lunedì 9 dicembre 2019

Pasticciaccio brutto sulla via di Damasco


 Questa mattina vista la quantità di notizie, cercheremo di essere brevi. Su quanto è successo, vedi il post di ieri pomeriggio e quello precedente di martedì 3 dicembre. Chi voleva sapere ha avuto modo di approfondire. Oggi è tutto scodellato in padella in un fritto misto dal sapore molto acido.

Cerchiamo di capire. Anzitutto il tema: la guerra in Medio Oriente è certamente uno dei capitoli più rilevanti del dibattito politico internazionale ed è comprensibile che qualsiasi editore, pubblico o privato, e qualsiasi testata grande o piccola debba essere interessato. Dunque, che la Rai, che peraltro ha Lucia Goracci come inviata nella regione, possa e debba essere attenta e cercare notizie è del tutto naturale, anzi sarebbe grave il contrario. Poi si tratta di capire, appunto, chi viene incaricato per fare cosa e per quale testata confezionare il materiale. Se qualche direttore o capo redattore ha ritenuto che è il momento opportuno per richiedere un’intervista a Bashar Al Assad, è sacrosanto che vengano attivate tutte le procedure giornalistiche, diplomatiche e di sicurezza necessarie. Quest’ultimo aspetto non è un dettaglio da poco: la Siria è un paese in guerra e non si entra o si esce a piacimento quando si vuole e, una volta entrati, un qualsivoglia giornalista europeo o occidentale può diventare una preda appetibile per chiunque fosse male intenzionato ed allora occorrono complesse procedure di sicurezza, attivate sia dal paese ospitante che dal paese di provenienza (i servizi italiani erano a conoscenza della presenza in Siria della Maggioni?) e la stessa Rai, da tempo, ha istituito particolari protocolli necessari a garantire la sicurezza dei propri inviati. Ancora: trattandosi, appunto di uno dei argomenti più importanti al mondo e l’intervista NON è uno scoop, anzi… forse è proprio il contrario, ed essendo rivolta ad uno dei protagonisti più importanti della scena, è giocoforza pensare che ci possa essere stata una “sponda” politica al Ministero degli Esteri (infatti, Di Maio nei giorni scorsi aveva dichiarato che è importante aprire un dialogo con Damasco e sarebbe interessante chiedere a lui se ne fosse informato).

A questo punto ci si potrebbe imbarcare in tanti interrogativi “tecnici” che aleggiano intorno a questo brutto pasticciaccio che certamente non aiuta la credibilità della Rai. Ognuno di essi (la data concordata per la messa in onda, chi ha autorizza oil viaggio e perché etcetera etcetera) ha un suo fondamento e le possibili risposte dovrebbero aiutare a comprendere cosa succede a Viale Mazzini e dintorni (la politica). Proviamo a suggerire un ragionamento. Partiamo dal presupposto che nessuno è fesso a priori, salvo poi dimostrare il contrario. A chi giova portare in primo piano le dichiarazioni di Assad? Ci sono mille argomenti interessanti ma succede che la scelta tra essi è discrezionale: ognuno assegna una scala gerarchica di riferimento. Certamente giova alla Maggioni che,come molti giornalisti in vena di notorietà, non gli pare vero di essere sulle prime pagine dei giornali su un tema tanto importante e poter dimostrare che lei è in grado di parlare con chiunque. Certamente giova a coloro che ritengono opportuno essere presenti  sulla scena politica mediorientale  magari non da protagonisti ma almeno da comprimari (vedi Di Maio). Certamente avrebbe (avrebbe) giovato a Salini se le cose fossero andate in modo diverso da come stanno andando e, infine, certamente avrebbe giovato a RaiNews24 che non brilla certo per essere una testata giornalistica di grande peso nel panorama informativo italiano (oltre 30°  posto, ricordiamo lo share medio 2018 e il numero di giornalisti che ci lavorano). Infine, ca va sans dire, giova ad Assad che non gli pare vero ora di tuonare contro la solita stampa occidentale che censura le “sue “ verità su quanto avviene in Siria.

Certamente non giova alla Rai che in un momento tanto delicato della sua esistenza, con problemi strategici fenomenali, non trova nessun beneficio da questa vicenda. E allora, chi si voleva colpire? Salini? La Rai, la Maggioni? Di Bella? O forse al Presidente Foa che di tutto questo sostiene di non saperne nulla, nonostante che a lui sono assegnate le deleghe per le relazioni internazionali (altro mistero). Chi è la mente occulta, il potere forte che ha orchestrato tutto questo e con quale finalità? 

Questa volta vogliamo essere dichiaratamente complottisti perché, altrimenti, saremmo costretti ad ammettere che qualcuno è fesso (confesso, non mi è del tutto chiaro chi possa essere).

Torniamo a bomba. Ieri mattina Salini rilascia un comunicato dove afferma che “… non è stata effettuata su commissione di alcuna testata Rai …”. E allora per quale motivo  h autorizzato la Maggioni ad andare in Siria? Secondo alcune ricostruzioni (e la stessa Magioni lo conferma) avrebbe detto più o meno “vai e poi vediamo cosa farne ..” : poco credibile, facciamo fatica a pensare che l’AD sia stato talmente sprovveduto da sostener una tale iniziativa. A quanto si legge, viceversa, l’AD di RaiCom sostiene che era tutto concordato con Salini: leggiamo da Repubblica “la Maggioni è costretta a precisare: «Ha ragione Salini nel dire che l'intervista non era stata concordata con i direttori di testata. Ma io l'avevo messo al corrente e si era detto che si sarebbe deciso successivamente come utilizzarla”.  Ma il tema è semplicemetne che lei non avrebbe dovuto fare quell’intervista. PUNTO. Lei è anzitutto un dipendente Rai e soggetta alle norme interne al pari di tutti gli altri suoi colleghi, operai, quadri, dirigenti e giornalisti. PUNTO.  Semmai, in forza dei suoi consolidati rapporti internazionali, li avrebbe potuti mettere a disposizione dell’Azienda che poi avrebbe saputo come utilizzarli. Il comunicato di Salini dice poco o nulla, anzi, alimenta sospetti e domande. C’è poco da girare intorno: è stata fatta pipì fuori dal vasino e si tratta di capire ora chi è il responsabile. La politica è scesa in campo nel difendere o attaccare più o meno pretestuosamente.  Mario Ajello sul Messaggero “ Il domandone, in tanto bailamme sull'asse Damasco-Roma-Rai, è questo: come è mai possibile che una televisione di Stato di uno Stato, quello italiano, che dovrebbe fare di tutto per mostrarsi serio e affidabile nelle sue scelte, si infili in una vicenda così, tra il ridicolo e l'assurdo, tra lo scaricabarile e il cado dalle nuvole?”. Nemmeno il comico Zalone sarebbe riuscito a tanto. Comunque, il modo per uscirne c’è ed anche molto semplice: è sufficiente tirare fuori le regole del gioco che pure ci sono, vedere chi non le ha rispettate ed applicare le sanzioni previste oppure trarre le opportune conseguenze. Subito, ieri, fra 5 minuti. A Roma si dice: a chi tocca ‘nun se ingrugna.  
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