lunedì 19 novembre 2018

i salvatori della Patria

Anche Bruto era convinto che l'uccisione di Cesare fosse necessaria e, per certi aspetti, temeva l'orazione funebre di Antonio. Bruto commise due errori: parlò prima di Antonio (temeva il suo avversario) e non comprese ciò che il popolo romano radunato nel Foro voleva ascoltare, non riuscì ad entrare nelle corde di chi lo ascoltava.

Non solo leciti paragoni di alcun tipo, tantomeno facili scorciatoie. Però, leggendo i giornali di oggi a proposito della nomina di Gubitosi a Tim, qualche pensiero sul suo operato in Rai viene quasi d'obbligo.
Ancora una volta, viene chiamato come "salvatore della Patria" o solo come braccio armato di un ragionamento politico del momento, proprio come fece Calenda quando lo nominò commissario all'Alitalia?

Il Personaggio viene nominato in pieno Governo Monti e questo già mette un timbro di fabbrica su tutto il suo operato. Manager con la M maiuscola, dicono di lui, grande amico di Marchionne, solida scuola FIAT, amico degli americani come Country Manager di Bank of America (non è un peccato). Chiamato a risanare Viale Mazzini, arriva con il piglio giusto (simpatia e sguardo trasversale) si mette subito al lavoro, già dalle sette del mattino (si racconta di un appuntamento fissato alle 7.30 e l'interlocutore si presenta alle 19.30). Attacca frontalmente qualcuno al Tg1.

Peccato però che non si accorge che la Rai non è un azienda con la A maiuscola, anzi ... non è proprio un'azienda ....è altra cosa ..è La Cosa: Non capisce e non percepisce i sottili fili che la legano alla politica, alla società, alla cultura del Paese. Il suo intendimento, in sintesi, era che l'Azienda si doveva adattare a lui e non viceversa (un tantinello presuntuoso, si potrebbe osservare). Si contorna di fedelissimi, alcuni capaci, altri discutibili. Si racconta che il personaggio, ad un certo punto, sembrava molto interessato alla sua nomina come AD delle Poste e in suo soccorso, pare, sembra, intervenne Monti con una telefonata a Renzi che, nel frattempo, era a capo del nuovo Governo. Rebus sic stantibus, il giovane toscano, in uggia e fumantino, non ci pensa su due volte e lo costringe a rimanere in Rai.
Il Personaggio, che già non viveva con grande felicità, anzi traspirava sofferenza da ogni poro,il suo stare a Viale Mazzini, da quel momento virò tutto in sentimento di viva (e reciproca) antipatia per tutto ciò che era in odore di cavallo (i suoi pretoriani erano tutti esterni). 
A suo merito va riconosciuta la decurtazione dello stipendio che da 650 mila passa a 240 euro (non tutto merito suo).

Chi gioca a scacchi lo sa bene: di fronte alla scacchiera si intersecano sentimenti e atteggiamenti contrapposti. Da un lato la tecnica, le capacità, il sapere scientifico. Dall'altro l'umanità, il fiuto animale, il carattere. Spesso, si vince e si perde più per le difficoltà del secondo aspetto che per  le abilità del primo.

Un capitolo a parte merita la vicenda Rai Way. Rimane aperto un interrogativo grande come una casa: si poteva o si doveva fare? Il Personaggio, e i fedelissimi che lo hanno accompagnato, ne sono gli autori principali. Dopo quattro anni, cosa ne rimane di quell'operazione? Fu vera gloria?

bloggorai@gmail.com

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