lunedì 4 ottobre 2021

La raccolta delle olive e la Rai

Foto di Couleur da Pixabay

Scusate il ritardo ma spero di essere giustificato. In primo luogo perchè ormai è necessario constatare che sui grandi temi e problemi della Rai è scesa una fitta coltre di silenzio stampa. Ben che vada, si cerca di capire perché Fedez ha raggiunto una tregua con la Rai!!! Poi, perché, raccogliendo l'esplicito invito di alcuni affezionati lettori, sono stato molto indeciso se rendervi conto di un dibattito acceso a limiti della rissa (tra gentiluomini ..of course) al Circolo ARCI su temi di carattere olivoculturale. Nel senso che in questi giorni (dove dalle mie parti permane una “secca” impressionante, al punto da vedere anche piante secolari in grande sofferenza) si discute se e come organizzare la prossima raccolta delle olive.

Il problema è semplice: anzitutto lo scorso alla metà della primavera ci sono stati abbassamenti di temperatura molto forti e quindi la “fiorata” si è bruciata e poi ci si è messa di mezzo la siccità che ha indebolito molto le piante riducendo in modo rilevante la produzione. A dare la mazzata finale ci si è messa pure la “mosca” che ha attaccato quel poco di bachi rimasti sugli alberi. Ora, di fronte a questo problema in particolare, molti produttori hanno reagito dandogli il “trattamento”: una bomba chimica che fronteggia la mosca ma uccide pure molti altri insetti utili e altera notevolmente la qualità del raccolto, dell’olio. Dunque, le squadre sono avverse: da un lato i puristi del “no, non quest’anno non si raccoglie, tanto comunque le olive sono poche” e dall’altro gli ultras del “si, je damo n‘po de trattatamendo …nooo….tanto.. che je faà … puro l’artranni ‘j’avemo dato nooo?”. Il sottoscritto si è schierato con il primo partito: meglio poco ma buono, senza se e senza ma. Poi la discussione si è spostata sulla resa per ettaro, o meglio, per numero di “piantoni” e la domanda era: quanti quintali rendono esattamente 140 piantoni di leccino di circa 10 anni, ben esposto, e ben potato e concimato, al metto della variazione annua al frantoio che può oscillare tra il 12 e il 14%? Aprite il cielo, si è scatenato il putiferio: da un lato il partito del massimo 3  quintali, calcolando una resa di circa 20/30 kg per pianta (con un avariante del metodo usato per la raccolta); dall’altro lato i puristi del “massimo 2 quintali, se va bene, anche meno” specificando attentamente che la raccolta viene fatta rigorosamente a mano, senza rastrelli elettrici o pneumatici o tento meno scuotitori. Dopo un lungo e acceso dibattito abbiamo raggiunto una tregua: l’olio dell’anno scorso è certamente migliore di quello che si produrrà quest’anno, almeno dalle parti nostre (Umbria centrale) o meglio ancora, in alcuni uliveti. In buona sostanza, l’olio dell’anno scorso chi ce l’ha ce l’ha e se lo tiene stretto per l’anno prossimo e quel poco di nuovo che verrà prodotto sarà sufficiente a male pena per qualche buona bruschetta.

Inoltre, il ritardo è dovuto alla necessità di approfondire quanto abbiamo appena accennato ieri quando abbiamo scritto a proposito di alcune strane “manovre” che si avvertono intorno ai grandi problemi di Viale Mazzini: rileggete attentamente il virgolettato sempre di ieri, forse inverosimile quanto assai probabile.

Poi, stiamo approfondendo un tema delicato sul quale aleggia un micro mistero: nei giorni scorsi è comparso su Italia Oggi un articolo sul tema dell’evasione del canone Rai che, a quanto ci dicono, non è stato diffuso a Viale Mazzini. Magari non è vero... magari a qualcuno è sfuggito... però, purtroppo, siamo entrati nell’epoca del silenzio e del sospetto.

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