martedì 4 dicembre 2018

RaiFlix

Ieri vi abbiamo accennato all'uscita nella sale cinematografiche, per soli tre giorni, di Roma, il film vincitore a Venezia di Alfonso Cuaron. Lo abbiamo visto e condividiamo un giudizio: "potentissimo ed emozionante, intimista e al tempo stesso spettacolare". Ne parliamo in questo blog perchè è prodotto e distribuito da Netflix (andrà in streaming dal prossimo 14 dicembre). Allora ci viene in mente la pretesa intenzione di fare del Servizio Pubblico qualcosa di analogo. Bene! si può iniziare: con un pò di coraggio Rai Cinema potrebbe aprire nuove strade della produzione e della distribuzione di qualcosa ...quale che sia ... tanto per capire !!!
Avete in mente House of Cards (sempre di Netflix) ? per chi non lo conosce è vivamente consigliato, non solo e non tanto per la trama avvincente, quanto perchè ci riporta costantemente alla nostra banale cronaca, nei suoi aspetti universali e nelle miserie quotidiane. Tradotto nelle vicende di Viale Mazzini: non è difficile scorgere tutta la similitudine con la ragnatela di interessi, di giochi di potere, di avidità delle poltrone, di perfidia e disinteresse della cosa pubblica che si vede nella serie televisiva.

La notizia di oggi riguarda la questione dei 700 Mhz: titola Il Fatto Quotidiano "Frequenze, il muro della Lega contro la norma sgradita a B." Sul tema è uscito allo scoperto nei giorni scorsi Il Giornale con un titolo sulla manovra grillina contro Mediaset. Nulla di nuovo, ora come allora e come forse pure domani, il tema è sempre lo stesso: cosa fare o non fare per risultare graditi agli interessi del principale concorrente della Rai. Punto! Il metro per valutare tutte le cose è tutto quì. Quando succede qualcosa che potrebbe avvantaggiare o danneggiare il Servizio Pubblico la domanda è sempre la stessa: a chi giova? e la risposta è sempre la stessa, non ci sono dubbi.

Visto il gradimento che suscita nei nostri lettori, torniamo al Gomblotto. Nella puntata di oggi trattiamo, brevissimamente, il tema della "vendibilità" di Rai Way, cioè cosa è stato messo in vendita. Necessario un piccolo quanto sostanzioso passo indietro: per andare ad una quotazione in Borsa è necessario predisporre un prospetto informativo destinato ai potenziali acquirenti dove si evidenziano tutti i rischi del "business" Nel prospetto di Rai Way è contenuto un "rischio" legato alla Concessione dello Stato in favore di Rai. Ora, è necessario ricordare che il contratto di concessione  affida a Rai anzitutto le frequenze e, in subordine, gli impianti attraverso cui si diffondono i programmi. In altre parole, frequenze, programmi e impianti sono in corrispondenza biunivoca ed è difficile supporre che si possa esercitare un segmento se non si accede ai quelli contigui. Vendere gli impianti, o una parte di essi sia pure al 34%, sta a significare che si vende una quota parte della Concessione e questo, semplicemente, NON si poteva e non si doveva fare. Punto. Questo passaggio, spiegato in termini corretti agli investitori, avrebbe mutato qualcosa? Forse si. Chi, infatti, comprerebbe un titolo se sapesse che la Società emittente non decide nulla (il controllo di Rai Way "dovrebbe" essere esercitato da Rai) se prima l'azionista di maggioranza non lo ha deliberato?

Un tassello alla volta, il Gomblotto prende forma e ci porta sempre più vicino a quanto succede in questi giorni. A chi giova scorporare la rete Tim? e quali conseguenze potrebbe avere sul futuro di Rai Way? Piano piano ci arriveremo a capire.
ps: grazie ai lettori che ci suggeriscono altri succosi e interessanti tasselli, ne parleremo presto!

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