giovedì 12 dicembre 2019

I soldi valgono e i conti tornano


Nel mentre e nel quando le armi di distrazione di massa liberavano tutto il loro potere devastante succedeva che nell’ultimo Cda avvenisse una manovra non proprio irrilevante. Tutto lecito, tutto ineccepibile, ci mancherebbe.

È successo che è stato approvato un  accordo tra Rai e Rai Way in vista del refarming delle frequenze che avrà inizio già dai primi giorni di gennaio ad avrà un costo di 150 milioni per investimenti, in capo a Rai Way, e un aumento dei corrispettivi versati da Viale Mazzini da Contratto di servizio tra le due società per 16,4 milioni l'anno.

Qualcosa però non torna. Rivedendo i bilanci dalla quotazione di Rai Way (2014) con il titolo inizialmente quotato a poco meno di 3 euro, si legge una forbice molto evidente. I ricavi da terzi, cioè quelli generati da attività di mercato esterno, sono diminuiti da 36,3 mln nel 2013 a 33,1 mln  del 2018 mentre, nello stesso periodo, i ricavi generati da Rai sono cresciuti da 172 mln a 184,6 (pag.24  Bilancio esercizio 2018) dove, peraltro appare ancor più evidente la riduzione dei ricavi da terzi (-2,1 mln) rispetto all’anno precedente (da 35,2 a 33,1) a fronte di un utile netto finale di 59,7 mln (+3,5 rispetto all’anno precedente). Tutto porta a ritenere che i ricavi prevalenti diventano partita di giro generati dal canone che Rai versa alla controllata che, a sua volta, produce utili che a sua volta vengono ripartiti al 64,9% in mano alla controllante e il 35,1% al flottante, cioè ai privati che ne traggono succulento  guadagno  con il titolo oggi a 6,37. Un bell’affare, non c’è dubbio. Quale investimento si raddoppia in poco meno di 5 anni?

Veniamo agli investimenti. Per chi avesse voglia di spulciare tra  i bilanci, sempre da quando è avvenuta la quotazione, non avrà difficoltà a rilevare le dinamiche di quanto la quotata ha riversato parte degli utili conseguiti in investimenti (di mantenimento e di sviluppo): nel 2015 in mantenimento 18,1 mln e 12,1 mln  in sviluppo, nel 2018 il rapporto è stato 19,4 mantenimento e 7,6 sviluppo. In soldoni, nel giro di pochi anni gli investimenti in sviluppo di sono ridotti di 4,5 mln. Domandina: e perché ??? Non avrebbe avuto buon senso già dagli scorsi iniziare ad investire in sviluppo piuttosto che redistribuire il 100% degli utili agli azionisti? In fin dei conti, la controllante è una società di Servizio Pubblico ...o no ???
Cifre interessanti se rapportate al lauto dividendo agli azionisti
  


  
Non commentiamo oltre ma  corrono molti dubbi, a noi che non siamo finanzieri. Uno su tutti: i 150 milioni che Rai Way dovrebbe sostenere per gli investimenti da dove vengono prelevati?  E quando che, prima o poi,  si dovrà affrontare il tema del cosiddetto “polo delle torri” quale potrà essere il vantaggio industriale per il Servizio Pubblico?

Tranquilli, oggi non c’è altro di interessante … il futuro del Servizio Pubblico può attendere

bloggorai@gmail.com


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