Ieri abbiamo titolato “Forse …Rai”. Si tratta di un avverbio
complesso, incerto, labile nell’uso e nell’abuso fino al punto di poter essere
anche utilizzato come un sostantivo. Un suo sinonimo è “probabilmente” che ci
riporta ad un titolo che già abbiamo
proposto di Alexandre Koyre: Dal mondo del pressappoco all'universo
della precisione. “Forse” Rispecchia fedelmente l’incertezza, l’indeterminatezza
e il dubbio che corre sempre quando ci si accinge a sostenere una tesi della
quale non si è intimamente convinti. I nostri lettori avranno notato che viene
spesso inserito nelle nostre riflessioni esattamente perché, talvolta, succede di essere in difficoltà nel trovare solide
ancore alle quali rimanere solidamente attaccati. A questo avverbio poi aggiungiamo
più spesso i punti interrogativi piuttosto che quelli esclamativi. Ci piace più
porre domande che proporre risposte.
Questa mattina abbiamo trovato nella corrispondenza quotidiana
una precisazione di un nostro attento lettore che, alcuni giorni addietro, ci
aveva proposto una citazione di Ernest Hemingway che oggi vi riportiamo nella
versione originale: “ … come hai fatto a fare bancarotta? In due modi,
gradualmente prima e improvvisamente poi.” Da Fiesta, pag. 185. Un altro
lettore aveva contestato la paternità della citazione. Oggi è stata fatta
giustizia. Grazie. Comunque, chi vuole intendere intende.
Ora vi proponiamo una lettura: «Sempre, le culture antiche e
moderne hanno esasperato una “letteratura della crisi” eccitando la meta- fora
della fine; mai però come oggi i media assurgono a coltivatori diretti del male
di vivere. Nel confezionamento dei messaggi e nello storytelling del virus, a
prescindere dalle piattaforme di fruizione, quali linguaggi e toni sono stati
impiegati nell’inevitabile mix tra allarmismo e rassicurazione?» retro di
copertina, Mario Morcellini, Antivirus una società senza sistemi immunitari
alla sfida del Covid-19, Istant Book Agosto 2020.
Lo avevamo intuito già dai primi giorni della crisi: per
quanti si occupano di comunicazione e di
società, la drammatica situazione che si è creata con l’avvento del Cornavirus
ha fornito una formidabile occasione di riflessione, di dibattito, di attenzione
su nuovi e vecchi temi di assoluto interesse. Molti ne hanno approfittato,
altri invece (forse la maggioranza) sono rimasti imbrigliati nella rete della
confusione, dello smarrimento e forse anche della paura. Abbiamo pur scritto che per il Servizio
Pubblico Radiotelevisivo si apriva una fase inedita di validazione, di
attestazione di credibilità, di riconoscimento sociale e culturale della
propria funzione, del proprio scopo, della specifica missione che gli è stata
assegnata. Forse è ancora troppo presto per poter valutare compiutamente come
la Rai ha seguito la crisi dei mesi scorsi, in che modo ha influito sulla
percezione di quanto avveniva, quanto ha inciso nel sostenere l’uno o l’altro
aspetto della “lettura” sociale del Covid. Certamente è stato soggetto attivo:
i dati sugli ascolti hanno confermato che la maggioranza degli italiani ha
seguito i notiziari radio e tv, i discorsi di Mattarella e le conferenze stampa
di Conte. Quanto poi tutto questo si è
tradotto in autorevolezza e credibilità è tutto da verificare.
Infine, il Consiglio dei Ministri ieri ha approvato la
designazione di Giacomo Lasorella come nuovo presidente AgCom in successione di
Angelo Cardani. La Legge impone altri passaggi prima che il nuovo Consiglio dell’Autorità
entri nel pieno delle sue funzioni: prima tra tutta la ratifica delle
Commissioni parlamentari competenti. Tutto
porta a immaginare che prima della metà di settembre a gestire la delicata fase
della Par Condicio delle prossime elezioni regionali di settembre potrebbe
essere ancora il vecchio consiglio. Sull’argomento Lasorella ci sono delle osservazioni
da fare: ce ne occuperemo nei prossimi giorni.
Il “gialletto”
del’estate si dipana sul fondo di questo agosto dal meteo variabile.
bloggorai@gmail.com
Nessun commento:
Posta un commento