A questo proposito, per fortuna, il consigliere Giampaolo Rossi, ha già le idee chiare: la Rai dovrà essere "transmediale". siamo curiosi siamo andati a cercare di capire e di sapere cosa si intende. Wikipedia ci aiuta: Narrazione transmediale (inglese Transmedia storytelling, transmedia narrative, multiplatform storytelling) come la definisce Henry Jenkins nel suo testo del 2006 Cultura convergente, è una forma narrativa che, muovendosi attraverso diversi tipi di media, contribuisce a perfezionare ed integrare l'esperienza dell'utente con nuove e distinte informazioni. Ottimo !
Treccani: "Prodotto, storia, contenuto, servizio capace di viaggiare tra più piattaforme distributive e di incarnarsi su media differenti secondo le regole della convergenza." Eccellente! Non c'è che dire, si tratta di un concetto innovativo e moderno che sembra intercettare il cambiamento in corso.
Forse, però, sembra mancare qualche passaggio nella lettura della storia, del contesto sociale, politico e normativo, nella fattispecie del Servizio Pubblico radiotelevisivo italiano.
Nell'aprile 2016, proprio in occasione della presentazione del Piano Industriale appena scaduto, si parlò di "digital media company" e si prospettava un balzo in avanti verso la generazione di nuovi contenuti adatti ad un nuovo mercato dell'audiovisivo e contestualmente "completare la trasformazione da broadcaster tradizionale a Digital Media Company". domanda: è avvenuto tutto questo? a che punto si trova la Rai in questo processo? quali sono le tappe, i vincoli strategici che dovranno essere affrontati?
bloggorai@gmail.com
Nessun commento:
Posta un commento