venerdì 29 novembre 2024

RAI: 'scordammoce 'o passato ... per il futuro c'è sempre tempo

Foto di Gerd Altmann da Pixabay
Come abbiamo scritto ieri, bisogna essere laddove le “cose” si svolgono per cercare di capire e sapere. Bisogna seguire gli interventi e cogliere la "notizia" (quando c'è e spesso non c'è), cogliere gli sguardi, percepire le battute e le posture del corpo, osservare chi c’è e fare pure bene attenzione a chi non c’è.

Ieri pomeriggio si è svolto al Senato un Convegno promosso dal senatore Gasparri per ricordare i 20 anni della sua legge. L’appuntamento aveva un sottotitolo ambizioso: “Riflessioni sul futuro  …”. la proposta era molto invitante. A Bloggorai interessava in particolare capire e sapere qualcosa su questo aspetto.

Ecco quanto ne è venuto fuori.

A. Il termine “futuro” non è venuto fuori a nessuno nemmeno con le tenaglie. Peccato, una buona opportunità mancata. Nessuno si è azzardato nemmeno lontanamente anche solo a fare uno piccolo sforzo di fantasia. È stato tutto un rinfrescare antiche e presenti glorie perdute o conquistate. È vero che l’appuntamento era finalizzato a ricordare i 20 anni della Gasparri dove, peraltro, non si sono spesi gran che per valutarne tutti gli aspetti e le conseguenze che ci sono state. Ma è pur vero che il “sistema integrato delle comunicazioni” il famigerato SIC inventato da Gasparri con la lege 112 sta attraversando un momento di particolare complessità dove la Rai peraltro è in piena turbolenza e un pensierino al suo possibile “aggiustamento all’era dello streaming” si poteva pure fare. Pochi (nessuno) hanno ricordato che è in corso un dibattito proprio al Senato sulle proposte di riforma della sola governance RAI mentre di “sistema” non si legge traccia. A domanda specifica, il senatore Gasparri a proposito della PdL promessa dal suo partito ha risposto “ci stiamo lavorando”. Aspettiamo fiduciosi.

Il futuro è tutto da scrivere ma non ci sono gli autori che possono iniziare, manca la penna e la carta ma manca anzitutto qualche idea, qualche proposta, qualche visione.

B. Chi c’era e chi non c’era? Iniziamo da questa parte. Da tempo, molto tempo, il PD è il grande assente su questi temi. Non c’è non tanto nei convegni ma nella mancanza di proposizione, di elaborazione, di promozione al dibattito e al confronto. Bene che vada partecipa ad iniziative altrui. Bene che vada si abbarbica a proposte di riforma della sola governance (3, dicasi 3) dove l’epicentro è la “fondazione” e il che è tutto dire: l’anticamera della privatizzazione sotto mentite spoglie. Di “futuro” ovvero di missione del Servizio Pubblico non ci sono tracce. Il termine “canone” poi lo ha dimenticato del tutto: quando lo scorso anno è avvenuto il taglio a 70 euro si potevano e dovevano fare le barricate in Parlamento per tutti i profili di illegittimità con annessi profili di incostituzionalità del provvedimento (una legge ordinaria non può intervenire ordinamentale non può intervenire su una legge ordinaria) e invece nessuno ricorda un segnale di fumo. Quando alcuni “volenterosi” hanno fato ricorso al TAR avverso i criteri di nomina dell’attuale Cda se ne sono ben guardati di citarlo almeno una sola volta pure di sfuggita. Amen.

Chi c’era ieri? Tanti cosiddetti “stakeholders” ovvero portatori sani di interessi economici. Il tema ricorrente erano i soldi. Tutti a battere cassa per averne di più o per difendere quelli che già hanno e che vedono minacciati: da Cairo a Confalonieri per finire agli editori accorsi numerosi.

Poi era presente una qualificata presenza RAI a partire dall’AD Rossi che seppure non fosse intervenuto non sene accorgeva nessuno: il vuoto pneumatico di argomenti triti e ritriti. Of course, per il filosofo di Colle Oppio affrontare il futuro della RAI potrebbe essere quasi una minaccia, meglio lasciar perdere. Curiosamente, il parterre Rai era alquanto poco numeroso: qualche fedelissimo della “quota” FI e pochi altri. Notato l’ex DG Salini. Sembra che molti non sapevano nulla del Convegno. 

A questo punto, visti i presenti ieri in sala, è doveroso proporre il TotoPresidente RAI prossimo venturo e riferire quanto si dice di loro.

Agnes: tendenzialmente stabile (“Non la “schioda nessuno”) ma con un filino, una piuma,  di ostentata nonchalance, ma pure di preoccupazione e nervosismo (“Se non ce la fa ancora per un paio di votazioni in Vigilanza, il Governo deve cambiare proposta”). Dicono che sia molto “irritata”.

Marano: in leggera crescita. “Non molla certo il lauto compenso che percepisce a Milano” dicono di lui chi lo conosce bene (ieri però non si è visto). Ma, se Palazzo Chigi chiama? Potrebbe essere una soluzione in compensazione al Salvini scornato. Comunque, pare, dicono, che ci sta prendendo gusto a fare il Presidente P.T.  

Natale: stabile tendente al ribasso. Potrebbe essere lui “Il nome autorevole e di garanzia” votabile pure dal M5S??? Il candidato PD sotto mentite spoglie “Prova a studiare da Presidente” ma, dicono di lui “Non ha il phisique du role, gli manca quel certo … non so che”. Gode sempre di grande apprezzamento, nonostante il tradimento del 26 settembre. In casa 5S qualcuno però giura che piuttosto che votare lui votano la Agnes.   

Il “quarto incomodo”: aleggia nell’ombra ed è sempre pronto/a a salire in scena. Se il sistema dei veti incrociati in Vigilanza permane inalterato sarà giocoforza ricorrere a lui/lei. Certo, questo significa che in Cda qualcuno dovrebbe fare un passo indietro e non si capisce bene chi mai potrà essere. “Le vie del Potere sono infinite” ci ha suggerito ieri un autorevole interlocutore. Nomi non mancano: si parla della Todini (l’abbiamo proposta e il naso si è arricciato); si è parlato del ritorno di Gubitosi (“uhmmmmmm”) e via trotterellando.  

bloggorai@gmail.com

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