lunedì 17 febbraio 2020

La clava

Stamattina presto nebbiolina a Roma. La stessa che troviamo sui quotidiani in edicola ed è ancora più densa se riferita alla Rai. Torniamo a ieri. Intervista sul Corriere a Giovanni Minoli: il solo passaggio interessante è quando si riferisce a che tipo di azienda è la Rai: “ … sta perdendo totalmente la sua identità. Buona parte della prima serata è prodotta in outsourcing, uno sfregio agli 11.000 dipendenti interni e ai 1.770 giornalisti. Vuol dire che la burocrazia ha stravinto su uomini e prodotti. Ebbi delle furibonde litigate con il dg Pier Luigi Celli su questo. Lui sosteneva che la Rai è un'azienda di processo, non di prodotto…”. A nessuno dei due è venuto in mente che è anche un’Azienda di Servizio e in aggiunta Pubblico. La differenza non è casuale e non è da poco. Cambia completamente l’approccio, la visione, il metodo e il merito dei problemi. Inoltre, come ripetiamo spesso e abbiamo sempre a mente la  pagina del Corriere del 27 ottobre, non solo la prima serata ma anche il day time è in outsourcing in nuda proprietà delle società di produzione esterna. Siamo sempre tutti in attesa di sapere perché e per come è stata disattesa l’indicazione della Vigilanza in proposito riferita, in particolare, al recente Sanremo.

Non ha avuto invece l’attenzione che merita un’intervista a Maximo Ibarra, AD di Sky, a cura di Simona Rossitto pubblicata sul Sole24Ore.com: ” La convergenza tra connettività e fruizione di contenuti video è ormai una realtà nella vita di ogni giorno, non più solo una tendenza del mercato. Ben due terzi del traffico internet è oggi generato dallo streaming di video e sempre più consumatori vedono con favore un'unica offerta che integri tutto quello di cui hanno bisogno per comunicare e intrattenersi. La differenza la farà sempre di più la qualità dei contenuti, le performance effettive che la connessione sono in grado di garantire e un'interfaccia utente davvero semplice e intuitiva”. Si tratta di un terreno di forte impatto, sia sul fronte delle tecnologie quanto su quello dei contenuti. Ci risparmiamo la solita tiritera sui ritardi del Servizio Pubblico in questo ambito. Al momento, sono tutti attestati sulla trincea di RaiPlay, un linea del Piave oltre il quale si aprono scenari imprevedibili per il futuro del Servizio Pubblico.

Questa mattina c’è poco altro da dire se non un promemoria per i prossimi giorni. Domani è previsto il voto in Parlamento per il rinnovo dei consigli AgCom e Privacy. Forse, da oggi si potrebbe sapere anzitutto se l’appuntamento verrà confermato e non è detto affatto che lo sia. In secondo luogo, forse oggi si potrebbe sapere qualcosa di più sui nomi che potrebbero essere fatti. Un passo indietro: venerdì scorso è stato emesso un comunicato  AgCom con il quale si eroga una sanzione di 1,5 mln a Rai per presunto “… mancato rispetto da parte di Rai dei principi di indipendenza, imparzialità e pluralismo … e … in ragione dell’ampiezza e della durata delle infrazioni…”. Per domani è atteso il “dispositivo della sentenza” dove si potrà conoscere esattamente il percorso che ha portato AgCom a prendere questo provvedimento. Intanto, da varie fonti si contesta che non ci sia stata istruttoria precedente e che trattandosi di un consiglio in prorogatio non avrebbe potuto/dovuto prendere provvedimenti che esulano dalla normale amministrazione. Sarà necessario verificare queste argomentazioni in punta di diritto e sarà interessante leggere come la Rai vorrà difendere il suo operato ed opporsi alla sanzione. La comunicazione sarà nei tempo e nei modi, come al solito, uno strumento strategico di azione “politica”. Quello che rimane è la “lettura” politica del fatto che, ovviamente viene usata come clava per le prossime partite. Certamente è difficile sostenere che l’AgCom possa somigliare ad un Convento delle Orsoline e dove sono tutti mondi dalla politica. Lo è stato e lo sarà come, ad esempio, lo è tutto il Cda Rai (salvo l’eletto dai dipendenti) e come pure tutte le cariche di “emanazione politica”, Improvvisamente si scopre lo scandalo ? Poco credibile. È molto credibile invece leggere la vicenda alla luce di quanto potrà accadere nei prossimi giorni a Viale Mazzini con il consiglio (sembra spostato al 24) con la serrata trattativa i corso tra le forze politiche per accaparrasi o difendere Tizio o Caio ad un Tg o all’altro. È la politica, bellezza. Tutto questo stupore per nulla !!!

Infine: occhio agli ascolti. Cessata l’ubriacatura di Sanremo e svelati gli altarini del presunto “successo”, si torna con i piedi per terra.
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