mercoledì 16 novembre 2022

Rai: la morale nel pallone ... ovvero il pallone della morale

Foto di 188361 da Pixabay
  

Non siamo tra coloro che si entusiasmano con Fiorello che, tra l’altro, consideriamo molto vicino alla nostra fascia di età (over X anta) più di quanto alcuni lo considerano “giovane”. Solitamente ci divertiamo molto di più con Crozza (sublime oltre modo la sua imitazione di Sangiuliano e la sua storia in Rai). 

Oggi però gli riconosciamo però il senso di una notizia, o meglio un “racconto”, che a molti era sfuggita ovvero che è stata volutamente sottaciuta o ben che vada dimenticata, in particolare a Viale Mazzini.

I diritti umani, i diritti civili, già per la loro natura giuridica rientrano appieno nel solco della morale comune (mores = regole) che, è noto, è abbastanza elastica: ognuno se la sistema come meglio crede a secondo di necessità, opportunità e convenienza. Succede nella propria casa, con mariti e mogli, figli e parenti, figuriamoci fuori. Nell’era moderna poi, la morale ha assunto anche un dimensione “globale” ed è successo e succede che diventa oggetto di dispute internazionali a tal punto da orientare le relazioni diplomatiche (e commerciali) tra i paesi per non dire quando la morale sui diritti si estende anche all’ambito politico e, in questo caso, può indurre anche ai conflitti (oppressione delle minoranze di diversa natura).

Allora succede che, sempre a seconda delle necessità, opportunità e convenienze, anche lo sport si adatta e si modella con questo principio della “morale a corrente alternata”: c’è la “morale” buona, solitamente a nostro vantaggio, e quella cattiva che sta sempre fuori di noi, in altro luogo, in altro tempo. Allora succede che stanno per iniziare i Mondiali in Quatar, un paese  che sui diritti civili non brilla certo per una “morale” positiva, anzi. Allora succede che buona parte del mondo dove la “morale” viene pesata con bilancino c’è qualcuno che solleva obiezioni e prova ad animare uno straccio di dibattito e ci sono paesi, come  l’Italia, dove di questo argomento, da tempo, si avverte un certo disinteresse, almeno televisivo. Allora succede che la Rai ha speso 200 milioni per acquistare i diritti di ripresa e diffusione (argomento che merita un ragionamento a parte) dei Mondiali che, secondo l’ultimo Cda Rai,  diventano pure una speranza, un voto, un auspicio che possano contribuire a resuscitare ascolti moribondi.

Ma ciò che ci interessa sollevare è il problema della “morale a corrente alternata” che si avverte dalle parti di Viale Mazzini sempre pronta a alzare il ditino accusatore quando si tratta della morale altrui ma con il braccetto corto quando si tratta della propria, di quella nazionale.  Esempio: provate a digitare su Google “Rai e Quatar” e vedete cosa viene fuori (due notizie del 20 ottobre e dell’8 novembre sul sito RaiNews.it ) e poi fate lo stesso con “BBC Quatar 2022” e fate il confronto. Non c’è partita, questo il primo titolo che compare “World Cup 2022: How has Qatar treated foreign workers?” dove si legge che almeno 6.500 persone sono morte per costruire le cattedrali del calcio nel deserto. E più avanti “World Cup finals: Why is Qatar 2022 controversial?” dove si legge che “Qatar was accused of paying Fifa officials £3m ($3.7m) in bribes to secure their backing, but was cleared after a two-year investigation. At the time, Fifa's then-chairman, Sepp Blatter, supported the bid, but now says it was a "mistake" to award the World Cup to Qatar”. Ciononostante, come se nulla fosse, oggi ci picchiamo vanto di mostrare i Mondiali in 4k (e pure su questo abbiamo qualche osservazione).  Certo è che l’uscita di Fiorello potrebbe aver dato fastidio a qualcuno (sul tema dei costi si è trovato curiosamente d’accordo con Pier Silvio Berlusconi).

Nota a margine dedicata ai soli Raiofili/otici più attenti e smagati: come vi abbiamo riportato, nei giorni scorsi l’Ufficio Stampa Rai ha diramato un comunicato 24 ore dopo il Cda sugli ascolti. Abbiamo subito notato un linguaggio alquanto anomalo nella forma e nella sostanza per un Comunicato con largo  uso di aggettivi spropositati e ci siamo chiesti, ma chi l’ha scritto? Non ci sembrava di riconoscere la mano di colleghi noti: “Non è farina del sacco dell’Ufficio Stampa” ci è stato detto. Poi, con calma, lo abbiamo scoperto. Chi indovina vince un premio … e vi diamo pure un aiutino: fa parte del CCC. Noi abbiamo capito quasi tutto...voi?

bloggorai@gmail.com

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