Anzitutto una nota a margine: quando si stavano svolgendo gli
Stati Generali al Senato fortemente voluti dalla presidente della Vigilanza Floridia, che dicono essere di stretta osservanza contiana, avevamo notato una certa presenza del direttore del
Tg1 Chiocci. La “certa presenza” si riferisce al fatto di averlo visto più
fuori della sala dove si svolgeva il Convegno che non dentro. Bizzarrie. Poi abbiamo
visto come è andato il suo voto in Cda e poi ci siamo ricordati della sua festa
di compleanno lo scorso aprile dove ha partecipato il leader del M5S Giuseppe Conte.
Cortesie, garbo istituzionale, buone relazioni che non si negano a nessuno. Morale
della favola: il consigliere di Majo ha votato a favore della sua nomina con
allegato un piccolo giallo. A quanto sembra, come riporta una fonte
qualificata, avrebbe in un primo momento votato a favore salvo poco dopo
chiedere la rettifica del suo voto. Non essendo possibile, sembra che gli si è stato
proposto di mettere la dichiarazione a verbale ma avrebbe rifiutato. Al momento,
non abbiamo potuto fare una verifica. Vi faremo sapere. Certo è che se fosse
vero qualcosa non torna.
Ma il fatto più importante che non ha ricevuto ancora l’attenzione
che merita è l’avvio della prevista trasmissione Tv a Mario Sechi, ex portavoce
della Meloni e attuale direttore di Libero. Come pure era passata alquanto
inosservata l’analoga trasmissione di Peter Gomez, nome “pesante” del Fatto quotidiano.
È avvenuto un salto di qualità/quantità rilevante: non sono
sufficienti “giornalisti che intervistano altri giornalisti” ma siamo oltre
ovvero direttori che intervistano giornalisti semplici. Ma, in questo caso, la
specificità politica di Sechi c’è qualcosa di più.
Dopo di che c’è tutta la vicenda dell’iniziativa di Marano che
da Presidente “pro tempore” sembra averci preso gusto a fare il presidente
vero, con grande irritazione e nervosismo come ci riferisce fonte qualificata,
della Agnes, presidente indicata dal Governo. Scavando e parlando, sta venendo fuori
che alla fin fine, forse, la sua presidenza potrebbe essere gradita, utile e
conveniente a più d’uno. Lo sapremo nei prossimi giorni.
Nel frattempo c’è una guerra in corso, feroce, sul tema
canone che a quanto sembra non interessa gran che l’opposizione. Leggiamo sul
Corriere di oggi “Tajani ha anche ribadito la sua posizione su un altro dei
cavalli di battaglia leghisti, il taglio ulteriore del canone Rai: «Siamo
contrari, è una cosa ridicola. Tagliarlo e poi trovare i soldi sempre dei
contribuenti per rifinanziarla mi pare non abbia senso”. Risponde sul Giornale
il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo “Per noi è una priorità e siamo
determinati a portarla avanti fino in fondo”. Nel frattempo, il PD tace sul
tema canone, medita, riflette, pensa. Lo fa talmente a fondo che non se ne
accorge nessuno.
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