venerdì 7 settembre 2018

il deserto dei tartari

Oltre la collina solo un brullo, arido e secco deserto. Non c'è nulla all'orizzonte che possa far pensare ad un futuro significativo, rilevante, per il Servizio pubblico radiotelevisivo. Non c'è traccia di bozze, idee, commenti, suggestioni, visioni di un pilastro fondamentale del futuro di Viale Mazzini: il Piano Industriale ( quello precedente è quasi un segreto di Pulcinella). Si osserva, correttamente, che alla sua stesura manca un tassello fondamentale costituito da come, in che misura, impatterà su conti economici della Rai il tema delle ripartizioni delle frequenze. Secondo un documento importante in nostro possesso ci sono in gioco milioni di telespettatori che potrebbero lasciare i canali Rai e, per fronteggiare questa minaccia, occorrono almeno 200 milioni di euro che nessuno sa immaginare da dove possano provenire. Questo, seppure fondamentale, è solo un dettaglio (per modo di dire) di un progetto di attività ben più complesso.
Leggiamo dal precedente P.I.:

Per conseguire gli obiettivi strategici individuati per il triennio 2016 - 2018, sarà necessario un profondo rinnovamento editoriale che consenta a RAI di sviluppare un reach universale e mantenere la leadership di ascolti nel nuovo contesto digitale multipiattaforma:
§ occorrerà rafforzare la centralità della generazione dei contenuti, sviluppando un’offerta editoriale di alta qualità e rafforzandone le caratteristiche di servizio pubblico anche attraverso la revisione del mix dei generi e del loro linguaggio
§ occorrerà completare la trasformazione da broadcaster tradizionale a Digital Media Company, rivedendo il modello ideativo e distributivo dei canali e sviluppando un’offerta digitale distintiva e personalizzabile che assicuri a RAI ampi ascolti e un accesso efficace ed universale anyone/anywhere/anytime, sia con il supporto di investimenti tecnologici sia attraverso l’introduzione di modelli produttivi e sviluppi professionali adeguati all’era del digital

Per rendere possibile tale «cambio di passo» sulla generazione e sulla distribuzione dei contenuti, occorrerà altresì intervenire con efficacia su due fattori abilitanti fondamentali:
§ la razionalizzazione dell’assetto industriale, per meglio valorizzare le competenze interne anche attraverso una maggiore specializzazione e un aumento di efficacia e flessibilità
§ un profondo rinnovamento organizzativo, che rafforzi la spinta di cambiamento, semplifichi la gestione operativa e consenta a RAI di operare in logica "One Company"

nel frattempo, Il Giornale di oggi, ci delizia con la proposta di Minoli come presidente e Il Fatto ci rivela che, da fonti interne Rai, "l'intesa è fatta, giovedi si vota Foa" ... fonte autorevole ... non c'è che dire !!! ne sa una più del diavolo!



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