domenica 19 agosto 2018

La forma e la sostanza

Sulla tragedia di Genova proponiamo una riflessione sulla  comunicazione in caso di crisi  per capire come un fatto, un accadimento drammatico, assume rilevanza nella pubblica opinione, nel sentire comune, e come agiscono i soggetti interessati. Evidente che interessa anche sapere come ha agito la principale Azienda di comunicazione del Paese, la Rai, e come essa stessa è attrezzata a fronteggiare le crisi, non solo quelle nazionali, ma anche le proprie.
Non si tratta solo di avere persone e mezzi adeguati, pronti ad intervenire sui luoghi delle emergenze dove, finora, il Servizio Pubblico ha sempre mostrato grande prontezza di intervento. Si tratta di capire come la Rai comunica, quali temi evidenzia o quali invece sottovaluta. Quali leve emotive o razionali sollecita piuttosto che a quali delle parti in causa concede maggiore spazio.
Sono questi alcuni tra gli elementi che concorrono a formare "opinione pubblica" che poi si trasforma in voto politico. Interessante osservare che la sola comunicazione istituzionale letta sui quotidiani ha riguardato la rinuncia alla messa in onda degli spot che, peraltro, non ha ripreso quasi nessuno.

Fissiamo intanto alcuni elementi: le prime fasi hanno riguardato due ambiti: la comunicazione "tecnica" cioè cosa è avvenuto e quella "politica". Trattandosi di un bene pubblico ceduto in concessione, chi governa i beni comuni ha maggiore illuminazione mediatica. Infatti, le prime ore, i primi giorni, sono stati occupati dalle dichiarazioni del Governo e dei suoi diversi componenti. Solo dopo alcuni giorni e stata convocata la conferenza stampa di Autostrade.
Nella letteratura specializzata sull'argomento, si concorda che si tratta di un errore strategico.

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