La notizia di oggi è la morte di Sergio Zavoli. Poco da
dire, nulla da aggiungere. Quando ci lasciano figure importanti, rimane solo il
senso di vuoto, di assenza e di
privazione e viene subito il confronto rispetto a quelle che oggi sono il
nostro presente e, forse, il nostro domani. Chi lo ha sostituito, chi ha preso
il suo posto, chi ha raccolto la sua eredità, quale che essa sia? Poniamo questi
interrogativi ai nostri lettori perché magari ci sfugge qualcuno, ma chi
vi scrive ha la vaga sensazione che non ci siano in giro tante figure di pari
spessore, di pari intensità.
Il “socialista di Dio” come lui stesso ha scritto,
nella sua statura e nella sua dimensione politica e umana è stato anche l’uomo
di contrappeso alla egemonia Dc in Rai che ha dato poi vita alle stagioni d’oro
del duopolio con il PSI di Bettino Craxi. La storia, forse, è ancora troppo
fresca per essere scritta tutta per intero, ma difficile non osservare come
quel periodo potrebbe non essere stato proprio un momento felice per il
Servizio Pubblico Radiotelevisivo nazionale. Con l’uscita di scena di Zavoli potrebbe
essere chiuso definitivamente quel capitolo e oggi leggiamo altre pagine, con
altre figure, con altre e diverse prospettive.
Questo blog, come
noto, ha come titolo e come ambito di riferimento “La Rai prossima
ventura” ed è evidente come ‘il suo interesse è prevalentemente concentrato su tutto
ciò che in qualche modo aiuta a intravvedere il suo prossimo futuro. Giocoforza,
siamo indotti a rivedere spesso il passato, senza il quale sarebbe difficile comprendere
fenomeni complessi.
Da alcuni giorni abbiamo iniziato il racconto di un “gialletto”
estivo che ha preso forma dall’arrivo di un misterioso e rocambolesco documento “confidenziale”.
Chi è pratico di letteratura gialla conosce l’acronimo FYEO e già quando appare
sul frontespizio di un testo desta
curiosità. La combinazione fortuita ha voluto che proprio mentre questo
documento veniva presentato e approvato in Cda Rai, con buona pace e silenzio imbarazzante
di quasi tutta la stampa, due personaggi di notevole rango politico, legati da
un insolito destino sul fronte del partito di appartenenza (il PD) e dalla
comune passione (il cinema), si aggirassero per dritto e per rovescio, intorno
a Viale Mazzini. Qual è il problema? Nulla di male a passeggiare ed incontrare
AD che si aggirano da quelle parti. Abbiamo scoperto poi che un terzo
personaggio si aggira sulla scena, è un ministro di alto livello al punto tale che qualcuno lo ha anche indicato
come possibile candidato alla Presidenza della Repubblica. Anche lui, per fatal
combinazione, condivide con i primi due le stesse caratteristiche: il PD e il
cinema.
Allora ecco che riprendiamo il racconto: abbiamo scritto che
il documento si riferisce al Contratto tra
Rai e Rai Cinema per la cessione di passaggi di opere audiovisive. Tra i
due soggetti è stato istituito una sorta di “Contratto di Servizio” che, in
premessa del documento di cui scriviamo, si legge che prevede “una serie di adempimenti
reciproci che nel tempo si sono rivelati particolarmente gravosi e, spesso, di
fatto, inattuati”.
Questa frase, da sola, merita l’intervento della Corte
Costituzionale, della Cassazione, del Consiglio di Stato, del Tar, dell’assemblea
di condominio, della Croce Rossa e quanti altri. Rai Cinema, si legge sempre
in premessa, nasce con l’obiettivo di “creare un centro autonomo di competenze
e attività nel mercato delle opere audiovisive … nonché generare utilità
economiche” si intende a favore di Rai che la controlla per intero. Cosa che è
puntualmente avvenuta a tutto vantaggio delle casse di Viale Mazzini, come è
giusto che sia. Dunque, dove si rileva la “gravosità” del contratto e chi
sarebbero i soggetti che ne subiscono conseguenze negative dai mancati adempimenti?
E quali sarebbero poi? Qualcosa non torna. Sarà che ci siamo passati dentro, ma
c’è qualcosa che torna dal recente passato e che vede ancora una volta
protagonisti, diretti e indiretti, se non gli stessi personaggi, gli stessi
attanti, cioè gli stessi interessi e disegni nemmeno poi tanto oscuri che hanno
portato alla privatizzazione di una parte di Rai Way.
Sarà questo il filo rosso che congiunge ieri, oggi e domani?
Il “gialletto” prosegue. Intanto, facciamo lavorare gli avvocati, gli esperti
di diritto che pure tra i nostri lettori non mancano.
Nessun commento:
Posta un commento