lunedì 10 dicembre 2018

antefatto, premesse e conseguenze

Stay tuned: oggi giornata particolare per i post. Ce ne potrebbero essere più di uno, si attendono "cosette" interessanti

Iniziamo

Come si forma il sentimento nazionale, coma si avverte la percezione, in che modo si consolida la "corporate reputation" della Rai, del Servizio Pubblico? nei giorni scorsi è andato in onda il concerto della Scala di Milano su Rai Uno che ha scavallato il Tg1 delle 20 ed ha raccolto poco meno di 2 milioni di telespettatori con il 10, 8 di share. Non sono pochi per un Verdi poco conosciuto mentre sono pochi  per la consueta platea della rete. Alcune osservazioni: anzitutto nessun giornale se ne è accorto. Sempre tutti presi con i gossip, le nomine, le fidanzate, gli amici e i parenti, quando si parla di scrivere qualcosa di impegnativo fuggono come lepri. Va bhè !!! Poi, è stata una cosa giusta proporre l'opera a quell'ora? in che logica, con quale visione editoriale? per conto nostro, siamo dalla parte del SP con le maiuscole: almeno una volta ogni X giorni si dovrebbe necessariamente mandare in onda  qualcosa di qualità, nelle ore di maggior ascolto e alla faccia della pubblicità (che pure, intanto, impingua le casse di Viale Mazzini).

In questi giorni (da tempo in verità) si dibatte di Tav e di altre infrastrutture strategiche nazionali. C'è chi ne ritiene alcune importanti, altri invece inutili e costose. Se ne dibatte e si manifesta in piazza. Domanda: ma la Rai, il suo futuro, il suo piano industriale, il suo piano editoriale, cioè il suo futuro insieme a quello di milioni di cittadini che da questo ne trarranno danno o beneficio, l'informazione, l'educazione e l'intrattenimento di milioni dei nostri figli, hanno la stessa dignità di attenzione? La cultura è una infrastruttura strategica nazionale? è facile supporre che chiunque possa o debba rispondere di si e allora non si capisce perchè questo tema sia relegato ai margini di una società di consulenza qualsiasi e non divenga materia di dibattito pubblico. E' mai possibile che di piano industriale e di piano editoriale non dica una parola nessuno?

Con queste premesse, si capisce perchè, e veniamo a queste ore, gli snodi cruciali della vita della Rai  siano in queste ore ad altissimo rischio. Parliamo degli emendamenti alla Legge finanziaria in discussione in Parlamento. Ne ballano due: uno sui 700 Mhz, con la proposta recentemente formulata da CRTV e l'altro di rilevante importanza a proposito del canone. Sul primo si giocano interessi strategici megagalattici: quelli degli operatori di rete per il 5G, quelli delle emittenti locali e quelli del Servizio Pubblico che rischia di essere fortemente penalizzato. Sul secondo, ancora una volta, si mette in gioco la disponibilità resa al Governo di intervenire sulle risorse economiche sulle quali vive il Servizio Pubblico. E' noto che si sta cercando di attaccare, nella forma e nella sostanza, gli importi da canone da riversare a Viale Mazzini. Se non passano le proposte formulate dai vertici Rai, i rischi sono rilevanti: in prima battuta la possibile inadempienza degli obblighi previsti dal Contratto di Servizio. Non è cosa da poco. Domanda: ma perchè i vari AD, Presidente o CTO (Stefano Ciccotti) o CFO (Giuseppe Pasciucco) non escono allo scoperto non fanno sentire la loro voce, il loro peso ????????????????????????????
A chi è utile il loro silenzio ???

alla faccia del Kilimangiaro !!! da poco saputo e appena confermato: stanno per essere assunti 2 dirigenti ....fenomenale !!! li accompagna lo stesso silenzio che grava sul contratto del consulente giuridico di Foa (solo il Fatto ne ha parlato)

più tardi aggiornamenti importanti sul Gomblotto

Nessun commento:

Posta un commento