giovedì 28 ottobre 2021

Rai: il gioco delle Tre carte taroccate

Foto di JOAN A BROWN da Pixabay

Ma chi sarà mai il genio che si aggira al VII piano di Viale Mazzini? Chi sarà mai il nuovo Rasputin, Nosferatu, Polifemo, King Kong? E a che gioco gioca? Sembra che il suo preferito sia le “tre carte” e pure tarocche. Si sente qualcuno aggirarsi per i corridoi con il suo “vengino signori … venghino . carta vince …carta perde .. venghino signori”.

Già, ieri ci siamo “sbagliati” (ma ci siamo pure divertiti assai): abbiamo pubblicato il Comunicato stampa del marzo 2019 invece di quello appena diffuso a seguito del Cda da poco concluso. Siamo stati “indotti” in errore per il semplice e banale fatto che sembravano pressoché identici  salvo poi scoprire, dopo averci dormito una notte sopra, che non solo ci sono differenze significative ma che inoltre è peggio di quello di prima. Cmq: qui trovate il CS di ieri: https://www.rai.it/ufficiostampa/assets/template/us-articolo.html?ssiPath=/articoli/2021/10/Rai-le-decisioni-del-Cda-92b04001-e785-4604-b919-30f78b52c1ac-ssi.html . C’è poi la piccola differenza che quel piano venne votato a maggioranza con due contrari (Borioni e Laganà) ma questo è un dettaglio per pochi appassionati del genere (che differenza c’è tra allora e ieri? Perché lo stesso documento una volta non andava bene nella sua complessità e ieri si nella sua particolarità?).

Ieri, in primo luogo il Cda ha votato un documento già approvato e formalmente in vigore: cioè ha ribadito semplicemente la sua esistenza in vita e già questo pone qualche perplessità. Perché? Cosa ne giustificava tanta attenzione per doverlo riproporre e sottoporre al voto del Consiglio? A Botta calda, ieri sera tardi, un autorevolissimo dirigente ci ha commentato “L’AD non era in grado di proporre qualcosa di nuovo e di originale con il suo “marchio di fabbrica” e non aveva di meglio che intestarsi un piano rivisto e corretto in versione 2.0 e spacciarlo come la “sua” rivoluzione”. Altra ipotesi suggestiva di altro lettore malpensante: “In Vigilanza Fuortes ha giurato che non avrebbe proceduto a fare nomine se non dopo aver presentato un piano e questo era l’unico disponibile per poi procedere alla prevista infornata ...forse il 9 novembre”

Ipotesi suggestive ma non sufficienti. Suggestive perché permettono oggi di leggere qualche titolo che le supportano ma non sufficienti a convincere sulla sua necessità, urgenza e credibilità. Il voto di ieri non era necessario: l’architettura di quella parte del piano era stata già approvata ed è tutt’ora in vigore e dunque era sufficiente semplicemente applicare quanto previsto e votato o meglio, di più, si poteva decidere di procedere ad applicare tutte quelle parti del Piano non ancora realizzate (e non sono poche). Non era urgente: come abbiamo più volte scritto, in questo momento determinato, le urgenze della Rai sono ben altre e di ben altro tipo, a partire da quella economica che l’AD stesso ha evidenziato nell’ultima audizione in Vigilanza. Delle due l’una: o è quella la prima urgenza o invece sono le direzioni di genere. Infine: il voto di ieri non è credibile perché  a parte l’accenno al Piano che si dovrà varare il prossimo anno (per fortuna si ricorda che si dovrà collocare all’interno del nuovo Contratto di Servizio) non contiene uno straccio di nuova “missione”, di visione, di progetto, di idea della Rai nel prossimo futuro e non sembra sufficiente cavarsela con “così’ fan tutti” gli altri SP europei (e sarà utile vedere se e quanto è credibile questa affermazione). Inoltre, non è credibile per almeno tre motivi di dubbia interpretazione: si legge “Dieci le direzioni di Genere che dovranno produrre contenuti per i canali Rai Uno, Due e Tre, per la piattaforma digitale Rai Play e per i canali specializzati, declinandoli a seconda dei diversi pubblici e dei profili editoriali dei canali e piattaforme digitali. Le direzioni di Genere sono: intrattenimento prime time, intrattenimento day time, cultura ed educational, documentari, fiction, sport, cinema, approfondimento, kids, contenuti RaiPlay”. Prima osservazione: anzitutto si scrive che le direzioni sono 10 e poi le vai a contare e sono 9. Dove è sparita la 10a e quale era? Forse era quella riferita alla Superdirezione” coordinamento di generi” ovvero la “Funzione Distribuzione Unificata” come era esplicitamente previsto e come era naturale che ci fosse. Da qualche parte ci dovrà pure essere qualcuno che si dovrà pure occupare di definire e “smistare” i prodotti nelle altre direzioni. Esempio: con quali criteri si dovranno decidere e produrre prodotti per il genere “approfondimento” ??? di che tipo saranno? Sarebbe lecito supporlo di tipo giornalistico, o no? Perché il Comunicato Stampa non ne fa riferimento?

Seconda osservazione: Rai Play è già una direzione o un "nuovo" genere o piuttosto una piattaforma di distribuzione? Da quando la piattaforma digitale è diventato un “genere” a se stante per la quale si dovrà prevedere un nuovo direttore che fornisce i programmi a se stessa? Nella versione originale del Piano (pag. 108) non c’era traccia o meglio, si leggeva “New Formats & Digital”. Cosa giustifica e come si interpreta questa mutazione non di poco rilievo e riferita esattamente ad uno dei nervi scoperti dell’Azienda sul suo futuro digitale (dove peraltro sono stati effettuati tagli rilevanti invece che essere irrobustita)?

Terza osservazione e forse la più importante: se c’è una “direzione” di genere che va affrontata con forza e vigore è quella relativa all’informazione della quale invece non c’è segnale di fumo. È supponibile che non si tratta di un “genere” minore rispetto agli altri… o no??? Non si scrive una parola o si legge una riga su quanto prevede il Contratto si Servizio in vigore (art. 25, la Rai è tenuta a “La Rai è tenuta a: i) presentare alla Commissione, per le determinazioni di competenza, entro sei mesi dalla data di pubblicazione del presente Contratto nella Gazzetta Ufficiale, un piano di riorganizzazione che può prevedere anche la ridefinizione del numero delle testate giornalistiche nonché la riprogettazione e il rafforzamento dell’offerta informativa sul web;), non una parola sulla NewsRoom, non una parola su Rai News24 o sul sito di Rai News. Muti!!! Mai avvenuto nulla di tutto questo. Mai !!! Non può essere credibile una “rivoluzione” per generi che “dimentica” il genere informazione del Servizio Pubblico.

Al gioco delle “tre carte” la prima volta ti fregano 10 euro, ma la seconda se non sei proprio cretino o te ne guardi bene dal giocare ancora o sai bene dove puntare i denari. Come si dice: “si può prendere in giro qualcuno qualche volta, ma non tutti sempre”. 

bloggorai@gmail.com

 

 

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