venerdì 4 ottobre 2019

Lo scandalo ? Work in progress

Anzitutto complimenti e grazie a tutti voi: ieri superate 40 mila visualizzazioni.

Sarà il primo freddo d’autunno, ma questa mattina la mazzetta dei giornali e’  più pesante del solito. Tra questi, uno è quasi un macigno. Titolo di Repubblica a firma Giovanna Vitale: “Giù gli ascolti, cala pubblicità. La Rai scende dal carro sovranista”. Chi vi scrive ha un discreto archivio e, ancora per poco, una sufficiente memoria ma, in 35 anni di lavoro e interesse verso per la Rai una cosa del genere non torna in mente. Di che si tratta ? Leggiamo: “si sono visti, si sono parlati a lungo e, alla fine, racconta chi c’era, l’amministratore delegato e’ tornato a viale Mazzini col cuore più leggero”. E perché mai? Chi ha incontrato? Nientepopodimeno che il segretario del PD, Nicola Zingaretti. E poi uno dice che le cose vanno di traverso. Ma perché ha dovuto incontrare proprio Zingaretti e non Di Maio e non Renzi e non pure la De Petris ? E magari, per semplificare e fare prima, direttamente Conte. Ecco, se occorre una sintesi di tutto ciò che la Rai e’ oggi e proprio non dovrebbe essere, questa la sua immagine perfetta. 
L’Amministratore delegato, il capo azienda, che si reca dal Governo (per interposta persona) a chiedere ciò che gli spetta per diritto, per atto dovuto. Sarebbe il governo che, al contrario, si dovrebbe recare in processione a Viale Mazzini, iniziando dalla Chiesa del Cristo Re, a chiedere perdono e recitare giaculatorie per tutte le nefandezze compiute a suo danno e invece succede il contrario. Si fatica a credere. Eppure, per quanto leggiamo, e’ successo.

Ieri è avvenuta una cosa assai strana. Come noto, il deputato PD Michele Anzaldi, renziano di ferro, e’ sempre assai solerte ad intervenire sui problemi Rai. A viale Mazzini viene letto con simpatica alzatina di spalle. Ad un certo punto, dopo aver letto le indiscrezioni riportate dal Messaggero di ieri sulla prossima firma del Piano industriale ha sparato a palle incatenate: alt non se ne parla proprio se prima non si chiarisce la questione Foa etc. etc.

Allora, per quanto il prode Anzaldi talvolta  si fatica ad interpretare e dare il giusto peso alle sue esternazioni, questa volta ci racconta una storia interessante. Ci dice, in buona sostanza, che il Piano industriale e’ un grimaldello, una clava, da usare indifferentemente da una parte o dall'altra per finalità non sempre a vantaggio della Rai. Il messaggio implicito, per come noi lo abbiamo letto (e confrontato con autorevoli nostri interlocutori) e’ molto semplice: gli accordi si fanno anche con noi di Italia Viva e, salvo prova contraria, il primo degli accordi in questo campo ancora non è stato raggiunto e sottoscritto e riguarda la candidatura di Giacomelli alla presidenza AGCOM. Non solo, ci hanno fatto osservare, in ballo c’e’ ancora la partita del,sottosegretario alle Tlc. Anche questa è preziosa merce di scambio e allora la minaccia o la promessa di firmare e validare il piano assume tutta la sua rilevanza. ULTIMA NOTIZIA: Anzaldi chiede a Zingaretti di smentire incontro con Salini. aggiungiamo noi: dovrebbe smentire pure Salini di aver compiuto un gesto simile.

Da sottolineare: il combinato disposto di tutti questi elementi porta in luce tutto il dramma presente e futuro del Servizio pubblico, aggravato dalla contingenza della crisi di ascolti e dal calo della pubblicità. 
Ieri si è riunito il Cda: per la affrontare la crisi occorre ancora qualche giorno ... Non si sa mai ... Dovesse sfuggire qualche elemento.

Ieri ci ha scritto un lettore ricordando il tema di Rai Movie e del canale "femminile" del quale a suo tempo abbiamo parlato. Ci segnale e ricorda, giustamente, due argomenti di grande interesse. Il primo riguarda Rai Movie e la sostituzione con il canale "femminile"e il problema dei due canali sportivi 57 e 58 del DTT. Approfondiremo. 

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