venerdì 22 ottobre 2021

Il Big Bang del prossimo autunno, fuori e dentro la Rai

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Occorre tempo per raccogliere informazioni, metabolizzarle, renderle contestuali ai temi che ci interessano e poi riproporle. È successo anche ieri quando abbiamo letto quanto avvenuto in un recente Consiglio dei Ministri dove sembra ci sia stato un duro e rasposo scambio di idee tra Draghi e il ministro Franceschini e poi  un’intervista a Bersani su La Stampa. Verderami sul Corriere di ieri chiudeva il suo pezzo con una frase: “Altro che scosse di assestamento: la politica si prepara al big bang. Poi leggiamo Bersani: “Sulla presidenza della Repubblica stiamo preparando una scelta irrituale: tra un semi-inedito, la conferma del Capo dello Stato uscente, e un inedito: un presidente del Consiglio che di fatto si auto-rassegna le dimissioni” e aggiunge sempre a proposito di Quirinale “Occhio, attenzione a non combinare disastri. E comunque sia chiaro sin da oggi: se Salvini vuol fare cadere Draghi, vada in Parlamento e lo sfiduci”. Queste le premesse del quadro politico che stiamo per intravvedere nel prossimo futuro dove la turbolenza potrà essere il carattere distintivo di un lungo e tormentato inverno.

Quando poi questa congiunzione meteorologica cade sulla terra, sui giardinetti di Viale Mazzini, le cose si complicano ancora di più e appaiono ancora più incomprensibili certi fenomeni che si potrebbero verificare. È probabile che ai piani alti dell’Azienda Rai si aggiri una rinnovata Spectre, un folletto diabolico, un Grande Vecchio che ispira mosse e comportamenti azzardati e misteriosi. Ancora ci si interroga sul perchè l’AD ha perso la grande occasione di ribaltare il tavolo nei confronti della politica durante la recente audizione in Vigilanza quando invece di presentarsi con piglio determinato e le maniche rimboccate pronto a battere i pugni sul tavolo ha preferito  illustrare “modeste proposte” con il piattino in mano e chiedere un contributo alla politica (e quale politica!) che ha poi avuto gioco facile nel ribaltargli lo stesso tavolo: “Caro Fuortes, fai sapere prima come intendi spendere i soldi che forse, nel caso, vedremo ..  poi ne parliamo”. E, nel merito, non ci capisce ancora chi è stato il furbetto che ha elaborato le quattro “modeste proposte” consapevole benissimo che almeno un paio sarebbero state spernacchiate a destra e manca. 

Ancora non si capisce perché il 14 ottobre fa circolare una lettera dove convoca un tavolo di lavoro sul rinnovo del Contratto di servizio e ne affida il coordinamento all’ex direttore delle Relazioni istituzionali, Stefano Luppi, che l'AD aveva improvvisamente (e forse improvvidamente) sostituito pochi giorni prima (esattamente alla vigilia della Vigilanza del 12) salvo poi, sorpresa incomprensibile, affidare una consulenza ad una ex dipendente, Cinzia Squadrone, che svolgerebbe lo stesso incarico per conto della presidente Soldi. Ovviamente, alla domanda sul tema un autorevole dirigente risponde “Tra l’AD e la Presidente c’è un idillio operoso, quasi affettuoso”. Già. Per non dire, come abbiamo scritto, che ancora non si capisce la ratio di un tavolo di lavoro sul CdS dove non partecipa la parte editoriale della RAI, esattamente quella parte che occupa quasi il 75% del Contratto stesso. 

Andiamo avanti: ancora non si capisce (almeno questo lo capiremo presto) quale logica sottintende il proposito di fare nomine, quali che esse siano, dopo che l’AD in Vigilanza ha giurato due volte come un Boy Scout che non avrebbe fatto nulla se non dopo aver presentato i piani (editoriale? Industriale?). Proseguiamo: ancora non si capisce perché ostinarsi a guardare indietro invece che avanti: sempre a proposito di Piano industriale la genialità più furba consiste nel cercare di “riadattare” il precedente piano di Salini vecchio e scaduto come uno yoghurt invece di provare a farsi venire qualche idea per qualcosa di nuovo. Oppure, se proprio si vuole insistere e non c’è nulla di meglio da proporre, almeno portare a casa un risultato spendibile e comprensibile al grande pubblico: un sito Rai News in grado di conquistare una posizione autorevole e credibile nel panorama Web senza perdere tempo prezioso ancora con l’annosa e vetusta idea della ristrutturazione delle reti per generi che invece sarebbe ben difficile da far comprendere come mossa strategica per la sopravvivenza della Rai. Se l’Azienda andrà incontro ad un Big Bang sarà sulle risorse economiche e sul digitale, sull’innovazione tecnologica, e non certo sulla riorganizzazione interna. 

Ancora avanti: non si capisce la genialità del far circolare l’ipotesi dello spostamento di Un Posto al sole per dare spazio ad una striscia informativa su Rai Tre alle 20.30. Occorre ammetterlo: bisogna proprio essere “bravi” solo per immaginarla una cosa del genere. Ancora poi non si capisce quali logiche hanno ispirato le recente nomine in due ruoli strategici per l’Azienda: la comunicazione e l’ufficio stampa. A scelta: o si tratta di persone giuste al posto sbagliato o di persone sbagliate al posto giusto. In entrambi i casi appaiono ancora decisioni incomprensibili o, altrimenti, comprensibilissime se lette nella logica di una scelta adeguata a ponderata sullo stesso stile e modello di comunicazione proposto da Fuortes e del quale abbiamo spesso scritto.

Tutto questo per dire che anche alla Rai siamo alla vigilia di un lungo, lunghissimo inverno e non ci stupirebbe affatto se il probabile Big Bang che potrebbe investire la politica si riflettesse anche su Viale Mazzini e dintorni. Come ci potrà proteggere? Boh !!!

bloggorai@gmail.com

Nessun commento:

Posta un commento