mercoledì 19 febbraio 2020

Nebbia a Roma


La nebbia a Roma è sempre più fitta. Oggi sulla stampa non c’è pressoché nulla e allora giochiamo alla politica e cerchiamo di riassumere. Rinviate le nomine per AgCom e, molto probabile, rinviate pure quelle per i Tg. A Viale Mazzini sembrano essere tutti intorpiditi, in attesa di qualcosa che verrà e che nessuno è in grado di immaginare cosa potrà essere. La prima domanda che molti si pongono è ovviamente se e quanto potrà reggere Salini e tutto il Consiglio. Se reggerà solo lui o andranno tutti  casa. A salire su  per i rami la domanda è: quanto potrà tirare la corda il PD  per richiedere più spazio e visibilità, non solo nei Tg, e quanto potrà tirare la corda il M5S per difendere la sua “squadra”? Evidente che la risposta a queste domande risiede tutta per quanto potranno reggere o rompersi gli equilibri di Governo e per quanto Renzi sarà o meno artefice della sua caduta. Tutti “tengono” famiglia e tutti devono guadagnare la pagnotta: la posta in gioco, come abbiamo scritto tante volte, non sono solo e tanto le nomine per le Autorità di garanzia o i Tg della Rai, quanto più i bocconi grossi rappresentati dalle partecipate dello Stato: Eni, Enel, Poste, Leonardo, Enav etc. La settimana prossima, secondo quanto ha dichiarato il Presidente della Camera Fico, il Parlamento dovrebbe essere nuovamente convocato per provare a blindare un accordo PD-5S sulle Autorità che già è noto essere fonte di ulteriore “minaccia” di IV che ne sarebbe tagliata fuori (già c’è la prima vittima). Posto in questi termini,  il ragionamento porta dritto al cuore delle domande di cui sopra e  trova anche possibili risposte: siamo vicini alla boa del mezzo giro e potrebbe non convenire a nessuno cambiare tutto il Cda. Per una operazione del genere sarebbe necessario un quadro politico stabile e coeso. Cosa tutt’altro che verosimile in questo momento. Dunque? Necessario attrezzarsi per i tempi lunghi e lavorare per tenere in piedi la baracca nelle migliori condizioni possibili ed evitare di fare ulteriori danni.


Il primo passaggio è il Piano Industriale. Fatica a prendere forma (a parte i lauti compensi per la società incaricata di “metterlo a terra”) anche in relazione al previsto buco di 65 milioni di budget. Lo abbiamo scritto: questo Piano è una macchina a cui hanno bucato le gomme e il volante è fuori registro. L’uscita di Piero Gaffuri, dell’unica persona in grado di interfacciare in modo efficace l’Azienda con il Piano, ha reso tutto molto più complicato. Si tratta ora di capire se e come si potranno fare passi avanti, ad esempio portando a termine almeno i due adempimenti obbligatori previsti dal Contratto di servizio:il canale inglese e quello istituzionale. Rimane poi ancora gravemente in sospeso il Piano editoriale che dovrà essere sottoposto al parere della Vigilanza (in questo caso obbligatorio) laddove si dovrà verificare, pure in questo ambito, il rispetto del Contratto di Servizio che prevede la rimodulazione delle testate.

La lista della spesa, come noto, è lunga e al suo interno ci sono “prodotti” immateriali non meno importanti: il primo è la credibilità e la legittimità del Servizio Pubblico che non si misura in termini di share, come a qualcuno piacerebbe. Se fosse questo il metro di misura, spesso e volentieri la concorrenza della Rai vincerebbe facile. Ci sono poi in ballo i telespettatori che cambiano, le fasce di età che mutano e insieme a loro evolvono le richieste di prodotti e servizi nuovi e alternativi. Vedi stamattina la classifica dei 15 programmi Tv più attivi sui social (da Sensemakers) dove per Rai compare solo Che tempo che fa al terso posto e nulla più. Infine, ci sono le tecnologie che stanno per impattare profondamente sul futuro del Servizio Pubblico: è iniziato lo switch off al DVB-T2 e pochi sembrano preoccuparsene. Eppure, il Contratto di servizio prevede (art.17.1) espressamente che  “La Rai garantisce l'informazione al pubblico in ciascuna area tecnica nel corso dell’attuazione della tabella di marcia nazionale per la liberazione della banda 700MHz, utilizzando le emissioni televisive e radiofoniche e il web. Tale informazione dovrà essere fornita senza interruzioni fino a quando le attività non saranno ultimate in tutto il territorio nazionale”. Si tratta di un problema grave.
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