giovedì 13 dicembre 2018

l'aria che tira

Non sono poche le volte che, anche a chi vi scrive, viene la voglia di dire: ma chi me lo fa fare? Perchè occuparsi di Rai, di Servizio Pubblico, di interessi collettivi, di libertà di espressione, di democrazia? ci potrebbero essere tanti altri interessi più divertenti: portare a spasso il gatto collezionare francobolli giapponesi, suonare strumenti esotici ? La verità è che molti sono contagiati da un inguaribile virus: quello della partecipazione, del piacere a dibattere, a confrontare opinioni diverse. Lo ammette anche chi vi scrive: siamo malati, difficile guarire. Ieri, un gruppo di persone, si è incontrato ancora una volta proprio con questo spirito. In questo momento, in Italia, con l'aria che tira, non c'è di meglio.

E l'aria che tira non sembra proprio essere delle migliori. Anzitutto vi segnaliamo un articolo su Italia Oggi che riporta in sintesi i dati dell'ultima ricerca di IT Media Cons. di Augusto Preta: nei prossimi anni la televisione in banda larga raggiungerà quasi 9 milioni di abitazioni rispetto ai circa 4 attuali.
La piattaforma DTT scenderà dal 54% al 37% di copertura. Viene definito "effetto Netflix".
Per la Rai, per il Servizio Pubblico, saranno dolori perchè, inoltre, si accompagneranno altri due fenomeni: la diminuzione del pubblico giovanile e la riduzione degli introiti pubblicitari (per non dire del canone che, pur invariato e proprio perchè tale, a fronte di costi crescenti, di fatto sarà ridotto).

Nel frattempo abbiamo letto ieri che il "nuovo" direttore agggratissss di Rai Due, Carlo Freccero, sta concependo idee e strategie geniali: attaccare Rai Uno e sottrargli pubblico!!! se non lo avessimo letto, nero su bianco, era difficile da credere, un vero mago della Tv che però, visto che non guadagna un euro, si può perdonare. Ma, come ha detto Petrolini rivolto a chi lo disturbava durante una sua rappresentazione, "io non ce l'ho con te, ma con chi ti sta accanto e non ti butta di sotto". Ieri, un autorevole lettore navigato da anni di dirigenza Rai, ci confidava sconsolato "questi stanno oltre ogni immaginazione, non sanno proprio cosa dire, fare, proporre ..." sconsolato lui, figuriamoci noi !!!

Nei giorni scorsi vi abbiamo anticipato che ci sono passi in avanti sul Gomblotto della quotazione di Rai Way. Ebbene, la novità è che siamo riusciti indirettamente attraverso la fonte diretta, a leggere il famoso e "misterioso" parere pro veritate di Enzo Cheli, notissimo costituzionalista, al quale il CdA in carica nel 2014, presieduto da Annamaria Tarantola,  richiese appunto di esprimere la sua valutazione in merito ai rischi di incostituzionalità del prelievo dei 150 milioni da parte del Governo Renzi. Il parere di Cheli si accompagna a quello di altri due illustri costituzionalisti interpellati dallo Snater e dall'Usigrai, Alessandro Pace e Michele Ainis.  Attenzione: per quanto dei pareri di Pace e Ainis si seppe qualcosa, di quello di Cheli, stranamente, fu possibile leggere e sapere poco o nulla. Perchè ??? Venne consegnato il 12 giugno e solo alla fine di novembre, alla vigilia della quotazione, il CdA vota a maggioranza di ricorrere contro il prelievo. Nel mezzo di questo periodo, i pareri dei costituzionalisti, sono stati presi in debito conto da AgCom e Consob? Il problema è semplice: posto l'antefatto di dubbia costituzionalità (il prelievo forzoso di una risorsa non nelle disponibilità del Governo) anche la conseguenza non sarebbe potuta essere  messa in pratica. Il Dg di allora, Luigi Gubitosi,  ritenne il ricorso "un atto inopportuno".

Ma perchè il Gomblotto è tutt'ora di grande attualità? esattamente perchè, ora come allora, attraverso la clava del canone si cerca di minare le fondamenta di Viale Mazzini. E' grave, ma sarebbe ancora poco rispetto alla gravità di attaccare i fondamenti costituzionali del nostro ordinamento.
Ci corre un dubbio: vuoi vedere che qualche "gomblottista" si aggira ancora per i corridoi di Viale Mazzini?



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