venerdì 24 agosto 2018

così fan tutti

Mentre in Italia ci avvitiamo con l'ennesimo stallo, crisi, afasia e pigrizia intellettuale, in altri mondi, in altri paesi, ci si interroga sul futuro prossimo venturo delle telecomunicazioni, dell'informazione, della televisione e del servizio pubblico. Italia Oggi e La Repubblica, ci informano della proposta del leader laburista inglese, David Corbyn, di applicare una sorta di "digital tax" agli OTT i cui ricavati dovrebbero andare a beneficio prevalente del servizio pubblico radiotelevisivo inglese, la BBC, e del giornalismo indipendente. Salute !!!
Da noi, invece, ricorda Aldo Fontanarosa sempre su Repubblica, si potrebbe aprire la battaglia sulle concessioni. Riportiamo la frase di Stefano Buffagni, M5S: "Vogliamo rivedere tutte le concessioni: autostrade, televisioni etc". Del futuro del Servizio Pubblico, di Rai, nemmeno una parola.

Siamo tutti in attesa di sapere, di capire, quali saranno le idee, le proposte, le indicazioni strategiche a breve, medio e lungo termine che la nuova governance di Viale Mazzini vorrà proporre. Il nuovo AD,  Fabrizio Salini, nella filosofia che sottende il suo ruolo previsto dalla Legge, non ha molto tempo a disposizione per far intendere quale potrebbe essere il suo progetto di gestione. Delle due l'una: o sarà l'ennesima polpetta avvelenata di poltrone, occupazione abusiva di spazio pubblico, oppure un guizzo di dignità manageriale, di senso etico del proprio ruolo istituzionale per chi opera nella più grande Azienda culturale del Paese. E' lecito attendersi, da subito, notizie e informazioni su come e quando si intende procedere su almeno due inderogabili appuntamenti: il piano industriale e quello editoriale, previsti dal Contratto di Servizio recentemente rinnovato. Al settimo piano di Viale Mazzini dovrebbe essere in funzione una sorta di struttura di coordinamento su questi temi che dovrebbe aver prodotto, elaborato, qualcosa in merito. Si tratta solo di slides o c'è qualcosa di più?

Abbiamo poi ricordato più volte l'appuntamento con l'asta delle frequenze per i 700 Mhz che, spesso, sembra non interessare più di tanto. Eppure è certo che avrà riflessi rilevanti per il futuro della Rai, direttamente o indirettamente, nell'immediato e nel prossimo futuro.

Del precedente CdA verrà ricordata una caratteristica saliente: il silenzio. E' faticoso rintracciare un'idea, un progetto, una proposta strategica meritevole di essere ricordata nei libri di storia. C'è da sperare che per questa nuova stagione si possa avere qualcosa di meglio in merito alla comunicazione verso chi paga il canone, che ha il sacrosanto diritto di sapere perchè e per come vengono spesi i soldi pubblici.

Nel mezzo a tutto questo, nello stallo, ci potrà essere il sempre eterno "tirare a Campari".

bloggorai@gmail.com

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