sabato 23 novembre 2024

RAI: donne (e uomini) sull'orlo di una crisi di nervi

Foto di Raquel Candia da Pixabay

Andiamo dritti al sodo. In Cda di giovedì sono successe tante cose importanti, delle quali alcune vale la pena tenere bene a mente.

Anzitutto una nota a margine: quando si stavano svolgendo gli Stati Generali al Senato fortemente voluti dalla presidente della Vigilanza Floridia, che dicono essere di stretta osservanza contiana, avevamo notato una certa presenza del direttore del Tg1 Chiocci. La “certa presenza” si riferisce al fatto di averlo visto più fuori della sala dove si svolgeva il Convegno che non dentro. Bizzarrie. Poi abbiamo visto come è andato il suo voto in Cda e poi ci siamo ricordati della sua festa di compleanno lo scorso aprile dove ha partecipato il leader del M5S Giuseppe Conte. Cortesie, garbo istituzionale, buone relazioni che non si negano a nessuno. Morale della favola: il consigliere di Majo ha votato a favore della sua nomina con allegato un piccolo giallo. A quanto sembra, come riporta una fonte qualificata, avrebbe in un primo momento votato a favore salvo poco dopo chiedere la rettifica del suo voto. Non essendo possibile, sembra che gli si è stato proposto di mettere la dichiarazione a verbale ma avrebbe rifiutato. Al momento, non abbiamo potuto fare una verifica. Vi faremo sapere. Certo è che se fosse vero qualcosa non torna.

Ma il fatto più importante che non ha ricevuto ancora l’attenzione che merita è l’avvio della prevista trasmissione Tv a Mario Sechi, ex portavoce della Meloni e attuale direttore di Libero. Come pure era passata alquanto inosservata l’analoga trasmissione di Peter Gomez, nome “pesante” del Fatto quotidiano.

È avvenuto un salto di qualità/quantità rilevante: non sono sufficienti “giornalisti che intervistano altri giornalisti” ma siamo oltre ovvero direttori che intervistano giornalisti semplici. Ma, in questo caso, la specificità politica di Sechi c’è qualcosa di più.

Dopo di che c’è tutta la vicenda dell’iniziativa di Marano che da Presidente “pro tempore” sembra averci preso gusto a fare il presidente vero, con grande irritazione e nervosismo come ci riferisce fonte qualificata, della Agnes, presidente indicata dal Governo. Scavando e parlando, sta venendo fuori che alla fin fine, forse, la sua presidenza potrebbe essere gradita, utile e conveniente a più d’uno. Lo sapremo nei prossimi giorni.

Nel frattempo c’è una guerra in corso, feroce, sul tema canone che a quanto sembra non interessa gran che l’opposizione. Leggiamo sul Corriere di oggi “Tajani ha anche ribadito la sua posizione su un altro dei cavalli di battaglia leghisti, il taglio ulteriore del canone Rai: «Siamo contrari, è una cosa ridicola. Tagliarlo e poi trovare i soldi sempre dei contribuenti per rifinanziarla mi pare non abbia senso”. Risponde sul Giornale il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo “Per noi è una priorità e siamo determinati a portarla avanti fino in fondo”. Nel frattempo, il PD tace sul tema canone, medita, riflette, pensa. Lo fa talmente a fondo che non se ne accorge nessuno.

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