domenica 11 novembre 2018

frequenze 3

Nei giorni scorsi ci siamo occupati di frequenze a proposito della questione 700 mhz. Abbiamo prima riportato la posizione di Confindustria Radio Tv e poi un virgolettato di un nostro autorevole lettore che esprimeva una posizione diversa. Apriti sesamo!!! altri autorevoli lettori ci hanno o scritto o telefonato ai limiti dell'indignazione: perchè insinuare il dubbio che la proposta non funziona? perchè ostacolare questa proposta che potrebbe far risparmiare alla Rai circa 100 milioni rispetto agli oltre 200 previsti?
Non siamo ingegneri, siamo solo semplici osservatori e aficionados del Servizio Pubblico e allora ci poniamo qualche semplice interrogativo anche noi. Anzitutto: perchè i tanti autorevoli ed esperti del Servizio Pubblico non escono allo scoperto, non comunicano, non espongono i loro argomenti, i loro progetti, le loro idee in sedi pubbliche? Un'intervista al Corriere, al Sole 24 Ore, al Financial Times o alla Gazzetta della parrocchietta non si nega a nessuno. Non possono parlare i "direttori"? che parlasse l'AD Salini, Tutto ciò che dovrebbe essere di interesse collettivo che riguarda la Rai dovrebbe avere una corsia privilegiata nella comunicazione. Invece nulla: qualcuno ha letto da qualche parte del documento CRTV? qualcuno è a conoscenza degli indirizzi che la Rai intende perseguire sulla vicenda frequenze? NO !!! punto e accapo.

Nel merito di quanto è noto, ci limitiamo ad osservare che ancora una volta la battaglia che si intende affrontare, come abbiamo scritto, è ancora una volta come quella degli ultimi giapponesi. In particolare, sembra di capire che logica che sottende tutto l'articolato di CRTV è quella di un sistema broadcast tutto orientato ancora verso il digitale terrestre, seppure di seconda generazione. Nulla, silenzio totale sul nuovo paradigma del broadband. Dal prossimo 2020 quasi tutti gli apparati televisivi saranno predisposti alla connessione in rete, a partire dallo stesso anno il programma Horizon 2020 della Comunità europea prevede che almeno il 70% della popolazione italiana debba essere connesso ad un velocità di 100 Mbit/s e il restante 30% a 30Mbit/s.

Tradotto in semplici soldoni: la Rai è in drammatico ritardo tecnologico e la colpa non è degli Spiriti maligni  selvaggi, qualcuno ne sarà pure responsabile se non ci sono stati investimenti (vedi Rai Way, dove pure prosegue un imbarazzante silenzio). Si dirà: la colpa è della politica. ??? si, forse, però ...

Veniamo al sodo e senza girarci intorno: la madre di tutte le battaglie sono le risorse. Se non ci sono soldi non c'è trippa per gatti e soldi per la Rai non se ne vedono all'orizzonte. Anzi !!!
nei giorni scorsi sul sito www.indignerai.it è stato fatto il punto sull'argomento canone. Si tratta della questione centrale, dalla quale tutte le altre ne discendono di conseguenza. Hai voglia ad argomentare sui 700 Mhz, hai voglia a trattare con il MISE per la proroga agli impegni previsti dal Contratto di servizio. Vedi articolo sul Fatto di ieri a firma di Virginia della Sala.

Cronaca di oggi: da leggere attentamente su Repubblica Affari e finanza un articolo a firma Stefano Carli. Il titolo è tutto un programma: TV, il futuro è solo pay. Dall'ultimo rapporto ItMedia si legge che i ricavi da canone in Europa sono invariati, quelli da pubblicità scendono e aumentano gli abbonamenti pay. Non è cosa da poco.
Da ricordare, inoltre, l'articolo sul fatto

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