Oggi ci sono diversi argomenti da affrontare. Il primo
riguarda la BBC: su Italia Oggi con la firma di Andrea Sechi leggiamo che Tony
Hall, DG di BBC, si propone un obiettivo: “1 mld di spettatori alla fine del decennio. Oggi audience da 468 mln di persone nel mondo
a settimana” e aggiunge “Il mio obiettivo, quando sono arrivato alla Bbc (nel
novembre 2012, ndr), era raddoppiare il nostro pubblico globale per raggiungere
500 milioni di persone entro il 2022, il nostro centenario… Abbiamo in atto
piani per raddoppiare questa ambizione: raggiungere un pubblico globale di 1
miliardo di persone entro la fine del decennio. Ma questo piano ha bisogno di
investimenti extra da parte del governo». Bene. Esattamente come da noi, esattamente
come potrebbe succedere per la Rai. Provate ad immaginare Salini che afferma
qualcosa del genere!!! Magari, in cuor suo, gli potrebbe anche piacere ma chiedere
“investimenti extra” al Governo gli verrebbe proprio difficile. Va bene,
lasciamo perdere. Non tocchiamo poi il tema del canale in lingua inglese perché
magari a qualcuno gli viene l’orticaria.
Veniamo ora ai giorni nostri. Anzitutto a questo clima di
ripresa dell’emergenza Covid. I dati sulla pandemia sono, come al solito,
complessi e difficili da interpretare e contestualizzare. Sono poi ancora più
difficili da proiettare nel prossimo futuro sul quale la comunità scientifica,
nazionale e internazionale, sembra essere più incerta e divisa che prima. Ecco allora
che ritorna prepotente il problema del ruolo della comunicazione pubblica e
istituzionale che deve svolgere la Rai e il Servizio Pubblico. Provate in
questi giorni ad analizzare la titolazione dei servizi su Tg e Gr Rai e provate
a decifrare il contenuto, la posizione della notizia, il “peso”, il tono, e l’enfasi
utilizzate. Si avverte un costante messaggio emergenziale, una minaccia costante
per quanto avviene oggi e ancora di più per quanto potrebbe avvenire nelle prossime
settimane o mesi, nonostante che indubbiamente ci troviamo di fronte ad una
situazione ben diversa da quella di qualche mese addietro. Ora si propone la
paura prossima ventura. La mascherina forever.
A questo proposito, un nostro attento lettore ci propone una
riflessione: come si sta attrezzando la Rai per la prossimo stagione nel caso
il Covid volesse regnare sovrano tra autunno e inverno? Saranno necessari
impegni gravosi in termini economici ed editoriali. In che termini si potrà rinforzare
il ruolo informatico, il supporto alla didattica? Per non dire poi del
potenziamento della rete, appunto. Un altro lettore ci scrive: “…accesso base
gratuito (pagato dallo stato) per almeno 3 anni per tutti con limiti di banda
ma non di consumo. Quindi fibra ed in attesa della fibra chiavette 4 e 5G. La
neutralità della rete deve essere superata”.
Torniamo ora alla battaglia d’autunno sulla rete unica. Le notizie
di oggi riferiscono di un clima di tregua tra Tim e Open Fiber con la possibilità
di trovare un accordo e tutti i titoli riportano questo tema. La novità è che
emergono due corollari geopolitici. Il primo è l’apparente mutamento (o forse semplice
e tattico aggiustamento) di rotta del Governo sulla questione 5G/Huawey. Si lascia
intendere che la “sicurezza nazionale” debba prevalere sugli accordi
tecnologici e e commerciali e il partner cinese suscita qualche perplessità in
proposito. Salvo poi dover apprendere che in CdP-Reti è presente State Grid
International Development Limited (SGID), società interamente controllata da State
Grid Corporation of China, il principale
partner finanziario con il 35% del capitale sociale. Accordo, nota bene,
siglato in pieno governo Renzi nel luglio 2014. La partita rete unica e 5G sono
intimamente intrecciate ed è evidente come la soluzione dei problemi è tutta di
natura politica prima ancora che tecnologica. Questo principio è chiarissimo anche
a Vincent Bollorè (Vivendi, azionista di maggioranza di TIM) che, a quanto
sembra, ha raffreddato i bollenti spiriti americani di Gubitosi, smanioso di
chiudere l’accordo con il fondo USA KKR. Il francese ha capito bene che non si
va in Paradiso se i santi non ti ci vogliono e ha capito bene che remare contro
gli interessi del Governo potrebbe non convenire ed ecco allora giustificare i
titoli sulla stampa di oggi: necessario trovare l’accordo, cioè esattamente il
contrario di quando nei giorni scorsi si sosteneva che TIM avrebbe comunque
voluto avere il controllo della società che potrebbe gestire la rete unica. Per
chi ha avuto a che fare con lo sguardo gentile, morbido e affettuoso di Gubitosi,
con i suoi occhi che grondano calore e umanità, con la sua stretta di mano tenera e
coinvolgente, con la sua voce affabile e suadente, potrà bene immaginare quanto
per lui sarà complicato gestire i problemi dei prossimi giorni. Ma, come al
solito, saprà trovare la quadra come ha fatto quando era in Rai.
bloggorai@gmail.com
Nessun commento:
Posta un commento