giovedì 6 agosto 2020

Il Gialletto di Viale Mazzini: la parola agli avvocati


La notizia di oggi è la morte di Sergio Zavoli. Poco da dire, nulla da aggiungere. Quando ci lasciano figure importanti, rimane solo il senso di vuoto,  di assenza e di privazione e viene subito il confronto rispetto a quelle che oggi sono il nostro presente e, forse, il nostro domani. Chi lo ha sostituito, chi ha preso il suo posto, chi ha raccolto la sua eredità, quale che essa sia?  Poniamo questi  interrogativi ai nostri lettori perché magari ci sfugge qualcuno, ma chi vi scrive ha la vaga sensazione che non ci siano in giro tante figure di pari spessore, di pari intensità. 
Il “socialista di Dio” come lui stesso ha scritto, nella sua statura e nella sua dimensione politica e umana è stato anche l’uomo di contrappeso alla egemonia Dc in Rai che ha dato poi vita alle stagioni d’oro del duopolio con il PSI di Bettino Craxi. La storia, forse, è ancora troppo fresca per essere scritta tutta per intero, ma difficile non osservare come quel periodo potrebbe non essere stato proprio un momento felice per il Servizio Pubblico Radiotelevisivo nazionale. Con l’uscita di scena di Zavoli potrebbe essere chiuso definitivamente quel capitolo e oggi leggiamo altre pagine, con altre figure, con altre e diverse prospettive.

Questo blog, come  noto, ha come titolo e come ambito di riferimento “La Rai prossima ventura” ed è evidente come ‘il suo interesse è prevalentemente concentrato su tutto ciò che in qualche modo aiuta a intravvedere il suo prossimo futuro. Giocoforza, siamo indotti a rivedere spesso il passato, senza il quale sarebbe difficile comprendere fenomeni complessi.

Da alcuni giorni abbiamo iniziato il racconto di un “gialletto” estivo che ha preso forma dall’arrivo di un  misterioso e rocambolesco documento “confidenziale”. Chi è pratico di letteratura gialla conosce l’acronimo FYEO e già quando appare sul frontespizio di un testo  desta curiosità. La combinazione fortuita ha voluto che proprio mentre questo documento veniva presentato e approvato in Cda Rai, con buona pace e silenzio imbarazzante di quasi tutta la stampa, due personaggi di notevole rango politico, legati da un insolito destino sul fronte del partito di appartenenza (il PD) e dalla comune passione (il cinema), si aggirassero per dritto e per rovescio, intorno a Viale Mazzini. Qual è il problema? Nulla di male a passeggiare ed incontrare AD che si aggirano da quelle parti. Abbiamo scoperto poi che un terzo personaggio si aggira sulla scena, è un ministro di alto livello al  punto tale che qualcuno lo ha anche indicato come possibile candidato alla Presidenza della Repubblica. Anche lui, per fatal combinazione, condivide con i primi due le stesse caratteristiche: il PD e il cinema.

Allora ecco che riprendiamo il racconto: abbiamo scritto che il documento si riferisce al Contratto tra  Rai e Rai Cinema per la cessione di passaggi di opere audiovisive. Tra i due soggetti è stato istituito una sorta di “Contratto di Servizio” che, in premessa del documento di cui scriviamo, si legge che prevede “una serie di adempimenti reciproci che nel tempo si sono rivelati particolarmente gravosi e, spesso, di fatto, inattuati”.

Questa frase, da sola, merita l’intervento della Corte Costituzionale, della Cassazione, del Consiglio di Stato, del Tar, dell’assemblea di condominio, della Croce Rossa e quanti altri. Rai Cinema, si legge sempre in premessa, nasce con l’obiettivo di “creare un centro autonomo di competenze e attività nel mercato delle opere audiovisive … nonché generare utilità economiche” si intende a favore di Rai che la controlla per intero. Cosa che è puntualmente avvenuta a tutto vantaggio delle casse di Viale Mazzini, come è giusto che sia. Dunque, dove si rileva la “gravosità” del contratto e chi sarebbero i soggetti che ne subiscono conseguenze negative dai mancati adempimenti? E quali sarebbero poi? Qualcosa non torna. Sarà che ci siamo passati dentro, ma c’è qualcosa che torna dal recente passato e che vede ancora una volta protagonisti, diretti e indiretti, se non gli stessi personaggi, gli stessi attanti, cioè gli stessi interessi e disegni nemmeno poi tanto oscuri che hanno portato alla privatizzazione di una parte di Rai Way.
Sarà questo il filo rosso che congiunge ieri, oggi e domani? Il “gialletto” prosegue. Intanto, facciamo lavorare gli avvocati, gli esperti di diritto che pure tra i nostri lettori non mancano.


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