giovedì 30 agosto 2018

diritto pubblico

Abbiamo stentato a scrivere il post di oggi: Il Fatto Quotidiano ci informa che ci potrebbe essere una "sorpresa". Il prossimo Presidente Rai sarebbe Marcello Foa. Secondo Stefano Feltri, la Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai potrebbe votarlo una seconda volta ed ottenere la maggioranza dei 2/3 necessaria a confermare la nomina, posto che prima il CdA attualmente in carica e da lui stesso presieduto come consigliere anziano, possa ricandidarlo. Un Mostro giuridico mai visto prima!

Si tratta di una delle tante ipotesi circolate nelle scorse settimane,  quando tutti faticavano, e faticano tutt'ora, a trovare una soluzione ragionevole, praticabile e possibilmente condivisa.

E' sufficiente però tornare ai rudimenti dell'esame di Diritto pubblico per supporre che qualcosa non torna. La Vigilanza Rai è un organo di espressione parlamentare e le sue determinazioni dovrebbero avere rilevanza istituzionale e forza di legge in grado di imporre la volontà espressa con il suo voto in assemblea. In un certo senso, hanno osservato tecnici della materia, il voto in Vigilanza è assimilabile a quello espresso nelle Aule parlamentari, Camera e Senato. Non c'è traccia di un precedente dove si rimette in discussione con una nuova votazione lo stesso oggetto e, per di più, la stessa persona. Salvo che non venga rilevato un vizio interno o alle procedure di voto o altro elemento tecnicamente valido per rendere l'esito della votazione nullo o inefficace. In questo caso, non è emerso nulla che possa far intendere che il voto dei parlamentari sia stato considerato tale. Non solo, pochi giorni dopo, il 7 agosto, la stessa Vigilanza, ha "intimato" al Cda Rai a non procedere ad atti rilevanti in attesa della soluzione del problema.

Qualcuno ha osservato: la bocciatura in Vigilanza è avvenuta formalmente per "un vizio di forma". Cioè il suo nome sarebbe stato indicato dal Governo come presidente prima ancora che il CdA Rai lo votasse. In altre parole, se ora venisse riproposto dal CdA la Vigilanza, preso atto della "correttezza" della formulazione, potrebbe ora votarlo.
Lasciamo da parte per un momento le turbolenze politiche (per niente placate) tra le forze in campo e, segnatamente tra Lega e FI, per non dire poi del PD,  rimane aperto un intreccio giuridico di non facile quanto immediata soluzione. Chi è in grado di affermare con certezza costituzionale che la Vigilanza possa votare due volte lo stesso nome? e, qualora si scegliesse questo percorso, quanto tempo sarebbe necessario, a produrre effetti rilevanti?

Ecco perchè si rimane almeno perplessi quando leggiamo articoli dove non si pone un briciolo di attenzione a cercare di capire, di approfondire, di leggere attentamente  un "kit basic" di Leggi, regolamenti, disposizioni o consuetudini parlamentari. Però ci viene detto che "fonti vicino al dossier" (che stupenda definizione !!!) fanno sapere che potrebbe essere abbandonata l'idea di far dimettere Foa in cambio di una direzione di una rete o testata. Citando Di Maio "si tratta di persona di indiscussa capacità professionale". Sarà necessario farsene una ragione.

ps un affezionato lettore ci suggerisce il titolo del problema giuridico: ne bis in idem

bloggorai@gmail.com

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