giovedì 19 dicembre 2019

Il veleno nella coda


Il meteo non aiuta: giornata difficile. Oggi si dovrebbe svolgere il Cda con le previste nomine che invece non avverranno e, si legge, che il prossimo Consiglio potrebbe essere riconvocato a fine gennaio, dopo le elezioni in Emilia –Romagna. Furbetti !!!

Con ordine, iniziamo da ieri. Merita essere riportato per intero, su FB la consigliera Rita Borioni scrive: “Domani, stante l’attuale situazione, non parteciperò al CDA della Rai. Verrò in viale Mazzini ma rimarrò nel mio ufficio. E’, temo, l’unico strumento che ho a disposizione per manifestare un profondo disagio di fronte alla situazione di drammatico stallo che coinvolge tutti i settori dell’azienda di Servizio Pubblico.
Per mesi ho dichiarato, in Consiglio e fuori, il mio dissenso per scelte editoriali e di governance che ritenevo – e continuo a ritenere - inadeguate, insensate sul piano della efficienza aziendale come su quello culturale e del pluralismo. Scelte che sono state compiute dai vertici dell’azienda senza trasparenza sui criteri, senza motivare l’allontanamento di professionisti che avevano dimostrato negli anni capacità, talento, valore. Ma si è trattato anche di decisioni  di carattere organizzativo, economico finanziario, di (non) gestione e (non) valorizzazione del personale.  Scelte che oggi, a poco più di un anno di distanza, si dimostrano largamente fallimentari: il crollo degli ascolti, della qualità, dei livelli di pluralismo, della capacità di innovazione in alcune delle principali testate e reti del servizio pubblico è sotto gli occhi di tutti.
Siamo alle prese con un piano industriale - che non ho votato temendo che si trasformasse in un’ennesima ragione di stallo per l’azienda – che però, a questo punto, deve comunque essere portato avanti per non lasciare la RAI nel mezzo di un pericolosissimo guado. Invece è tutto, ancora una volta, drammaticamente fermo.
Mi trovo, dunque, nella necessità di fare una scelta manifestando, attraverso la non partecipazione a questo CDA, il mio fermo dissenso rispetto a dinamiche disfunzionali che danneggiano la Rai, i suoi lavoratori, il pubblico. Vanno trovate soluzioni condivise, anche coraggiose e esclusivamente finalizzate ai naturali obbiettivi del servizio pubblico radiotelevisivo”.

Questa mattina leggiamo su Articolo21, a firma Riccardo Laganà: “Prende la forma del cappio stretto a morte intorno alla concessionaria del servizio pubblico il combinato disposto del prelievo della quota cosiddetta extragettito e del protocollo di intesa tra Mise e Rai che ci è stato proposto in Cda che condiziona l’erogazione del contributo di 40 milioni di euro per il 2019 e altrettanti per il 2020 per lo sviluppo della programmazione digitale. Un atto che considero, nella forma e nella sostanza illegittimo, perché il Mise ci chiede di dare dettagli fino alla presentazione di fatture per obblighi in realtà già previsti dal Contratto di Servizio … Pochi giorni fa abbiamo festeggiato i quarant’anni di Rai 3, tra poco festeggeremo i trent’anni di Isoradio, abbiamo mandato in onda con straordinari risultati la Tosca, il tutto con il contributo economico degli utenti. Bene, mi chiedo cosa ricorderemo tra altri venti anni? La chiusura di alcune reti, la dismissione delle sedi regionali, licenziamenti di massa e, dunque, la fine del servizio pubblico?”.

C’è altro da aggiungere? Si: alle 13 si dovrebbe svolgere un’audizione, secretata, in Vigilanza del Presidente Foa sullo “strano” caso della mail truffa. Già, proprio “strano” perché continuiamo a chiederci: se la mail era stata subito intercettata come “truffa” e quindi dopo aver avvisato la Polizia Postale e cestinata, in cosa consiste il fatto? Hanno fatto tutti quanto era dovuto, non sarà certo la prima o l’ultima volta che arrivano mail sospette (pishing). E allora? Cosa mai potrà dire di nuovo o di più Foa? Qualora fosse, nel caso, sarebbe stato utile chiedere a Salini se avesse ricevuto una richiesta di pagamento da firmare. O no?

Infine, leggiamo da Repubblica, a firma Claudio Tito, un pezzo bizzarro dove si racconta di un incontro, avvenuto fuori (e perché proprio fuori dal palazzo?) da Viale Mazzini di Salini e del suo Staff: “… inizia allora a perdere la pazienza … e si lascia andare ad un lungo sfogo. Non accetta di assumersi la responsabilità di un ennesimo stop. Non intende avallare l'idea che la palude sia l'effetto del suo operato e non delle indecisioni dei partiti. Dei loro litigi. Dell'incapacità di prendere atto della nascita, a settembre scorso, di un nuovo equilibrio. Il capo azienda di Viale Mazzini si sente amareggiato e irritato. E non lo nasconde”. Anzitutto curioso osservare per chi, come tutti noi, che facciamo questo mestiere e che mangiamo pane e giornali tutti i giorni, il collega, forse, ha partecipato anche lui all’incontro informale di Salini e il suo staff.  Nel merito: c’è poco da essere amareggiati: come lui stesso ha detto, è sufficiente essere coraggiosi e procedere. PUNTO. Ma la notizia più bizzarra la riferisce l’altro articolo che compare sempre su Repubblica, a firma  Giovanna Vitale che, solitamente, riporta notizia mai smentite: L’AD nei giorni scorsi si sarebbe incontrato, in gran segreto, con Giancarlo Giorgetti. A quanto sembra, non è la prima volta che avvengono incontri segreti, mai smentiti, con esponenti politici di rilievo (vedi Zingaretti). ATTENZIONE: politici e non di Governo, è molto diverso. Privatamente ognuno è libero di incontrare chi vuole, ma Salini, in questo momento, è anzitutto una persona con responsabilità pubbliche.
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