giovedì 3 ottobre 2019

Grande la confusione sotto cielo, dunque la situazione è eccellente


Le notizie del giorno sono due: la prima si riferisce all’accordo che sembra raggiunto tra le forze di Governo per la spartizione delle presidenze delle Authority, AgCom e Privacy. Secondo quanto scritto ieri da Dagospia, si prevede Giacomelli (PD) per  la prima e Busia o Pollicino alla seconda.
La seconda notizia è quella riportata dal Messaggero di oggi, a firma Mario Ajello, che titola”Rai, il soccorso del governo con l’ok al Piano industriale”  dove si legge che il Ministro Patuanelli (5S) “è deciso non prendere più tempo e dare e dare sostegno Salini e Foa. Per fronteggiare il disastro degli ascolti, rimettere in pista l’Azienda e tentare il rilancio”
Acciperbacco !!! Roba da far tremare i polsi. Osservazioni: la prima riguarda questo blog. Abbiamo scritto più volte che, per quanto abbiamo potuto sapere e capire (forse poco) che la firma al Piano industriale era di la da venire per diversi motivi. Evidentemente, questi motivi, stante le emergenze della Rai (come pure abbiamo scritto più volte) sono venuti meno o, almeno, sono di livello inferiore rispetto alla necessità di far evidenziare l’attenzione del Governo sulla Rai. Allora: già nel titolo, si evidenzia con tutta la sua forza l’annoso tema: la dipendenza del Servizio Pubblico dal Governo. Tradotto: se il Governo non interviene la Rai soccombe. Certo, non proprio edificante. Inoltre: con questa impostazione si legano due grandi problemi: il primo si riferisce ad un atto dovuto, imposto dal Contratto di Servizio, il secondo con la crisi degli ascolti – da affrontare ora, fra pochi minuti, subito - e il rilancio dell’Azienda che è altra cosa e richiede ben altri interventi.  Non ultimo, si legge sempre nel pezzo, “per dare sostegno a Salini e Foa” ??? ma come, dopo tutto quello che abbiamo letto a proposito di Foa ora, improvvisamente, gli si vuole dare sostegno? C’è qualcosa di strano, di confuso, di ombroso. Magari, saremo costretti a ricrederci e smentire tutto quanto abbiamo scritto a proposito della “bufala” su questo tema alimentata dalle “gole profonde” del  VII piano ( fortunati chi le conosce) ma continuiamo a pensare, e scrivere, che questo piano, non ha futuro. In ultimo, una noterella che non fa tornare bene la lettura dell’articolo: si dice ad un certo punto che ci sarà una partita successiva in Vigilanza Rai quando invece, è noto, che la Vigilanza sul tema Piano non ha l’obbligo di esprimersi mentre, al contrario, si dovrà esprimere sul piano informazione del quale invece non se ne parla. A questo proposito: rimane sempre in ballo la questione della legittimità della nomina di Foa e, si legge ancora nel pezzo di Ajello, che questo Ok del Governo al Piano sarebbe come “una seconda investitura” per AD e Presidente. Qualcosa non torna.

Veniamo alla seconda notizia che, in qualche modo si lega fortemente con la prima. Lo avevamo già scritto: in zona PD (renziani in particolare) si punta molto alla nomina di Antonello Giacomelli come presidente di AgCom.  Ieri, metà pomeriggio, Dagospia da il lancio: raggiunto l’accordo. E qui i corni non iniziano a tontare. Siamo andati a rivedere un po’ di rassegna stampa di quando il prode toscano era sottosegretario alle Tlc in epoca Governo Renzi e successivamente Gentiloni. Anzitutto, il padre e la madre di tutte le nefandezze sul futuro della Rai: il prelievo forzoso di 150 milioni avvenuto nel 2014 e che ha  poi consentito la successiva nefandezza della privatizzazione di parte di Rai Way. Da allora in poi, il prode toscano è stato artefice e complice di tutto ciò che ha portato alla situazione attuale, compresa la legge (sempre Governo Renzi) del 2015 che ha  rimesso in riga il Servizio Pubblico sotto il tallone di ferro del Governo. Per non dire poi delle sue note posizioni sul canone: “Il canone Rai è la tassa più odiata, la più evasa e la più ingiusta perché fa pagare allo stesso modo poveri e milionari” (2014, Avvenire).  Da allora nel PD (vedi pure il prode Calenda) si è radicata e diffusa la convinzione che il canone, oggi in bolletta, comunque è una tassa da abolire per mettere poi il Servizio Pubblico o nella fiscalità generale o nel competizione pubblicitaria. Sempre a questo proposito, da ricordare un gioiello del prode toscano “Alle Tv locali i soldi del canone Rai. Passa l’emendamento del governo. Si prevede che una parte delle maggiori entrate derivanti dal canone dai pagamenti “in bolletta” siano assegnate alle emittenti. L’associazione Tv locali: “Grazie all’esecutivo e al sottosegretario Giacomelli”. 15 dicembre 2015, Corriere delle Comunicazioni.

Ecco allora che il quadro inizia a completarsi. La possibile soluzione del problema AgCom si intreccia con quella Rai e disegna un futuro  per l’Azienda che non appare proprio dei migliori. All’Agcom , nei prossim anni, competerà un ruolo da arbitro di valore strategico dove la Rai potrebbe essere considerata solo uno dei player del sistema, non il player privilegiato dalla sua natura di interesse pubblico. Non è cosa da poco e presiedere questa postazione vale un Perù . I due partiti azionisti di maggioranza hanno al loro interno anime fortemente orientate a rivedere il Servizio Pubblico radiotelevisivo in chiave “diversa” per usare un eufemismo e il grimaldello del canone la dice lunga. Il proposito di Patuanelli, sempre che sia vero, di firmare il Piano industriale per “rimettere in pista l’Azienda e tentare il rilancio” stà tutto nel verbo utilizzato: “tentare”.

Ci torna in mente Stendhal:  “LA POLITICA NON È UNA LOTTA DEL BENE CONTRO IL MALE, MA UNA SCELTA TRA IL PREFERIBILE E IL DETESTABILE”. 
Forza, ancora un giorno e la settimana finisce.
bloggorai@gmail.com


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