In attesa di capire/sapere gli esiti della "verifica" di Governo, oggi ci sono tre notizie che meritano attenzione. La prima si riferisce alla scontro Vivendi/Mediaset dove si legge che il Governo italiano ha intenzione di opporsi ai rilievi di Bruxelles sulla norma in salvataggio di Berlusconi e della sua azienda. Si definisce “una norma tecnica” quella che ha tutte le caratteristiche di una “norma politica” che, in questi di “verifica” e “confronti maggioranza” può rappresentare una cambiale a futura riscossione.
Altra notizia importante si riferisce all’accordo tra Sky e Amazon. Si arricchisce l’offerta di un player e concorrente importante nel panorama dell’offerta televisiva con in più una prospettiva di grande rilievo sul fronte del calcio dove Amazon è fortemente interessata. Per il broadcast tradizionale non sarà facile tenere il confronto con una concorrenza di tali dimensioni.
Infine, secondo quanto ha dichiarato David Kenny, CEO di Nielsen, a partire dal prossimo anno inizierà il rilevamento degli “ascolti totali”. Leggiamo da www.adginforma.it : “La nuova metodologia sarà in grado di offrire un’analisi che comprenda tutte le piattaforme eliminando le duplicazioni, ovvero i dati di chi ha fruito dello stesso contenuto su più sistemi diversi. Programmi televisivi e film sono ormai cresciuti su una molteplicità di piattaforme, un panorama crossmediale più grande di quanto qualcuno potesse mai immaginare. I consumatori non sono più limitati nella fruizione dei contenuti video a un orario o posto particolare. Hanno possibilità infinite per vedere quello che vogliono, quando vogliono”. Per il Servizio Pubblico potrà essere un bel problema.
Torniamo ora su vicende di “casa Rai”. Ha suscitato un certo interesse il tema che abbiamo proposto ieri sulle dimissioni di Borioni e Laganà dal Cda Rai e il numero dei lettori molto elevato ha premiato l’argomento e merita qualche nota aggiuntiva. In attesa del Cda previsto per domani e dell’audizione dell’AD salini in Vigilanza il prossimo venerdì, proponiamo un passo avanti. Per quanto riguarda la consigliera, il problema evidentemente non è la persona ma il partito che rappresenta, il PD, e quanto questo ha intenzione o meno di agire in modo efficace sulla Rai. Ritorna il solito antico problema: partito di lotta o di governo? E poi quale partito? Quello di Franceschini o quello della Fedeli? Difficile trovare una risposta e rimangono solo le sue dichiarazioni di impotenza rispetto a quanto avviene in Cda.
Per Laganà il ragionamento è molto diverso: quando ci furono le elezioni del rappresentante dei dipendenti, venne eletto con oltre 1900 voti, staccando di molto Roberto Natale, candidato dall'Usigrai con oltre 1300 voti e Gianluca De Matteis Tortora, candidato dai sindacati con 1200 voti. Segnalò un dato di fatto significativo: le organizzazioni sindacali “forti” dell’Azienda non hanno riscosso il consenso che si aspettavano. Un argomento delicato, sul quale quasi nessuno ha proposto una riflessione. Salvo dover constatare che ad un recente incontro semiclandestino promosso da un grande sindacato il rappresentante dei dipendenti non ha partecipato. E’ stato invitato?
Laganà dunque ha il vincolo/mandato di rispondere solo ai suoi elettori del suo operato. Sono loro, infatti, che si sono posti, e supponiamo si pongano ancora, un solo interrogativo: qual è l’interesse preminente dell’Azienda e come può essere sostenuto/difeso in modo efficace? Vedi l’ultimo problema sulla “piattaforma della cultura” promossa dal Mibact e scansata dalla Rai. Su un tema di tale rilievo strategico per il Servizio Pubblico il Cda non ne sapeva nulla. Questo era ed è un tema di interesse strategico per la Rai o no? Per Laganà la soluzione potrebbe essere molto semplice e consiste nel sottoporre ai suoi elettori, a tutti i dipendenti Rai, un solo quesito: l’interesse dell’Azienda e di chi ci lavora si difende meglio cercando di dare una spallata a questo Cda per averne uno nuovo più autorevole e credibile al più presto, oppure lasciando che tutto si dissolva nelle nebbie e nel declino al quale sembra avviata la Rai? Così come ha costituito un precedente storico la sua elezione, anche questo strumento della consultazione potrebbe costituire un precedente storico. Non si vedono controindicazioni, anzi! Certo, non saranno le dimissioni di un consigliere a dare una spallata ed è già avvenuto in precedenza che un gesto simile non ha provocato nessuno scossone. Ma, in questo caso, ci troviamo di fronte ad una relativa novità rispetto al passato: questo Consiglio è stato il primo eletto con la Legge del 2015 e Laganà è il primo consigliere eletto dai dipendenti. Le sue possibili dimissioni potrebbero anche essere lette come una significativa sfiducia di una parte consistente dei dipendenti Rai verso questo vertice. Difficile non tenerne conto.
Se poi aggiungiamo la nota orticaria che molti (tutti?) hanno verso le dimissioni, un gesto del genere potrebbe avere un grande significato. Intanto, l’obiettivo è l’approvazione del prossimo bilancio e non sarà una passeggiata. Vedremo … vedremo.
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