La notizia bomba di ieri sul prossimo show di Rai Uno ha fatto clamore: inaspettato numero dei lettori del blog!!! Abbiamo mescolato il serio con il faceto, tanto per rimanere allegri.
Sperammo, invano, che magari per colpa del disgraziatissimo Covid
oppure grazie alla calura estiva sarebbe venuto fuori un Amministratore
delegato, un consigliere di amministrazione, un ingegnere capo, un sottocapo,
un ingegnere senza cariche, un geometra, un addetto agli ascensori oppure un
semplice manutentore delle aiuole di Viale Mazzini che ci avrebbe illuminato sul futuro della Rai, del Servizio Pubblico
Radiotelevisivo nell’era del 5G, della rete in fibra, della transizione al
DVB-T2.
Invece nulla, un silenzio
stellare ci accompagna e forse ci seguirà anche nei prossimi mesi, quando magari potrebbe essere troppo tardi per un ritardo tecnologico irrecuperabile. Giacché,
è bene ricordarlo, insieme alle tecnologie la Rai prospetta buchi di bilancio
per l’anno corrente e per i prossimi duri a sopportare dove non si sa bene dove trovare euro da investire.
Allora, se fosse per sola pigrizia intellettuale,
ingegneristica, o per timore di fare pipì fuori dal vaso magari esprimendo
pareri non richiesti o anche poco graditi, passi pure. Ma quello che non è
accettabile è che non si dica nulla ai
cittadini italiani almeno sulla questione della transizione al DVB-T2 che è un
preciso obbligo del Contratto di Servizio. Eppure, lo ripetiamo per l’ennesima
volta, non ci sono dubbi sul fatto che questi temi impatteranno fortemente
sul destino della Rai. Impatterà
anzitutto il rinnovo del parco televisori e l’obbligo di dotarsi di un nuovo apparato
o un nuovo decoder. Tanto per dire, quanti saranno coloro che magari
sceglieranno di dotarsi di una smart tv collegata in rete, priva del
sintonizzatore, che potrà giustificare l’abbandono del canone?
Nel frattempo il mondo gira e gira velocemente. Sulla stampa
di oggi La Repubblica e il Corriere della Sera cavalcano l’onda del tema Rete
in fibra. Sul primo giornale, Giovanni Pons intervista Franco Bassanini,
presidente di Open Fiber: “La rete non può aspettare oltre. Se Tim non ci sta
il governo chiami i concorrenti per investire nella rete unica". Tanto per ribadire la posizione e rispondere ai
franco americani di TIM. Lo stesso giornalista riporta indiscrezioni sulla
diplomazia economica con le posizioni del ministro Gualtieri che ci tiene a rassicurare
l’Ambasciata USA a Roma: “Da questo punto di vista, l'interesse
all'investimento in questo progetto da parte di qualificati investitori
istituzionali è valutato positivamente” riferendosi al prossimo e possibile
ingresso del Fondo KKR nel capitale di TIM. Sul Corriere invece è Ferruccio De
Bortoli a proporre una riflessione sul tema al centro del dibattito: “Basta
perdere tempo: senza digitale il paese non cresce (e siamo già in ritardo). Rete
unica, si o no? Pubblica o privata? Le discussioni continuano tra ingerenze
della politica e lotte di potere, mentre in Europa precipitiamo al terzultimo
posto“.
Ce n’è quanto basta
per iniziare bene l’ultima settimana di agosto, prima dell’avvio della Grande
Battaglia d’Autunno. Non sarà la sola: a settembre si vota e, se tanto mi da
tanto, c’è poco da stare allegri.
bloggorai@gmail.com
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