sabato 27 luglio 2019

note di sabato

I nostri lettori non ce ne perdonano una (giustamente). Ieri abbiamo scritto a proposito del vizietto di giocare con i soldi del canone che tutto ha avtuo inizio con il Governo Monti. ERRORE e nemmeno piccolo: tutto ha avuto inizio con il Governo Renzi, padre di tutte le nefandezze attuali non solo sul canone ma anche sulla Legge attualmente in vigore.

Cerchiamo di ricostruire con ordine. Nel 2011 il Cda in carica a Viale Mazzini, presieduto da Paolo Garimberti, invia una diffida al MISE con la quale rivendica il pagamento dello scarto tra quanto speso per attività di servizio pubblico e quanto invece incassato dal canone riscosso dallo Stato. In gioco ci sono alcuni miliardi di euro.
Matteo Renzi entra in carica al Governo nel febbraio 2014 e, tra i tanti argomenti ai quali dedica attenzione c'è la Rai. Ad aprile ipotizza un prelievo forzoso di 150 milioni dalle casse Rai ("l'Azienda deve fare la sua parte"). Il cda di Viale Mazzini prova a resistere e vota anche contro (con il "disappunto" di Gubitosi) e chiede il famoso parere legale al costituzionalista Cheli (se ne saprà poco). Per non portare i libri in Tribunale si decide la vendita di Rai Way (una vero affare). Fatto stà che i soldi prendono il volo e non si sa se e quando mai potranno tornare nelle disponibilità della Rai (pendente il ricorso al Consiglio di Stato). PUNTO. 

In sintesi: l'attacco al cuore del servizio pubblico, alle sue fondamenta (il canone) non nasce  con Salvini e tantomeno con di Maio ma prende forma concreta con buona parte del PD che ha sostenuto e votato questa legge e il suo corollario sul canone. In un certo senso, con il Governo Renzi ha preso forma sostanziale  la "cultura" di utilizzo improprio della risorsa, alimentando in tal modo il sentimento ostile che alberga nella pubblica opinione. Questo per tranquillizzare i nostri lettori. Ognuno si prenda la propria parte di responsabilità. Si può dunque tranquillamente sostenere che l'avversità, per un modo o per altro, al canone appare più trasversale e condivisa di quanto invece viene raccontata.

Vediamo cosa succederà con la memoria presentata da Laganà in Cda. A pensare male si fa peccatissimo ma se tanto mi da tanto, non si capisce perchè ora al VII piano di Viale Mazzini qualcuno dovrebbe impiegare le scarse energie estive ad occuparsi di questo argomento quando avrebbe potuto e dovuto farlo ben prima. Il danno erariale è dietro l'angolo.

Veniamo ora alla notizia del giorno: la radio. Leggi articolo su Italia Oggi a firma di Claudio Plazzotta. Chissà per quale dannato motivo quando si parla di Rai si pensa per lo più alla televisione, eppure la radio riguarda e interessa decine di milioni di ascoltatori non meno importanti dei telespettatori.  Cosa veniamo a scoprire? Che Radio Rai occupa il 5o (QUINTO) posto nella classifica degli ascolti nel giorno medio. Il suo direttore, Roberto Sergio, ha dichiarato che questa situazione (relativa alle modalità di rilevazione degli ascolti) "non è più sostenibile". Ma pensa te !!!  Il Palazzo trema!!! A Via Asiago sono tutti in fibrillazione e gli casca il microfono dalle mani mentre l'AD potrebbe decidere di interrompere le ferie per arginare la frana. Ma una domandina semplice semplice qualcuno se la pone? Cosa è stato fatto finora? dove sono stati? bho !!! qualcuno ricorda qualcosa sulla presentazione dei palinsesti a Milano a proposito di radio? Qualche autorevole collega della carta stampata ne ha parlato? bho!!!

Nel frattempo però abbiamo di che passare il tempo nelle prossime ore: chi condurrà Miss Italia 2019 su Rai Uno??? Attenzione: in pole position (si deve guadagnare il lauto stipendio) c'è Antonella Clerici ma altre agguerrite concorrenti sono alle porte. Di chi è amica Mara Venier? Dajjjjjeeeeeeeeee ... 
bloggorai@gmail.com

Nessun commento:

Posta un commento