Come abbiamo scritto, la guerra per bande interna alla RAI è in pieno svolgimento e, al momento, sembra più violenta all’interno delle “quote” dei partiti di maggioranza che non dell’opposizione dove pure non si scherza. Nei giorni scorsi vi abbiamo scritto del tentativo della Lega dimettere le mani sulle casse Rai su due fronti a tenaglia, canone e pubblicità. Sul fronte canone oggi leggiamo sul Sole che “II canone Rai resta a 70 euro” ovvero l’emendamento alla Legge di Bilancio è stato presentato dalla Lega nel contesto del suo PdL che prevede la sua riduzione progressiva in 5 anni. Passerà nel Maxiemendamento di fine anno? C’è tempo, ma intanto rimane anzitutto l'incognita rischiosissima per le casse RAI e poi la pressione verso i riottosi alleati di governo che non la pensano allo stesso modo.
Sul fronte RAI Pubblicità invece oggi c’è una grossa novità: al posto di Tagliavia come AD non andrà più come si supponeva Roberta Lucca, attuale direttrice del MKT RAI e, sembra, in “quota Giorgetti” ma un certo Luca Poggi, un dirigente interno a Rai Pubblicità. Accipicchia? E chi è costui? Formalmente Direttore Centri media ma, sostanzialmente ci dicono di mattina presto, in “quota dell’AD Rossi”. Doppio accipicchia. Tradotto in soldoni, potrebbe significare che FdI ha vinto sulla Lega e che Rai Pubblicità entra sotto il suo controllo. E non è una cosetta da poco conto. Per ora. E quindi, per ora, al MKT come pure a RUO, rimane tutto fermo. Solo per ora.
Ecco cosa significa “ridisegnare gli equilibri interni a Viale Mazzini” in attesa che venga sbloccata la nomina del/la presidente. Ma se “Se Atene piange, Sparta non ride” ovvero la “guerra per bande” all’interno dell’opposizione (o quello che ne resta dopo il 26 settembre) in Rai non va gran che meglio. Dietro l’apparente e fragilissima solidarietà tra PD e M5S sul tema No alla Agnes si cela nervosismo e preoccupazione. La legnata alle regionali del 5S ha acuito i problemi. Ci dicono che il PD non si fida (in verità sembra che la Schlein sul tema RAI non si fida nemmeno di qualcuno dei suoi, vedi il tentativo maldestro di mettere in corsa Minoli avvenuto alla fine di settembre). Allo stesso tempo, sembra, che pure il M5S non si fida del PD e di alcune delle sue persone “in quota” e ci propongono l’esempio di Stefano Coletta che dicono ora essere in una certa “sintonia” con Rossi. Sembra, pare, dicono: siamo sempre nelle supposizioni …of course … però sufficienti ad alimentare il clima di veleni e sospetti. Come pure, questa però l’abbiamo letta su La Stampa senza poi aver letto una smentita (magari ci è sfuggita), della Ammirati, direttrice di RAI Fiction, che sarebbe entrata “in quota Lega”. Se mai fosse vero … succede, succede... come è pure successo che Roberto Natale da paladino dell’autonomia e dell’indipendenza della Rai dai partiti venga poi estratto dal cilindro di un partito e nominato Consigliere senza che nessuno possa aver mai capito perché, con quali criteri, sia stato scelto proprio lui e non uno/a degli altri 71 candidati. Anche su questo punto il 5S nutre sospetti: se l’operazione Agnes non riesce ad andare in porto, la sua candidatura a presidente si rafforzerebbe. Staremo a vedere, aspettiamo la fine di domenica prossima.
Bene, scendiamo sulla terra e lasciamo perdere le vaghezze delle supposizioni. L’altra sera ci siamo cimentati, con grande sofferenza, a vedere Belve su Rai Due. Ci piace definirlo “Il Servizio Pubblico del buco della serratura” ovvero quel genere di trasmissioni di intrattenimento che punta molto sulle sfere intime, private, dei personaggi intervistati. Sembra che sia un genere che “tira” molto. A proposito di Domenica In e di Uno Mattina, ha scritto ieri Aldo Grasso, uno che vuole molto bene alla RAI, però per fortuna che esiste: “È una tv che parla delle umane passioni, gioie e sofferenze, come se stesse descrivendo le patatine fritte o il minestrone congelato dell’interruzione pubblicitaria”. È stato “garbato”, si poteva dire anche di meglio, di più. Se non che, l’altra sera la conduttrice specializzata in buco della serratura, ha intervistato Mara Venier, ormai storica conduttrice di Domenica In, ovvero un patrimonio Rai (in onda dal 1976). Ci siamo tolti una curiosità e siamo andati vedere la sua scheda e cosa abbiamo trovato? Che c’è un certo Marco Battaglia (che non risulta essere interno RAI) come “produttore”. Produttore di che? Di cosa? Se il “prodotto” è RAI e quindi a cosa serve un ”produttore” esterno?
Già. Entriamo nel giro dei misteri gloriosi di Viale Mazzini e dintorni. Ci scrive un attentissimo lettore: “Caro Bloggorai, con questa storia di voler sapere i costi delle produzioni esterne, dei costi di acquisto dei format tipo “giornalista che intervista giornalista” o della messa in onda di produzioni esterne RAI, ti stai cimentando nel Grande Mistero dell’universo, nei Segreti di Fatima, della ricerca dell’Arca perduta. Non troverai mai nulla, non saprai mai nessun numero, e nessuno ti potrà mai confermare o smentire nulla pena di fare la fine di Assange. Stai sereno e occupati d’altro. Ti voglio bene!”. Grazie caro lettore, ne terrò conto!
Ma il divertimento di Bloggorai è tutto qui: fare domande (alle quali nessuno risponde), porre problemi e suscitare dibattito. Ci torna in mente Riccardo Laganà quando sollevò il problema del “polo regia” ovvero un punto unico di raccolta di tutti i registi Rai dove attingere per i vari programmi. Apriti cielo: chi ha la forza di contrastare i vari agenti o produttori esterni che invece vogliono il “loro regista”? Nessuno, e infatti ora sembra che questo “polo regia” possa essere smantellato. Tanto per ribadire il concetto e il tema sul cui stiamo cercando di capire. La privatizzazione RAI è già in atto, iniziata da anni dal suo interno? Qualcuno ricorda un certo Celli, il teorico delle “esternalizzazioni”? Si certo che lo ricordiamo e ricordiamo pure chi lo ha nominato DG.
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