giovedì 24 ottobre 2019

Il coraggio Rai

premessa: in Rai  tante persone  si  interrogano su chi mai sarà l'autore di questo blog. 
Basta chiedere, la mail è in fondo ad ogni post!
Questa mattina compare sulle pagine di Repubblica una intervista al Presidente della camera, Roberto Fico. Leggiamo: “Sulla Rai serve più coraggio: c'è urgente bisogno di una riforma». Lo dite da sei anni. Adesso siete in maggioranza. E niente. «C'è un ritardo che va colmato. E oltre a tutelare il ruolo di servizio pubblico che la legge assegna alla Rai, c'è la necessità di un cambio culturale. Serve maggiore indipendenza, maggiore lontananza dalla politica. E non bisogna cadere nell'errore che anch'io facevo prima di vedere le cose da vicino: non ci sono solo i governi e i partiti che cercano di interferire con la Rai. C'è anche, all'interno della Rai, un atteggiamento da cambiare, soprattutto rispetto al tema dell'indipendenza”. Ottimo !!! Osservazioni: anzitutto, come da Contratto di Governo al punto 11, si dovrebbe parlare di urgenza di riforma del Sistema, non della sola Rai di cui è parte rilevante ma è pur sempre parte di un sistema più ampio. Ad oggi, il SIC (Sistema Integrato delle Comunicazioni) è regolato da una Legge, la famigerata Gasparri 112 ormai datata 2002, cioè vecchia di oltre 17 anni, un altro mondo, il pleistocene. Se, ancora una volta, si parte dalla coda, la Rai, e non dalla testa, il sistema, il rischio è di trovarsi ancora una volta con l’ennesima legge che tappa la voragine del Servizio Pubblico ma non argina il vortice dove si agitano tecnologie, risorse economiche, piattaforme, linguaggi e contenuti che una sola legge sulla Rai non è in grado di organizzare.

Veniamo ora al coraggio che, come al solito, si vede dalle piccole cose. Ieri, ci hanno raccontato, si è svolta la conferenza stampa di presentazione del nuovo (nuovo???) programma che andrà in onda da questa sera su Rai Tre condotto da Raffaella Carrà. Il racconto della conferenza stampa è centrato sulla presentazione da parte del direttore di rete, Stefano Coletta. Ecco: il paradigma del coraggio. Allora, anzitutto l’enfasi che ha posto nel presentare la Carrà. Con tutto il rispetto, un’icona di un tempo passato che mai non tornerà. Coletta è sembrato un capitano coraggioso che ha dovuto “faticare” per convincerla a tornare sullo schermo di una rete che vorrebbe essere “per tutti i generi dove si eventizzano idee … con flussi veritieri … attraverso una ermeneutica dell’esistenza umana” (i virgolettati potrebbero non essere esatti al millimetro, ma la sostanza è rispettata). Racconta di essere riuscito nell’impresa solo quando è intervenuta la Ballandi&Co, nota agenzia dello scomparso Bibi. In soldoni: solo quando è stato comprato il diritto di utilizzo di un format spagnolo. Cioè: è stato comprato un format che, in sostanza, consiste nell’idea che un intervistatore (ice) intervista un intervistato. Geniale !!!! se non ci fosse qualcuno del genere in Rai bisognerebbe inventarlo. Invece di mettere sotto torchio i tanti programmisti registi, in servizio o collaboratori in attesa di essere regolarizzati con normale contratto, ancora una volta si comprano format banali e costosi quanto gratuiti nella loro essenza. Ripetiamo: geniale!!! Però, magari,vai a sapere, ha fatto ascolti stratosferici e, pecunia non olet, allora “se po’ fa”!!!  vediamo questi ascolti della precedente edizione: 6 puntate, media di share del 6,4 % (sotto a quella della rete del 6,7% base annua 2018) e con punte del 10% con la De Filippi (la concorrenza ringrazia ancora) e con Fiorello con il 9%, per il resto intorno al 5%. A suo tempo, gennaio scorso, abbiamo letto: “Rai, ecco il piano Salini: nascono Rai Format e Rai Doc; in arrivo canale inglese, testata digitale, news room, struttura format digitali” … appunto … Rai Format !!!

Ma torniamo sempre ad argomenti già trattati: la Rai sta diventano specialista nel guardare al passato e non passa giorno senza darne prova mentre sembra incapace a guardare non dico al futuro ma anche al solo  presente. Come abbiamo pubblicato una slide del Piano industriale: gli anziani con il telecomando, i giovani con i tablet, cellulari e pc. La rai sembra voler privilegiare i primi.

Il presente? Vediamo il Cda di ieri. Come anticipato, non si è parlato del canale istituzionale. Per quanto si legge nel Comunicato stampa è stata presentata la nuova piattaforma Rai Play dove “l’offerta della piattaforma OTT Rai si amplierà con ulteriori produzioni originali e si arricchirà con acquisizioni internazionali in esclusiva, rassegne di film, serie tv, documentari, programmi tratti dall’archivio delle Teche, sport e cartoni”. Al presente, per quanto è noto, di nuove produzioni originali e di acquisizioni internazionali in esclusiva non ne ha sentito parlare nessuno. Magari lo sapremo con la sorpresa di Natale.

Torniamo al canale istituzionale, sempre in tema di coraggio. Questo problema, come noto, deriva da un obbligo di Contratto di servizio e il Piano industriale, con un apposito allegato, ne dettaglia la sua missione e applicazione. Ormai da oltre un anno, non da ieri !!! è tutto noto per tutti e scritto da tempo!!! Questa la slide dell’allegato a pag. 12 ...non c'è altro da aggiungere ... e la stessa storia vale per il canale in inglese ...


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