lunedì 24 dicembre 2018

Regalo di Natale ...con possibile truffa

Tra i lettori, alcuni sono certamente appassionati di cinema e certamente ricordano il film Comma 22: «Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo.» Ieri abbiamo ricevuto, per gentile concessione di un nostro affezionato ed esperto lettore, i famosi emendamenti in discussione in Parlamento.

Per ora ci interessiamo solo del n.60-quater dove leggiamo: " Per l'adempimento degli obblighi del Contratto di Servizio, ivi inclusi quelli per lo sviluppo della programmazione digitale, alla Rai ... è riconosciuto un contributo di 40 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020". PUNTO e a capo. Cosa significa? quanto "pesano" sullo stato economico dell'Azienda e quanto incidono sul so prossimo futuro? La destinazione (adempimenti etc) è talmente generica che dice tutto e non dice nulla. Come noto, gli adempienti previsti dal Contratto sono tanti e tanto costosi: due solo per tutti, i canali in lingua e quello istituzionale. Secondo stime sommarie (mai ufficiali) di fonte Rai potrebbero costare non meno di 100 milioni l'uno ("dipende poi da come si vogliono realizzare" ci è stato detto). Ma, sono in molti a ritenerlo plausibile, che questo "contributo" serve a mettere una pezza di fronte ad un buco problematico ed è quello rappresentato proprio dagli investimenti necessari per "lo sviluppo dell'innovazione digitale". Cosa significa? cosa si intende esattamente per innovazione digitale? si potrebbe intendere lo sviluppo (l'adeguamento) degli impianti per l'applicazione delle direttive sui 700 Mhz (e vedremo più avanti gli emendamenti in questa direzione). Altrimenti nonsi capisce proprio come Rai, per suo conto, possa o debba spendere questi soldi per una attività che non gestisce in proprio. Allora, tanto per ricordare: la Rai è proprietaria delle frequenze e, tramite un apposito Contratto di servizio, concede a Rai Way la diffusione dei contenuti attraverso i propri impianti (che Rai NON possiede). Cerchiamo di capire: i 40 milioni sono destinati formalmente a Rai, ma pare di capire sostanzialmente a Rai Way, seppure in modo indiretto? Non sia mai detto: la società di Via Teulada è quotata in Borsa, ci sono dentro il 36% di azionisti privati che, finora, hanno incassato lauti dividendi e, a leggere i bilanci degli ultimi anni, hanno ritenuto meglio redistribuire gli utili piuttosto che investire in sviluppo o cercare nuove aree di mercato. Domanda: è mai possibile che ci sia ancora in giro, dentro Viale Mazzini e in Parlamento, gente che non ha capito che Rai Way è una quotata alla quale non possono essere concesse erogazioni pubbliche???
Da questo punto di vista, si comprende chi sostiene che "gli emendamenti a favore della Rai sono stati gestiti male".
Nei prossimi giorni ci occuperemo di canone (altro pastrocchio per usare un eufemismo) e dettagliatamente degli emendamenti dal 1026 al 1045 (per i lettori interessati, possiamo fornire il testo integrale).
Insomma, a farla breve, non sanno che pesci prendere, nessun progetto, nessuna idea, solo carta velina stropicciata, un pò unta, con la quale incartare un regalo riciclato, vecchio e stantio, dove la solfa è sempre la stessa: del Servizio non sanno cosa fare.

bloggorai@gmail.com

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