Nel mentre e nel quando la televisione, la Rai e il Servizio
Pubblico radiotelevisivo sono ancora in vacanza e da Viale Mazzini non si avvertono
segnali di fumo, come abbiamo scritto in questi giorni, il tema della rete unica tiene banco.
Questa
mattina da segnalare un lungo articolo firmato da Celestina Dominelli sul Sole
24 ore. Il titolo: “Rete unica TLC: Tim e Cdp stringono su quote e governance”
e si legge di ipotesi di accordo tra i due operatori anzitutto sulla spinosa
questione della governance, o per meglio dire, del controllo societario che è
stato il perno di dure polemiche nei giorni scorsi quando da una parte e dall’altra
si sosteneva che su questo punto non c’erano margini di trattativa. Da quanto invece si avverte e si legge, la sensazione è che si voglia cercare un accordo a
tutti i costi sotto la pressione del Governo che cerca affannosamente di
accontentare tutti (ovvero non scontentare nessuno).
Rimane sul tappeto il problema di una società, di un asset, di interesse strategico
nazionale che anzitutto potrebbe nascere con quote rilevanti di capitali
stranieri i quali potrebbero non convergere sugli stessi obiettivi che si pone
il Paese. Vale sempre il principio: "chi paga comanda". Per loro, infatti, il solo e prioritario interesse è la massimizzazione
del profitto finanziario, prima ancora che industriale e, tant’è, che ieri alla
notizia degli incontri tra Gubitosi e Palermo nei giorni scorsi, il titolo di
TIM è volato in Borsa. Viene da pensare che chi non ricorda il passato non
merita il futuro.
bloggorai@gmail.com
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