprechi, proseguendo quando possibile e conveniente nel percorso di internalizzazione delle attività e concentrando gli investimenti sulle priorità "effettivamente strategiche", contenendo così i costi.” Manca poco alla prossima relazione. Ecco, tanto per rinfrescare la memoria e sperare che qualcuno abbia la voglia e il coraggio di tenerci informati.
bloggorai@gmail.com

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