Questi numeri non appaiono destinati a mutare in meglio. Gli anziani di Villa Arzilla incollati di fronte alla Tv saranno sempre più mentre progressivamente diminuisce la platea televisiva a favore di altre modalità di uso e consumo di prodotti audiovisivi che non saranno più fruibili sulla televisione tradizionale. C’è una crisi di generazioni, di società in mutamento e c’è una crisi profonda di contenuti, di prodotti, di ideazione. La RAI, per larga parte, non solo non inventa e produce poco in conto proprio trasmissioni di grande successo che non siano il discorso del Presidente Mattarella, i Tg e Montalbano (ora per tenersi “aggiornati” e risollevare le tristi sorti di RAIDue si sono “inventati” il tennis), ma quanto di “nuovo” manda in onda è “usa e getta” e magari pure acquistato da produttori esterni come si vede dalla serie di insuccessi inanellati dai recenti prodotti “Made in Tele Bidoni”.
C’è da essere ottimisti? Boh! Non ne siamo molto convinti. Vedi oggi, ma proprio oggi, il dibattito sul canone. Si tratta di uno dei fattori strategici determinanti ed immediate per le sorti del Servizio Pubblico. Sapere quanto sarà il suo importo non solo per il prossimo anno ma per avere la certezza degli anni a venire sembra sia diventata solo una bega di bottega tra Lega e Forza Italia con la Meloni in finestra a guardare. Oggi ancora leggiamo che non è ancora deciso se passa la proposta Lega di riduzione o si tornerà ai 90 euro come farebbe tanto piacere a Forza Italia. Nel frattempo, tutti tacciono: PD e M5S sul tema non battono ciglio e l’unico fronte su cui si sono impelagati è quello della riforma RAI incentrata tutta sulla governance. Per paradossale che possa apparire, oggi e segnatamente oggi, la vera “opposizione” in tutela e difesa delle risorse della RAI la sta facendo Forza Italia. Nessuno è in grado di sapere o capire PD e M5S cosa intendono per “canone” e come intendono mantenerlo, abolirlo o modificarlo e quel poco che si sa è meglio non saperlo (vedi il già citato Boccia, vicesegretario del PD). Nessuno è in grado di sapere o capire come intendono stabilire un “nuovo patto culturale” con i telespettatori pure in vista del rinnovo della Concessione del 2027. Se per malaugurata ipotesi qualcuno volesse ipotizzare di "metterla all’asta" non stupirebbe più di tanto. Per inciso: il dibattito sulla riforma Rai come promesso in cambio del varo del nuovo Cda è impantanato al Senato, in attesa che arrivi la PdL annunciata da Gasparri. Ovviamente, PD e M5S se ne guardano bene da mettere in cantiere una riflessione, un dibattito aperto, un confronto sui contenuti, sui modelli proposti da questa riforma.
A proposito di Cda RAI, riforma etc: nei giorni scorsi vi abbiamo riportato di “beghe interne a Viale Mazzini” tra intemerate avventure di Marano presidente p.t., smanie presidenziali dell’uno o dell’altra, e gialli sul voto di di Majo a favore di Chiocci. Ieri c’ è stato un siparietto di comunicati appunto tra il consigliere Natale, nominato in quota AVS, e il consigliere/presidente p.t. Marano nominato in quota Lega, su un tema “spinoso” ovvero al presenza in video di direttori RAI. Premessa d’obbligo: i due consiglieri sono semplicemente e banalmente il frutto avvelenato di un albero malato che ombreggia l’autonomia e l’indipendenza dai partiti, prima ancora che dalla politica. Se non ci fosse stato il tradimento del 26 settembre e se i nuovi consiglieri fossero stati nominati con i criteri dell’MFA, forse, questo problema non si sarebbe nemmeno posto. Nel merito del confronto dialettico tra Natale e Marano, quello che avvertiamo con un certo fastidio/disappunto è che appena si toccano tasti delicati degli equilibri interni all’Azienda scatta subito la difesa d’ufficio. Semplificando: se esiste una norma interna Rai, una disposizione di servizio del 2013, che impone che i direttori e i vice non possano andare in video ci sono solo due possibilità: o si applica la disposizione o si modifica. Volendo, si può pure beatamente ignorare, ma questa è un’altra storia.
Riportiamo in sintesi un commento che abbiamo ricevuto sulla battaglia titanica Marano/Natale: “Prove tecniche per un futuro presidente”. Tanti auguri … non si sa bene a chi rivolgerli ma gli auguri non si negano a nessuno. PS: registriamo un crescente, silenzioso e sommesso consenso verso la Agnes presidente. Domattina intorno alle 9 sapremo qualcosa.
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