lunedì 21 novembre 2022

Rai: comode bugie e scomode verità

Foto di Daniel Roberts da Pixabay

Questa mattina ci eravamo preparati un bel post fresco fresco, di prima settimana… tanto per gradire ed era succoso di argomenti e notizie interessanti. Poi, è successo che intorno a Viale Mazzini “ … si vede gente … si frequentano persone … si scambiano messaggi, pensieri ed opinioni” e le cose cambiano.

Ora, siamo nel pieno di bel pomeriggio autunnale e non vogliamo scomodare complicati pensieri filosofici ma ci corre l’obbligo di riproporre qualche riflessione su chi è Bloggorai e che ruolo svolge nel dibattito sulla Rai e il Servizio Pubblico visto che ogni tanto qualcuno tra gli affezionati lettori ci invita a farlo.

La prendiamo lunga e iniziamo dalle origini. C’è un ordine naturale delle cose intorno alle quali è complesso argomentare. Quest’ordine implica un mutamento costante, una rivoluzione genetica, un cambiamento che è, per sua intrinseca natura, mutevole e dinamico. Le cose cambiano dunque e con più velocità di quanto si possa immaginare.  Si può essere partigiani di un versante e quindi favorire i mutamenti e accompagnarli oppure si possono avversarli, opporsi ad essi. L’Azienda Rai, il Servizio Pubblico, sta mutando rapidamente la sua ragion d’essere, la sua missione e le sue prospettive. Ci sono forze, energie, che si impegnano chi a sostenere e chi a ostacolare e non tutte sono ciò che sembrano.  

I lettori di Bloggorai, grosso modo, si dividono in due versanti: una parte è schierato con il primo partito e denuncia il fatto che si “parla sempre male” della Rai pure quando invece non ce ne sarebbe bisogno. Anzi, sostengono “in questo modo non si aiuta l’Azienda ma la si danneggia”. Altri invece, sono schierati nel versante diametralmente opposto: “Per fortuna che c’è Bloggorai perché altrimenti è ben difficile sapere qualcosa (poco in verità), cosa succede e come interpretare gli avvenimenti”. 

Allora, è necessario ribadire: premesso che Bloggorai è una molecola nell’universo dei meteoriti che girano intorno al Servizio Pubblico. Alcuni tra questi, e sono assai potenti e di ben altro peso rispetto al piccolo Bloggorai svolgono assai bene il ruolo di corifei della Rai e dei suoi prodotti. La partita è impari. Non mancano autorevoli firme, alcune ben retribuite, che non perdono occasione di raccontare (o anche tacere che forse gli viene meglio) ciò che succede dentro, intorno e fuori la Rai. Esempio: i Mondiali in Quatar e la Nazionale di calcio.  

È del tutto evidente che la Rai si racconta da sola e lo fa abbastanza bene in ogni minuto e in ogni ambito audiovisivo. La percezione che si può avere di essa (beninteso soggettiva) è tutta e solo derivata da ciò che fa, ovvero da ciò che diffonde e da quanto tutto questo viene percepito ed apprezzato.  È del tutto evidente che le dinamiche politiche, economiche e culturali che la riguardano sono rigorosamente centrifughe rispetto alla narrazione corrente. Tanto per capirci bene e non ciurlare nel manico: prendiamo il caso degli ascolti. È noto da tempo a chiunque (abbiamo una collezione di articoli) che la platea televisiva si sta progressivamente erodendo per tutti ma per Rai avviene in modo particolare. Se succede che se questi dati vengono resi pubblici (Biondi sul Sole e prima ancora Mele) e ne dibatte il Cda e la risposta è una nota dell’Ufficio Stampa Rai successiva all’ANSA che li confuta in modo incompleto con toni entusiastici e schioppettanti (dimentica di ricordare che si sono persi per strada centinaia di migliaia di telespettatori) riteniamo che si fa un danno all’Azienda perché mina la sua credibilità. Si spaccia una comoda bugia per una scomoda verità. Questo esempio può essere riferito a tanti altri ambiti aziendali: vedi i temi economici (efficienza, canone etc ) come pure quelli tecnologici. Come abbiamo più volte scritto: si legge una dinamica aziendale che viaggia a velocità inverse: si vorrebbe ma non si fa, si potrebbe ma non si deve. Si enunciano buoni principi, ottime intenzioni, salvo poi scoprire che non si assegnano budget adeguati e non perché non ci sono le risorse ma solo perché sono spesso male allocate e ridistribuite : sempre per non ciurlare il manico: quante volte abbiamo sollevato il problema di Rai News24 e del suo costo rispetto a quanto rende. Risulta a qualcuno che sia mai stato argomento all’ordine del giorno di qualche Cda? A noi no. Correggeteci se sbagliamo.  

Cosa fa allora Bloggorai? Nulla di più e nulla di meno che “fotografare” ciò che è dato osservare e su ciò che osserva proporre una riflessione, un dibattito. Si tratta di una piccola cosa che riscuote la sua attenzione se è pur vero che da quasi cinque anni Bloggorai è cresciuto costantemente, altrimenti avrebbe chiuso da tempo. Certo, ovviamente direbbe Fuortes, ognuno “fotografa” ciò che più gli si addice, ciò che più si avvicina alla  sua personale Weltanschauung sul Servizio Pubblico e su dove esso si sta dirigendo. Non a caso il claim di Bloggorai è esattamente “il Servizio Pubblico prossimo venturo” e di questo ci interessiamo. Raccontiamo che, recentemente, ci siamo incontrati, in modo semi carbonaro, con alcune autorevoli persone in ambiente qualificato per cercare di proporre una sia pur blanda iniziativa sul tema canone. Non ne è uscito un ragno dal buco e, al temine, qualcuno ha osservato con un certo rammarico “Se il cambiamento della Rai non parte dal suo interno … non cambierà mai”. Ecco, ci siamo al punto: succede che spesso e volentieri il partito del “parlare bene” della Rai è lo stesso che fatica ad esporsi pubblicamente, a prendere iniziative. Diventa simbioticamente il famigerato “partito Rai” dove si confonde facilmente ruolo e funzione.

bloggorai@gmail.com

 

Nessun commento:

Posta un commento