martedì 11 dicembre 2018

Europa e il poker

Nel mentre che la Rai si disperde nella nebbia, nel quando che le sue prospettive si diluiscono nel torrenti di periferia, in Europa qualcosa si muove e, a quanto sembra, in modo sostanzioso e rilevante anche per il mercato italiano. Lo apprendiamo leggendo un interessante articolo pubblicato ieri sulle pagine del Corriere della Sera - suppl. economia - a firma di Maria Elena Zanini. Proponiamo una sintesi. Il tema centrale è la convergenza tra infrastrutture e contenuti per "essere competitivi su scala sempre più ampia". Il riferimento specifico è quello del recente acquisto di Sky da parte di Comcast, il più rilevante operatore via cavo USA, che fa il paio con quello precedente di AT&T e Time Warner, sempre Made in USA. Per gli americani, si prefigura uno sbarco in Europa dinotevole interesse per quanto l'impero di Murdoch è presente nei nostri mercati. La ricaduta italiana è interessante: a seguito del recente accordo tra Sky e Mediaset per questi ultimi, alleggeriti di Premium e con in cassa la cessione di Ei Towers e consolidata la posizione finanziaria netta (anche se, notizia di questa mattina, gli analisti hanno consigliato un prezzo di vendita delle azioni del biscione in significativo ribasso per i prossimi 12 mesi), si profila un più ampio margine di azione nel campo della tv free. Ma, al tavolo siedono invitati ingombranti: da un lato il mondo degli OTT che, grazie allo sviluppo della fibra, potrebbero vedere crescere di molto il numero degli abbonati, e dall'altro un momento economico nazionale no proprio florido che potrebbe incidere negativamente sugli andamenti della raccolta pubblicitaria. In Europa questo trend  vede all'orizzonte un marcato segno negativo con il 2,4. E' in questo contesto che sembra volersi muovere in prospettiva il Gruppo di Cologno Monzese: ipotizzare una joint venture con i francesi di Vivendi (che già possiedono il 30% di Mediaset) verso un "polo europeo" per la europeizzazione dei contenuti. Decisamente interessante. Tanto quanto lo è dover constatare che in tutto questo mondo, intorno a questo tavolo, la Rai non trova posto. 

Nel mondo del poker di sostiene che quando, alla terza mano, non hai capito ancora chi è il pollo da spennare, quel pollo sei tu. Per riportare la metafora ai giorni nostri, abbiamo scritto ieri che in queste ore sono in ballo gli emendamenti alla finanziaria che interessano e non poco il futuro della Rai. Per quanto riguarda quello sul canone, per quanto ne sappiamo, qualcosa non torna. Sembra che sia in corso una trattativa sotterranea (sic!!!) per cercare di "compensare" la perdita di importo con qualcosa di altro che potrebbe indurre il Governo a più miti consigli. Non vogliamo pensare male, ma lo facciamo lo stesso e pensiamo che, ancora una volta, anche a Viale Mazzini, qualcuno possa avere una sorta di retropensiero sulla "trattabilità" del canone che, notoriamente non è e non può essere, una risorsa a disposizione del Governo. Punto. 

Ricordiamo, ancora una volta, che a capo di questo Esecutivo siedono forze politiche che sull'abolizione del canone hanno quasi vinto le elezioni e questo stesso Governo ha espresso la governance di Viale Mazzini (da ricordare sempre grazie ai governi PD precedenti).

Punto e a capo e torniamo al Gomblotto sulla quotazione di Rai Way: il filo rosso che lega passato, presente e futuro è sempre lo stesso. Come abbiamo titolato ieri: posto l'antefatto (illegittimo) si realizza la conseguenza (indebita)  e il grimaldello attraverso cui si realizza lo "scasso" è sempre lo stesso: il canone.

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